Da SAMO a Basquiat, la storia di un artista a trent’anni dalla sua scomparsa
Sono trascorsi trent’anni dalla scomparsa di Jean-Michel Basquiat. Lo celebriamo con una gallery che ripercorre le sue tappe fondamentali
Nella musica esiste un metaforico Club 27 in cui si contano gli artisti scomparsi a 27 anni. Genio e sregolatezza, l’aura dei grandi, forse troppo fragili per sopportare il successo o le critiche del mondo. Pollock si diede all’alcool, più veniva criticato più beveva, più non vendeva le sue opere più beveva. Una triste sorte che accompagna molti dei suoi colleghi. Oggi si celebra la morte di uno dei protagonisti degli anni ’80 conosciuto inizialmente come SAMO diventato celebre come Jean-Michel Basquiat (New York, 22 dicembre 1960 – New York, 12 agosto 1988 ).
La sua storia inizia da Brooklyn, l’era è la New York del boom economico, di Wall Street, della musica rap e del graffitismo. L’arte non si fa più nei centri ufficiali, ma esce, si sperimenta nelle periferie, si crea, si beve e si assumono sostanze. In questo contesto cresce il giovane SAMO, che viene notato da Andy Warhol, in un locale a SoHo. Entra nella sua Factory, si butta nella mischia, in un sistema dell’arte che lo distrugge. Il suo mondo è popolato da figure infantili, segni, colori accesi e scritte. A trent’anni dalla sua morte, lo ricordiamo con una serie di immagini che raccontano alcuni dei suoi lavori più celebri.
– Valentina Poli
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