All’ultima edizione di Maison&Objet di Parigi non abbiamo potuto fare a meno di notare un brand, Industryplus, che dal 2014 presenta sul mercato internazionale una selezione ricchissima di designer asiatici, con qualche collaborazione europea, come nel caso di Ryosuke Fukusada & Rui Pereira. Quest’azienda sembra non fermarsi di fronte alla sfida che la materia impone, anzi sperimenta a tal punto da creare un catalogo tanto eterogeneo quanto ricco di soluzioni formali, capaci di restituire a colpo d’occhio il suo spirito e la sua linea stilistica.
Portando l’esempio più recente della fiera internazionale parigina, Industryplus ha presentato in quella sede tre creativi, Jun Yasumoto, Keiji Takeuchi e lo Studio Juju, sotto il cappello tematico Take a Seat, riuscendo a vincere una sfida tutt’altro che banale. I materiali impiegati sono classici, tubolari metallici e legno curvato, e la tecnica di realizzazione assolutamente tradizionale, sebbene denoti la maestria degli artigiani asiatici coinvolti nella produzione.
LA COLLEZIONE
A rendere però questa collezione interessante sono le soluzioni semplici eppure estremamente efficaci che i prodotti mostrano. La linearità, priva di orpelli, dello sgabello Wimbledon è in realtà un connubio perfetto di funzionalità ed estetica, ergonomia e comodità di utilizzo. La sedia Kei, in legno curvato lavorato come se fosse metallo, sembra raccordarsi in un unico segno calligrafico, un segno delicato che quasi esalta, in accostamento, la sinuosità della sedia Lulu, che, forse con una linea un po’ troppo manierista, curva la classica seduta con doghe da esterno, ammiccando così ai giardini parigini. Prodotti dalla struttura più complessa – come lo specchio Measure of Reflection di Ministry of Design – ne superano la sua comune funzione avvicinandolo all’arredo artistico, in contrapposizione con il paravento New / Old di Kimu Design, che crea dinamismo in un oggetto statico e meramente decorativo rendendo semoventi i suoi ventagli.
Soluzioni che nel dettaglio superano il loro aspetto accattivante e rendono ogni pezzo unico nel suo genere, e ricco di personalità.
‒ Flavia Chiavaroli
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #42
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