KUNSTMUSEUM
È Theaster Gates l’indiscusso protagonista del calendario espositivo stilato dal Kunstmuseum. Ne è la prova l’allestimento della mostra a lui dedicata in due dei tre spazi che compongono la sede museale svizzera. Black Madonna, questo il titolo della rassegna che ha da poco aperto i battenti, si snoda fra il Neubau e il Gegenwart, offrendo allo sguardo una profonda e, come di consueto, lucida indagine sul tema della Black Madonna, analizzato dal punto di vista religioso, estetico e anche sul piano metaforico. Oltre a essere state parzialmente create ad hoc per l’occasione, le opere di Theaster Gates innescano un dialogo diretto con la raccolta del Kunstmuseum, tingendo la ricerca di esplicite sfumature politico-sociali e culturali.
Da vedere anche i focus incentrati sulla poetica di Sam Gilliam e di Maria Lassnig, entrambi allestiti nell’area Neubau.
KUNSTHALLE
Doppia mostra negli ambienti della Kunsthalle. Le installazioni in equilibrio precario di Raphaela Vogel sono protagoniste di Ultranackt, debutto espositivo dell’artista tedesca oltre i confini del proprio Paese d’origine. Prima volta in terra svizzera anche per il neozelandese Luke Willis Thompson, che usa il linguaggio del video, della performance e il vocabolario installativo per approfondire argomenti di grande attualità quali il corpo e la razza affrontati nell’ambito di un discorso politico.
KUNSTHAUS BASELLAND
Parla italiano una delle mostre ospiti della Kunsthaus Baselland, che segna il debutto di Rossella Biscotti in una sede istituzionale svizzera. The City riunisce l’omonima serie di lavori video realizzati dall’artista originaria di Molfetta nel sito archeologico di Çatalhöyük, a Konya, in Turchia. Un’indagine sulla relazione tra la comunità neolitica che costruì il primo organismo urbano conosciuto fino a ora e la comunità di archeologi che ha trascorso gli ultimi venticinque anni a riportarla alla luce. Sono tre, invece, i corpus di lavori che ritmano la prima, estesa mostra personale europea di Naama Tsabar, l’artista di stanza a New York che abbatte i confini tra i linguaggi creativi usando la musica e le trasgressioni della vita notturna come strumenti di indagine sociale.
MUSEUM TINGUELY
Il duo svizzero Gerda Steiner & Jörg Lenzlinger ripercorre i suoi venticinque anni di carriera con un’antologica sui generis, in linea con la poetica che lo contraddistingue. Too early to panic si struttura in un labirinto spaziotemporale che avviluppa il pubblico in un percorso attraverso le installazioni ideate dai due, fra natura, biodiversità e mondi artificiali.
Insiste su tutt’altro registro la mostra personale di Gauri Gill, fotografa indiana che presenta a Basilea due serie tratte da Notes from the Desert e realizzate nelle zone desertiche del Rajasthan occidentale.
INSTITUT KUNST DER TANK
Lo spazio espositivo dell’Istituto d’Arte torna a fare da cornice alla creatività contemporanea. Stavolta, sempre sotto la curatela di Chus Martínez, la protagonista è la spagnola Teresa Solar, impegnata in un’indagine attorno al tema dell’orizzonte attraverso un progetto installativo che occupa l’intero ambiente e prende le mosse dall’elemento acquatico.
SCHAULAGER
Ci si sposta a sud per una tappa, sempre d’obbligo, allo Schaulager, che quest’anno dedica una monografica a Bruce Nauman. Una retrospettiva con tutti i crismi, a molti anni di distanza dall’ultimo evento di questo tenore. Video, disegni, sculture, fotografie e installazioni in ampia scala confluiscono in una mostra che presenta per la prima volta il video 3D Contrapposto Split e segna il debutto europeo del recente Contrapposto Studies, i through vii.
HEK ‒ HAUS DER ELEKTRONISCHEN KÜNSTE
C’è lo zampino di HeK nell’installazione site specific firmata da Rafael Lozano-Hemmer per Augusta Raurica, l’antico teatro di origini romane a est di Basilea. Qui l’artista messicano ha concepito un sistema audio-visivo che diffonde la parole pronunciate dal pubblico usando il microfono al centro del teatro. Oltre a essere riprodotti in tempo reale da 120 altoparlanti disposti lungo le gradinate, i suoni si traducono in cerchi luminosi che si irradiano oltre le tribune.
VITRA SCHAUDEPOT
Se volete staccare dal turbinio di fiere e affini, programmate una visita al Vitra Schaudepot, il museo di Herzog & de Meuron inaugurato nel 2016 al Campus Vitra. A farla da padrona è la mostra dedicata al design di Ron Arad, allergico alle convenzioni e attento ai dettagli. Mentre dentro il Campus inaugura la Blockhaus di Thomas Schütte.
FONDATION BEYELER
Chiudiamo in bellezza con una mostra che ha già fatto registrare consensi altissimi, quella dedicata dalla Fondation Beyeler al dialogo fra Alberto Giacometti e Francis Bacon, per la prima volta al centro di una rassegna che li vede entrambi protagonisti. Un unicum che vale certo uno spostamento nella vicinissima Riehen.
‒ Arianna Testino
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