Palma Bucarelli – Catalogo

Informazioni Evento

Luogo
PROGETTO ARTE ELM
Via Mario Fusetti 14, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Il
Vernissage
04/07/2018

ore 18,30

Curatori
Angela Madesani
Generi
presentazione

In occasione della presentazione del catalogo la galleria ha organizzato un dibattito sulla figura di Palma Bucarelli e il suo rapporto con l’arte contemporanea.

Comunicato stampa

Presentazione catalogo - dibattito sulla figura di Palma Bucarelli

Mercoledì 04 Luglio ore 18:30

Pesentazione catalogo a cura di Angela Madesani

Da un progetto di Palma Bucarelli del 1973.

THE GOLDEN NIGHTINGALE. RICOSTRUZIONE DI UNA MOSTRA

Enzo Cacciola - Paolo Cotani - Marco Gastini - Carmengloria Morales - Gianfranco Zappettini

In occasione della presentazione del catalogo la galleria ha organizzato un dibattito sulla figura di Palma Bucarelli e il suo rapporto con l’arte contemporanea.

Interverranno al dibattito

• Angela Madesani, Storica dell’arte e curatrice indipendente, Insegna all’Accademia di Brera e all’Istituto Europeo del Design di Milano. curatrice della mostra e del catalogo.

• Rachele Ferrario, autrice del volume "Regina di quadri: vita e passioni di Palma Bucarelli", Mondadori 2010. Storica e critica d’arte contemporanea, insegna fenomenologia delle arti all’Accademia di Belle Arti di Brera.

• Gli artisti Enzo Cacciola e Gianfranco Zappettini

«La Galleria sono io», diceva Palma Bucarelli a proposito del suo museo, la Galleria nazionale d’arte moderna di Roma (Gnam). Un museo che ha creato e diretto dal 1941 al 1975, anni particolarmente difficili, con grinta e competenza, tra contrasti e polemiche. Nata a Roma, da padre calabrese e madre siciliana, cresciuta in varie città d’Italia al seguito del padre che era vice prefetto, è entrata per concorso nell’Amministrazione delle Belle Arti. Prende, quindi, servizio alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna alla vigilia della guerra, nel 1939. Qui passa quasi immediatamente al ruolo direttivo in sostituzione di Roberto Papini. Già nel 1942 aveva saldamente in mano le redini della Galleria, che avrebbe tenuto con fermezza e abnegazione per oltre trent’anni. È stata la prima donna ad affermarsi al vertice dell’amministrazione statale dei musei. Nel corso degli anni ha studiato molto, ha guardato molto oltre la situazione italiana si è aggiornata continuamente diventando una figura chiave nell’arte contemporanea; esigente e perfezionista con se stessa e con gli altri, ha primeggiato in tutto. Di grande bellezza e di ottimo gusto veniva definita: “Palma dell’eleganza”. Nel corso degli anni ha rappresentato un modello d’eccellenza che ha suscitato sentimenti contrastanti, elogi e invidia, ma che non è mai passato nell’indifferenza. Non esitò a impostare la voce andando a lezione dalla grande attrice Andreina Pagnani, imparò a sciare, nuotare, a cavalcare. Aspra e autoritaria, si servì del suo indiscutibile fascino come arma di difesa e di offesa. Prima donna a essere nominata direttore di un museo, Bucarelli ha segnato una svolta decisiva nella politica culturale italiana per lo spirito e l’intelligenza con cui ha guidato la Gnam e per questo è stata soprannominata la “Regina di quadri”. La prima impresa in cui Palma si distinse – e che Indro Montanelli amava ricordare – fu quella di mettere in salvo dai bombardamenti numerose opere d’arte, ricoverandole dapprima presso il Palazzo Farnese di Caprarola, poi, dopo l’8 settembre 1943, con l’inasprirsi delle rappresaglie attorno a Roma, riportandole clandestinamente in città per nasconderle a Castel Sant’Angelo, sotto l’egida del Vaticano. Dal 1944, con la riapertura della Gnam, inizia l’ascesa della Bucarelli. Avvalendosi dell’aiuto di critici d’eccezione, come Lionello Venturi e Giulio Carlo Argan, la Bucarelli sperimentò un nuovo modello di museo contemporaneo, attento sia al lato didattico, che alla riflessione critica. Sotto quest’aspetto Palma rivendicò sempre il diritto-dovere di schierarsi, di esercitare una funzione critica e militante, caratterizzata dalla capacità di giudizio e dalla consapevolezza di una piena assunzione di responsabilità. E siccome a suo parere le avanguardie storiche dell’inizio del XX secolo erano completamente assenti dalle collezioni della Galleria, alla sua riapertura, nel ’44, l’obiettivo principale della direttrice divenne colmare le lacune e fare del “suo” museo una istituzione in cui fossero rappresentati i più importanti movimenti degli ultimi duecento anni. Quasi alter ego di Peggy Guggenheim, amava gli informali e l’astrattismo, il nouveau réalisme, tanto da liquidare Guttuso e De Chirico. Espose Picasso (1953), fece la prima mostra in Italia di Modigliani, Mondrian (1956), di Pollock (1958), di Rothko (1962), di Burri, Pascali e Manzoni. Per il Grande sacco di Burri scatenò nel ’59 un’interrogazione parlamentare bipartisan, da parte dei comunisti e dei democristiani. Più tardi, nel ’70, fu la Merda d’artista di Manzoni a farla finire in tribunale. È morta a Roma nel 1998.