La Napoli visionaria di Francesco Clemente
CasaMadre, Napoli – fino al 14 settembre 2018. Fondali da cartolina illustrata, veicoli dell’immagine buona della città con il suo Vesuvio convenzionale e dormiente. Tra le superfici azzurre e tremule del mare, tra le colonne chiare, sicure come fusti di palme tropicali, reclama spazio una nuova forza selvaggia: seconda urbanizzazione, in primo piano sulla somma e sintesi di stereotipi.
Napoli in acquerello, tripudio della città paradisiaca disegnata sull’orizzonte con i suoi monumenti, il suo golfo, le sue isole. Le iconografie consuetudinarie, rassicuranti al punto da rappresentare un prodotto esportato nel mondo da secoli, sono specchiate e ripetute per mano di un anonimo copista indiano. Al napoletano illustre Francesco Clemente (1952) il compito di stravolgere le sembianze secolari scolpite negli occhi. Si prolungano in mare le creste parallele di palazzi celebri, l’intervallo occupato da monumentalità specchiate, ripetute, da architetture congiunte. La città fugge ai lati mantenendo la propria immagine efficace, messaggio subliminale di ozio e carattere. Questo scenario simbolo, fondale bandiera, è invaso da una teogonia animalesca con l’intento celato di costruire una seconda natura. Clemente si incarna all’infinito, si trasforma al centro di paesaggi reiterati in mille nuove figure. Napoli trasognata e innaturale, specchio delle verità?
‒ Raffaele Orlando
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