Cinque artisti a San Gimignano
Galleria Continua, San Gimignano ‒ fino al 2 settembre 2018. La storica sede della galleria ospita cinque artisti contemporanei che si muovono in solchi differenti ma complementari. Dando vita a opere di grande suggestione.
“In principio era il Caos”, un miscuglio universale e disordinato della materia, una forma indefinibile e indescrivibile che racchiudeva cielo, mare e terra. La Galleria Continua di San Gimignano propone uno stuzzicante dialogo tra l’indagine artistica di Anish Kapoor e il suo tentativo biblico di dare forma all’immateriale, e l’essenziale rigore geometrico delle opere di Daniel Buren, che acquistano un diverso significato a seconda del contesto in cui si sviluppano. Il risultato è l’epifania di una complementarità tra i due artisti, un effetto pirotecnico in cui ciascuno esalta le peculiarità dell’altro.
La mostra racconta, sempre mettendo sapientemente in relazione le opere, il percorso artistico dei due maestri fin dagli esordi per culminare nell’attesissima e mozzafiato Six Hands (2018) realizzata a quattro mani e situata nella platea dell’ex cinema-teatro. Su un pavimento a strisce bianche e nere della precisa misura di 8,7 cm, in cui si riconosce la mano dell’artista francese, sorge una grandiosa struttura di Kapoor realizzata con lastre in ferro. Le lastre sono forate e lasciano filtrare la luce che crea, insieme alle strisce di Buren, l’illusione di poterle attraversare e una sensazione di spaesamento. L’occhio dello spettatore, inizialmente ingannato, scopre che l’opera è inaccessibile e frammentata, preclude dal fruirla come un tutt’uno e costringe all’esplorazione, alla ricerca (vana) di una via che porti verso il centro. Descrive una condizione psicologica che ricorda l’opera Memory, realizzata nel 2008 per il Deutsche Guggenheim di Berlino.
CARLOS GARAICOA
Uscendo dalle sale di via del Castello si trova, sotto l’Arco dei Becci, un’altra sala che espone la mostra Abismo dell’artista cubano Carlos Garaicoa. Un commovente video, presentato per la prima volta nel 2017 alla Fondazione Merz di Torino, ritrae due mani disegnate con una matita sanguigna che si muovono sul sottofondo acustico di una musica classica. La musica è Quatuor pour la fin du temps, composta nel 1941 da Olivier Messiaen in un campo di concentramento. Osservando con attenzione, riconosciamo nel movimento delle mani la tipica gestualità della propaganda nazista che l’artista ha svuotato del suo significato e risemantizzato, trasformandola in una poetica danza.
ORNAGHI & PRESTINARI
Chiude il percorso espositivo la mostra del duo artistico Ornaghi & Prestinari, intitolata Keeping Things Whole da una omonima poesia di Mark Strand che allude all’arte di tenere le cose insieme. La dimensione domestica incontra quella artistica. “Far coesistere piuttosto che separare… coniugare mondi apparentemente distanti”, dichiarano gli artisti, che è poi l’essenza dell’attività della Galleria Continua che promuove l’arte contemporanea contrapponendola a una cornice antitetica (le mura medioevali di San Gimignano), capace di amplificarne il valore.
‒ Martina Massimilla
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