Echi dall’antichità. Carl Burckhardt (1878-1923)

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO VELA
Largo Vincenzo Vela , Ligornetto, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

domenica 10 giugno 2018, ore 10.30 Chiusura: domenica 28 ottobre 2018, ore 17.00 Orario: giugno-settembre: ma-do 10.00-18.00, ottobre 10.00-17.00, tutte le domeniche 10.00- 18.00, chiuso lunedì

Vernissage
10/06/2018

ore 11.30

Biglietti

CHF 12.- / ridotto CHF 8.-

Generi
archeologia, arte antica

Echi dall’antichità. Carl Burckhardt (1878-1923). Uno scultore tra Basilea, Roma e Ligornetto

Comunicato stampa

Il Museo Vincenzo Vela a Ligornetto accoglie dal 10 giugno al 28 ottobre 2018 un’ampia mostra monografica dedicata a Carl Burckhardt (Lindau ZH 1878-Ligornetto 1923), figura tra le più innovative della scultura svizzera del Novecento. Curata da Gianna A. Mina e Tomas Lochman, l’esposizione presenterà per la prima volta nella Svizzera italiana un nucleo consistente di opere scultoree di Burckhardt, unitamente a una selezione di dipinti e disegni.

Echi dall’antichità
Lo scultore Carl Burckhardt (1878-1923) tra Basilea, Roma e Ligornetto rientra nel novero delle mostre di studio che il Museo Vincenzo Vela dedica ad artisti di indubbio valore, ancorché poco conosciuti in ambito italofono. Dopo Ligornetto, la mostra verrà presentata, in forma più circoscritta, al Kunstmuseum di Basilea dal 1° dicembre 2018 al 31 marzo 2019. Entrambe le sedi corrispondono a due tappe salienti dell’itinerario umano e professionale di Carl Burckhardt: Basilea è la città che lo vide attivo per molti anni e che conserva tuttora diverse sue importanti realizzazioni, mentre Ligornetto, località dove ultimò diverse opere distintive della sua maturità artistica, fu la sua ultima residenza.
Le opere in mostra saranno circa 110, provenienti da musei e collezioni di prestigio (tra cui il Kunstmuseum di Basilea e il Kunsthaus di Zurigo), oltre che da raccolte private svizzere.

A quarant’anni dall’ultima retrospettiva, l’esposizione presenterà in successione tematica un nucleo consistente delle opere scultoree di Carl Burckhardt, unitamente a una selezione di dipinti e disegni. L’obiettivo è di illustrarne il percorso biografico e artistico nelle sue differenti sfaccettature: dalla formazione a Basilea e a Monaco ai soggiorni romani, dal fecondo periodo basilese fino a quello, breve ma altrettanto proficuo, trascorso in Ticino. Un’attenzione particolare verrà riservata alle opere scultoree che Burckhardt eseguì per tre importanti edifici progettati dal celebre architetto Karl Moser: la Pauluskirche di Basilea, il Kunsthaus di Zurigo e la stazione badese di Basilea.

Definito da alcuni il padre della scultura moderna svizzera, Burckhardt è ai giorni nostri un artista poco noto. Nonostante abbia lasciato notevoli testimonianze nello spazio pubblico e si sia cimentato, anche sul piano teorico, nel rinnovamento della scultura nel nostro Paese, rimane una figura studiata quasi esclusivamente in ambito germanofono.

Il titolo della mostra, Echi dall’antichità, evoca un tratto essenziale della sua produzione: Burckhardt attinge infatti i soggetti delle proprie sculture dalla mitologia classica, per poi tradurli in una cifra personale. Da Zeus e Amore a Venere, dalle Amazzoni alle figure allegoriche, dalle divinità fluviali ai cavalieri eroici: queste opere, benché caratterizzate ognuna da una peculiare ricerca espressiva, condividono un repertorio tematico che le unisce in un ideale filo rosso.

A differenza degli scultori neoclassici dell’Ottocento, vincolati agli stili e alle forme dell’antichità, Burckhardt rielabora i soggetti in una chiave del tutto originale. La sua arte è tesa a creare un moderno senza tempo o, per dirla con parole sue, «qualcosa di appena nato», di «attuale, di appena sbocciato che non ha passato». Nell’arco della sua produzione, la forma naturale si traduce in una più semplice forma spaziale: in un progressivo processo di liberazione e purificazione, Burckhardt si concentra sulla forma plastica, elaborandone una sintesi personale.

Di questa evoluzione daranno conto in modo compiuto le numerose opere in mostra. L’influenza sul giovane Burckhardt di maestri come Klinger, Maillol, Rodin, von Hildebrand o Marées si riflette in creazioni come il primo gruppo di Zeus e Amore, con la sua imitazione quasi palpabile della natura. L’artista si orienta poi verso un approccio pittorico al modellato che dalle stilizzazioni della Venere o delle metope del Kunsthaus perviene alle forme cubiche delle sculture del Reno e della Wiese, per approdare infine a figure che dominano dinamicamente lo spazio come l’Amazzone e il San Giorgio.
La pubblicazione che accompagnerà la mostra si propone di portare all’attenzione di un più vasto pubblico questo artista poliedrico, pittore e scultore insieme, analizzandone sia il rapporto con l’antichità che l’interesse per la produzione scultorea moderna.
In concomitanza con l’esposizione verrà proposto un articolato programma di iniziative collaterali.