Cuore in gola. La nuova edizione del Santarcangelo Festival
Con oltre 150 appuntamenti, 54 formazioni da tutto il mondo, 200 artisti e con la partecipazione dei cittadini, torna dal 6 al 15 luglio 2018 Santarcangelo Festival, storico appuntamento dedicato alla performance contemporanea internazionale.
“Pensa a qualcosa che ti fa davvero paura”. Questo l’invito della 48esima edizione del Santarcangelo Festival che, come di consueto, si terrà a Santarcangelo di Romagna. Dieci giorni che animeranno il piccolo borgo dalla mattina all’alba accogliendo 54 formazioni e circa 200 artisti provenienti da tutto il mondo.
Al secondo anno di direzione artistica di Eva Neklyaeva, nata a Minsk e formatasi a Helsinki come curatrice e direttrice di istituzioni artistiche internazionali, e Lisa Gilardino, manager internazionale di performing arts e curatrice, il festival conferma la sua posizione nella scena contemporanea internazionale con 150 appuntamenti che vogliono ricreare lo stato emotivo della paura. “Cuore in gola”, infatti, è il claim del festival che con performance, teatro, danza, concerti, cinema, dj set, escursioni e pratiche sportive dedicate al benessere e alla cura del corpo, tenta di ridare valore al rapporto con la natura che in questo caso diventa spazio di sperimentazione.
E seguendo questo filo rosso nel programma si incappa in Ingri Fiksdal, coreografa norvegese per la prima volta in Italia con Night Tripper, un’inusuale passeggiata/performance nel bosco, e Diorama for Santarcangelo, esperienza onirica, su una spiaggia di Rimini all’alba, sulla percezione del paesaggio naturale. Don’t be frightened of turning the page di Alessandro Sciarroni, invece, prende spunto dal movimento migratorio di alcuni animali che al termine della loro vita tornano a riprodursi e a morire nel luogo dove sono nati.
Negli Orti dei Frati Cappuccini agisce Cristina Kristal Rizzo con ikea, un flusso continuo e ipnotico. Mentre Muna Mussie presenta Oasi, coproduzione del festival, e Punteggiatura, opera d’arte collettiva, un libro di stoffa, realizzato dalla Scuola delle Donne | Pilastro (CESD), Biblioteca Italiana delle Donne per Right to the City, prime dieci giornate di Atlas of Transtions Biennale.
I PROTAGONISTI
Adulti, adolescenti e bambini del territorio sono fondamentali per Multitud di Tamara Cubas, dall’Uruguay, performance nello spazio pubblico con circa settanta volontari. Mentre l’artista greca Panagiota Kallimani, per la prima volta in Italia, presenta Arrêt sur image, risultato di un laboratorio con bambini che trasporta il quotidiano in un mondo surreale.
Your word in my mouth, invece, creazione prodotta da e per il Kunstenfestivaldesarts di Bruxelles da Anna Rispoli, Lotte Lindner & Till Steinbrenner, invita gli spettatori a donare la loro voce alle parole di alcune persone intervistate sul tema dell’amore. I Motus, artisti associati del festival, presentano Panorama, una biografia plurale e visionaria del gruppo interetnico di performer del teatro newyorkese La MaMa, e CHROMA KEYS di Enrico Casagrande, Daniela Nicolò e Silvia Calderoni.
Dall’Australia Nicola Gunn, artista rivelazione dell’ultima edizione del Coil Festival di New York, per la prima volta in Italia con Piece for Person and Ghetto Blaster. In Gentle Unicorn, di Chiara Bersani, coproduzione del festival al suo debutto, il pubblico si confronta con il corpo politico. Prima tappa di un progetto che troverà forma compiuta nel 2019, I am within di Dewey Dell vede una bambina, sola in scena, che si confronta con la paura. Artista affermata in Brasile, Michelle Moura presenta FOLE, esplorando l’interazione tra respiro, voce e movimento. Lavoro che contamina drammaturgia e intervento sociale 105: society for the creatively maladjusted di Nana Biluš Abaffy, nominata al prestigioso Premio Kier come più talentuosa coreografa emergente nel suo Paese, per la prima volta ospitata fuori dall’Australia.
Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, con Francesco Alberici, presentano Scavi, coproduzione del festival, prima e unica restituzione pubblica della ricerca per il nuovo spettacolo teatrale Quasi Niente, liberamente ispirato a Deserto Rosso di Michelangelo
Antonioni, che debutterà a ottobre 2018.
LO SPAZIO PUBBLICO
Tra le performance che si svolgeranno nello spazio pubblico: Those ghels di Buhlebezwe Siwani, artista e sciamana, e Chuma Sopotela, regista e performer, performance tra danza e video con cui viene decostruita la rappresentazione del corpo femminile nei video musicali per la prima volta in Italia dal Sudafrica; Unravelling vein di Sissi che immagina il Paese come un corpo emotivo.
Tra i progetti speciali, realizzati con la comunità di teenager locali, la non-scuola / Teatro delle Albe, Let’s Revolution! e WASH UP con Eva Geatti & Slander, percorsi che coinvolgono i ragazzi durante tutto l’anno e che culminano nel festival.
‒ Alessandra Corsini
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