Gli street artist all’opera per il film La terra dell’abbastanza dei Fratelli D’Innocenzo
La street art a supporto del cinema. Alice Pasquini, Cyop & Kaf e Raptuz all’opera per omaggiare il primo lungometraggio dei fratelli D’Innocenzo, due giovanissimi che il cinema lo amano e lo sanno fare come fosse loro da sempre.
L’arte che celebra l’arte. Quattro street artist famosi celebrano l’opera prima di Fabio e Damiano D’innocenzo, il film La terra dell’abbastanza. Fabio e Damiano D’Innocenzo sono due registi appena trentenni che hanno conquistato tutti alla scorsa Berlinale e già da qualche mese si parla molto di questo film: un ritratto d’amicizia e di periferia, oggi e cruda per come è nella realtà. I protagonisti di La terra dell’abbastanza sono due giovani attori, Andrea Carpenzano e Matteo Olivetti, affiancati da Max Tortora e Milena Mancini. È un film, questo, che segna l’inizio di una carriera d’autore per i due fratelli che nel frattempo sono già all’opera per il loro prossimo film. Intanto con La terra dell’abbastanza si sono aggiudicati quattro candidature ai Nastri D’Argento. Il cinema è però un mix di arti e quindi è stato inevitabile chiedere il supporto di alcuni artisti per la comunicazione e l’uscita in sala di questo film. All’appello quattro street artist italiani: Alice Pasquini, Cyop & Kaf e Raptuz.
ALICE PASQUINI E I PROTAGONISTI DEL FILM
La celebre street artist romana Alice Pasquini, il duo napoletano Cyop & Kaf e lo storico writer milanese Raptuz hanno colto e rivisitato uno dei temi centrali del film e allo stesso tempo vicino alla loro arte: la periferia. Alice Pasquini ha messo al centro del suo omaggio i due protagonisti, Mirko (Matteo Olivetti) e Manolo (Andrea Carpenzano) e la loro amicizia: “Qual è il limite?” si chiede l’artista, anche lei romana come i registi Damiano e Fabio D’Innocenzo, “Questa la domanda che la storia forte di Mirko e Manolo mi ha sbattuto in faccia. Mostrando senza censure i sentimenti di un’amicizia nella realtà cruda di una periferia romana”.
CYOP & KAF E LA PERIFERIA
Cyop & Kaf, i cui graffiti pervadono l’intera città di Napoli, dal centro storico ai grigi quartieri dormitorio, riflettono sui desideri pericolosi e devastanti che un certo tipo di periferia può instillare nelle persone: “Cosa succede quando i desideri sono così pervasivamente imposti da diventare istigazione a delinquere? Caos e caso sono un anagramma; e le conseguenze, laddove un sistema di valori è stato sistematicamente fatto a pezzi, sono catastrofiche”.
RAPTUZ E LA FEROCIA
Infine Raptuz, writer milanese tra i più prolifici e longevi in Italia, ha reinterpretato 3 murales realizzati in passato sulla grande murata “Hall of Fame” di via Pontano a Milano: nel writing si dipinge e ridipinge, in una stratificazione che è stata metaforicamente accostata al film La terra dell’abbastanza. Più in superficie c’è il Minotauro, l’istinto di ferocia apparente che guida la “svolta” dei due protagonisti verso una sorta di ascesa sociale; San Michele sta invece a significare la periferia che protegge, ma solo se si hanno i soldi per potere acquistare una vita dignitosa; infine il graffito più profondo e per questo più vero: il piccione, a simboleggiare che la periferia ha un solo e unico Re e tutto il resto passa – come apprenderanno Mirko e Manolo.
– Margherita Bordino
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