Fantagraphic. Horus e Anubi, gli dei decaduti
Due libri da tenere come guida, quasi spirituale, per affrontare il fallimento e l’umanità. Coconino Press ripubblica un grande successo e presenta una storia nuova: due fumetti collegati dagli stessi personaggi e dalla stessa vocazione deformante e ironica che riguarda la nostra società.
Una piccola graphic novel di neanche 60 pagine racconta la storia di Horus, nome che dà anche il titolo al fumetto, un dio falco abbastanza decaduto e in cerca della sua amata terra, l’Egitto. Marco Taddei e Simone Angelini sono gli autori di questo racconto, di questa avventura un po’ allucinata edita da Coconino Press. La stessa casa editrice manda in stampa la nuova edizione di Anubi, altro dio decaduto e nella cui storia si intravede il personaggio di Horus. Anubi qualche anno fa è stato un caso di grande successo e attenzione da parte del pubblico, per la sua capacità espressiva e visiva di parlare a tutti di temi importanti come l’aldilà e i confini. Horus altro non è che un amico di Anubi, con cui questi condivide la triste sorte del fallimento.
HORUS, LO STRANIERO
Horus è l’amico perfetto per le bevute al bar e per qualche scorribanda. È un dio che non ha neanche l’aspetto di un dio: piccolo e bruttino. Dalle prime pagine del fumetto si legge: “Non ha una vera e propria turba psichica, ma vive di tranquillanti ed entra ed esce dal centro di igiene mentale in modo da non nuocere ai suoi concittadini, che comunque anche così mal lo sopportano”. Horus vagheggia cercando il caro Egitto con le sue piramidi, è lì che vuole fare ritorno. È un dio sofferente in una terra straniera. È isolato, ai margini della società e con una sola fonte di sopravvivenza legata a droghe e oppiacei.
Horus è quindi un racconto che si pone a più livelli linguistici e simbolici, e più che mai oggi la sua condizione di straniero diventa una chiave di lettura attualissima. Questa storia porta Horus e i suoi lettori negli inferni e nel mondo sotterraneo, dove il piccolo e bruttino dio si trova a combattere contro altre divinità egizie che fanno riferimento, come per Anubi, alla città di Vasto. L’unico sentimento nuovo che arriva improvviso con lo scorrere delle pagine è l’odio per Anubi. È qui che si crea infatti una piccola frattura tra le due divinità sfigate, causata con molta probabilità dall’intorpidimento farmaceutico di Horus.
ANUBI, NOSTRO SPECCHIO DEFORMANTE
Taddei e Angelini costruiscono magistralmente un breve racconto che serve a delineare meglio e ad aggiungere un ulteriore tassello nella storia primaria e principale, quella di Anubi. Ricordiamo che Anubi è il ritratto della città abruzzese sopra citata e che, parafrasando luoghi e persone, crea un racconto affettivo e quasi familiare. Anubi è infatti uno specchio deformante della città di Vasto, ma non da ricondurre solo a questa. È immagine rivista e disegnata di tutto quel provincialismo che il nostro Paese conosce bene.
Anubi, si legge nel nuovo volume, “vive al mare, in una piccola città. I suoi concittadini se la passano male tra degrado quotidiano e terribili serate passate a bere nei bar, in patetici cenacoli di rancore e meschinità”. In breve: è un dio che frequenta sociopatici e che al massimo può offrire un Campari. Lui non ci pensa proprio a tornare in Egitto. Vive la sua solitudine come una conquista, anche se dietro la maschera dell’ironia del dio-cane nasconde una tristezza infinita e epocale.
Nonostante sia un dio, a un certo punto è costretto ad ammettere la sua umanità: il suo fallimento che altro non è che un viaggio del tutto al contrario. Anubi è un successo del 2015 che resiste al passare degli anni.
– Margherita Bordino
Taddei & Angelini – Horus
Coconino Press, Roma 2018
Pagg. 320, € 10
ISBN 9788876183638Taddei & Angelini – Anubi
Coconino Press, Roma 2015
Pagg. 320, € 19
ISBN 9788876183911www.fandangoeditore.it
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