Tiro incrociato
Ultima mostra di questa quarantottesima stagione, mostra dal titolo “Tiro incrociato”.
Comunicato stampa
“Lasciato in balia
di se stesso
alla ricerca del punto
che circonda
la terra”
Vincenzo Agnetti
“Gli ambienti dove opero devono
essere luoghi dove le cose accadono realmente
e il ‘dopo’ è sempre diverso dal ‘prima’”
Franco Vaccari
Venerdì 22 giugno 2018 si inaugura all’UnimediaModern l’ultima mostra di questa quarantottesima stagione, mostra dal titolo “Tiro incrociato”.
Avremmo anche potuto chiamare l’evento “Aspettando i cinquanta”, titolo che di per sé non significa nulla, ma che dalle nostre parti ingloba artisti, mostre, eventi, performance... insomma la storia dell’arte contemporanea. I ricordi sono molto vivi, come se questo periodo così lungo - mezzo secolo - non fosse altro che un incredibile eterno presente.
“Tiro incrociato” nasce da un’immagine, più mentale che fisica, molto vaga e non esattamente descrivibile, che ha a che fare simultaneamente con la storia antica e con l’oggi più attuale. Ha in sé qualcosa di doloroso, e allo stesso tempo di profondamente naturale e vitale. Nasce anche, e soprattutto, dalla contemplazione di due mostre recenti che hanno dato a chi scrive tanti motivi di pensiero e di riflessione… Un circumnavigare nella propria stanza, un volare attraverso l’azzurrità… guardando i trailer di due film mai girati.
1° tempo
Mauro Panichella “Ritorno al mondo reale” – Gian Marco Casini Gallery – Livorno – 16 dic 2017
Nero, nero, nero, specchiante, frantumato, neon, fulgorite…
2° tempo
Mauro Ghiglione “Remember” – Galerie Eva Vautier – Nizza – 5 gen 2018
Bianco, bianco, bianco, immagini strappate, mani aperte, foto su sale, bianco e nero, mikado…
Le mostre sono molto diverse tra loro, gli artisti anche, due autonomie che in comune non hanno probabilmente altro che il nome e la città d’origine.
E un “Grand-parent”, che poi è probabilmente il nonno più attribuibile a tutta l’arte contemporanea: Marcel Duchamp!
Ma tra questo “monstre sacrè” e i nostri protagonisti, giovani di due gioventù diverse, mi sono apparsi, quasi evocati, due grandi artisti contemporanei, per i quali ho una grande stima e un grande affetto: Vincenzo Agnetti e Franco Vaccari. Di Vaccari avevamo presentato “Le operazioni in tempo reale” all’Unimedia il 27 maggio 1975, commentate da Pietro Favari, mentre Agnetti era uno degli artisti invitati da Filiberto Menna per la manifestazione “La Somiglianza” nel 1976, nella mostra che parlava dell’immagine, l’immagine aniconica del Concettuale e quella iconica che si vedeva allora riaffiorare col riaffiorare della pittura. Tra le manifestazioni collaterali c’era stata anche la proiezione del film “L’invenzione di Morel”, del regista Emidio Greco. E poiché il mondo è piccolo e complicato come una frittata, il film è tornato, assieme a Emidio, in una mostra di Ghiglione che di tutto questo non sapeva nulla.
Emidio Greco e Vincenzo Agnetti sono già ripartiti per il mondo che più si addice loro, quello delle stelle. Noi siamo qui ancora a faticare, trascinandoci dietro il peso del corpo in un mondo veramente indegno di ricevere arte e bellezza. Ma, malgré tout, i nostri Mauro (ONE e INO) danno il loro contributo perché tutta questa fatica sia un poco più lieve e assecondi l’idea che “beauty is something forever” (J.K.)
14 giugno 2018, Caterina Gualco.