I Cantieri di Roberto Coda Zabetta a Napoli e Portivy
L’artista piemontese ha inaugurato a Portivy, nella penisola di Quiberon, il secondo appuntamento del progetto Cantieri. Dopo lo scenografico intervento dello scorso anno a Napoli che, nel frattempo, è diventato un documentario
La materia pittorica è sempre stata al centro del lavoro di Roberto Coda Zabetta (Biella, 1975), ma declinata, negli ultimi due anni, in grandi progetti di arte pubblica che coinvolgono pittura, architettura, ambiente naturale e paesaggio. L’artista esce dal chiuso dello studio per portare il suo lavoro all’aperto, visibile a tutti e a disposizione di chiunque. È il progetto Cantieri, giunto al suo secondo appuntamento a Portivy nella penisola di Quiberon, in Francia, dopo la scenografica installazione dello scorso anno a Napoli. Che nel frattempo è al centro di un documentario che racconta la città sospesa tra l’arte contemporanea e le sue mille contraddizioni.
CANTIERE 1/ TERRAZZO: NAPOLI
In principio fu Napoli. Scelta di indubbio fascino, ma anche estremamente complicata. Difficile interfacciarsi con una struttura bellissima seppur abbandonata e in uno stato di assoluto degrado come il complesso seicentesco della SS. Trinità delle Monache, prima convento e poi ex Ospedale Militare, oggi in disuso. La terrazza di copertura della struttura diventa il supporto per l’enorme intervento pittorico di Coda Zabetta, promosso dalla Fondazione Donnaregina e visibile da tutta la zona collinare di Napoli. Per tre settimane, dal 22 settembre al 14 ottobre 2017, il lavoro dell’artista piemontese ha creato un nuovo orizzonte che è, al tempo stesso, cesura tra la parte più popolare della città, i Quartieri Spagnoli, e quella più scenografica, la collina di San Martino, che domina tutta Napoli, ma anche la sua perfetta sublimazione. Il processo del lavoro è stato documentato dal fotografo e filmmaker Henrik Blomqvist ed è al centro di un film che racconta il lavoro lungo 10 mesi.
CANTIERE 2 / HARBOUR: PORTIVY
A quasi dieci mesi di distanza da Cantiere 1, è stato inaugurato il 2 giugno Cantiere 2 / Harbour, una grande opera pubblica sul molo di Portivy. Per realizzarla l’artista ha trasferito il suo studio in Bretagna, dove ha vissuto per quasi un mese a stretto contatto con la comunità locale. Un progetto alla cui base vi è un rapporto di reciproca implicazione tra pittura, architettura e natura. E con una componente di sperimentazione fortissima. Il progetto a Portivy ha contemplato la realizzazione di un grande intervento nel porto della cittadina. Coda Zabetta è intervenuto con un pigmento naturale, ottenuto dalla polvere delle ostriche, dalla colla di pesce e da un aggrappante Airlite, usato per la realizzazione di prodotti a impatto zero, dipingendo l’intera costa che circonda il porto, zona sotto la protezione del Conservatoire du Littoral.
Dopo aver steso il composto, l’artista è intervenuto sul colore con l’aria compressa per creare sfumature. Una grande opera effimera destinata a essere dissolta dalla forza del tempo e del mare. Ancora una volta, come per Napoli, tutto verrà documentato da un film.
– Mariacristina Ferraioli
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