Cyclic Law. Uscita numero 100 per l’etichetta musicale
Nuova uscita per la rubrica musicale “Octave Chronics”. Che questa volta racconta la 100esima uscita dell’etichetta Cyclic Law.
È davvero straniante assistere alla performance del collettivo Phurpa durante una delle serate In Stereo di Boiler Room. “Mentre eravamo a Mosca per lo ‘Stay True Russia’”, raccontano gli ideatori e gestori di questa piattaforma che trasmette online concerti e dj set di musica elettronica, “ci siamo imbattuti quasi per caso in una delle loro performance e abbiamo avuto l’onore di filmarla in situ. Intensamente meditativi, cupi e inquietanti, ma allo stesso tempo leggeri, liberatori – la loro musica non assomiglia a nulla di tutto quello che avevate ascoltato finora a Boiler Room”. E in effetti il misterioso collettivo russo – che ha da poco fatto uscire Monad, split-album con Visions (Frederic Arbour) che festeggia l’uscita numero 100 dell’etichetta Cyclic Law – lo vedremmo meglio a officiare una cerimonia liturgica nelle profondità della taiga, piuttosto che nelle patinatissime location scelte da Boiler Room.
MUSICA SACRALE
Phurpa è ispirato dalla musica rituale della Bön, un’antica religione del Tibet e del Nepal fondata presumibilmente dal Buddha Tönpa Shenrab Miwoche e diffusa anche in alcune aree dell’India, del Bhutan e della Cina: centrale, per officiare i suoi riti, è il canto dei monaci (il cosiddetto rgyud skad) che, nella fase del cosiddetto “bon manifesto”, conduceva a uno stato di estasi intonando suoni arcaici con un registro della voce molto basso, accompagnato da strumenti a percussione (gshang, tamburo a clessidra, cimbali, campane, tamburi), trombe di conchiglia e di femore umane, trombe telescopiche (il dung-chen) e oboi.
L’ETICHETTA CYCLIC LAW
È una musica che meglio non potrebbe veicolare quella legge ciclica a cui fa riferimento il nome dell’etichetta fondata nel 2002 da Frederic Arbour a Montréal e trasferitasi a Berlino a partire dal 2015. Esplorando i territori più reconditi della dark ambient (l’uscita 101 è un disco del leggendario Peter Andersson, dal lontano 1991 noto come raison d’être) e dell’elettronica più oscura, la Cyclic Law ha consolidato un nome e una reputazione che possono permetterle di propagare, al suono di frequenze basse e avvolgenti, un approccio genuinamente ritualistico e spirituale all’arte dei suoni anche in ambienti dove l’unico rito conosciuto è quello dell’after.
– Vincenzo Santarcangelo
www.cycliclaw.com
www.boilerroom.tv
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #43
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