Borderlight. City as a vision: un progetto per esplorare le periferie con la luce
La luce come elemento chiave del progetto “Borderlight. City as a vision” con cui il collettivo omonimo s’impegna a creare un percorso luminoso per la scoperta del cantiere di San Vittore e 40 Martiri a Milano
Scoprire luoghi periferici ed inesplorati. Contrapporre la forza e la potenza della luce all’oscurità e alla paura della notte. Elementi che si sfidano da sempre e che ben descrivono la mostra Borderlight. City as a vision, che si svolge a Milano fino al 21 giugno nell’ambito del programma Lacittàintorno di Fondazione Cariplo ed in continuità con il progetto Borderlight di Non Riservato, condotto con il supporto del Comune di Milano. Ecco di cosa si tratta.
L’ARTE COME LUCE NELLE TENEBRE
Una mostra singolare, curata da Gabi Scardi, che si svolge all’aperto, che sfida le tenebre con la luce per ridefinirne le forme, per scolpirne i dettagli e per scoprire nuovi spazi: il Collettivo Borderlight – composto da LorenzoBruscaglioni, Emilia Castioni, Nicola Ciancio, Simona Da Pozzo, Cecilia Di Gaddo, Alice Grassie Isabella Mara – si propone come guida, come fonte luminosa, per condurre lo spettatore in questo percorso. Grandi installazioni allestite, fino al 21 giugno, intorno ai luoghi in fase di trasformazione del cantiere di San Vittore e 40 Martiri. Durante l’intera durata del progetto sono stati organizzati workshop, incontri e talk nel quartiere di Corvetto per conoscerlo, mapparlo ed individuare location adatte all’installazione di opere d’arte permanenti così da realizzare un grande Monumento Diffuso.
IL PERCORSO DELLA LUCE
“Borderlight. City as a vision è frutto di un percorso iniziato anni fa”ci racconta Simona Da Pozzo coordinatrice del gruppo. “Nel 2015, quando diverse realtà, Ex-voto, Asterisma e astronove si sono riunite per iniziare una riflessione sul concetto di notte e di confine. Questi due elementi rimandano alla paura ai margini della città”.
Il progetto e le riflessioni, realizzate nel corso dell’anno, sono sfociate in una prima installazione nel 2016 in occasione del Fuorisalone presso il Ponte delle Gabelle in zona Brera a Milano. “L’anno successivo”ci racconta sempre la coordinatrice Da Pozzo, “sono stati prodotti otto interventi site-specific in diverse location come Santeria Social Club, Mare Culturale Urbano, Parco Sempione e Anfiteatro della Martesana”e conclude “per noi del Collettivo è di fondamentale importanza la relazione con i cittadini che avviene attraverso workshop e altre attività. Renderli protagonisti è una delle nostre parole d’ordine. Li abbiamo coinvolti analizzando assieme il concetto di monumento. Dove si trovano? Che funzione hanno? Quindi l’idea è stata “perchénon esporre opere in spazi periferici con lo scopo di reintegrare i luoghi di confine nell’immaginario collettivo?” Ed ecco che è nata la mostra.”
Il risultato? La serie fotografica Luminescenze di Simona Da Pozzo, Visione periferica di Emilia Castioni,Facade 2672 di Cecilia Di Gaddoe il libro installazione, Passi, di Isabella Mara.
– Valentina Poli
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