Sicilia, emergenza art system. A Catania torna Art FaCTory, una fiera che è innanzitutto una scommessa. Vecchi e nuovi collezionisti crescono?
Fiere come se piovesse. Fiere come funghi, fiere di qua e fiere dillà. Ma solo da Roma in su. Il fenomeno dell’expanding-fair interessa, chiaramente, quella parte d’Italia che può vantare un – più o meno efficiente – sistema dell’arte. E, dunque, un mercato. Già, il mercato: questo grande sconosciuto, almeno per il Sud. Dove vendere […]
Fiere come se piovesse. Fiere come funghi, fiere di qua e fiere dillà. Ma solo da Roma in su. Il fenomeno dell’expanding-fair interessa, chiaramente, quella parte d’Italia che può vantare un – più o meno efficiente – sistema dell’arte. E, dunque, un mercato. Già, il mercato: questo grande sconosciuto, almeno per il Sud. Dove vendere e comprare arte contemporanea è ancora una roba per quattro fanatici. Gente che, per altro, una volta su cinque compra al Nord o all’estero. Quindi, gallerie pochissime, collezionisti quasi niente, artisti e curatori in fuga, musei pressoché inesistenti. E le fiere? Non ci sono. E quando ci sono, assomigliano a certe manifestazioni di provincia, di respiro locale e dalla qualità discutibile.
A Catania, però, qualcosa si muove. Art FaCTory 02 è la seconda edizione di un appuntamento fieristico, ospitato negli spazi delle Ciminiere, tutto orientato ai linguaggi del contemporaneo e con una quarantina di gallerie, giunte da varie parti dello stivale. Un evento che prova a crescere e ad affinare l’organizzazione, candidandosi a diventare, in un futuro magari prossimo, punto di riferimento per il meridione.
Dunque, da quest’anno: apertura fino alle 22, più espositori internazionali, ampliamento della campagna di comunicazione, presenza di riviste di settore, eventi collaterali – tra cui una tavola rotonda sullo stato dei musei siciliani – e un programma speciale riservato ai collezionisti.
E le gallerie? Tra i tanti nomi che arrivano dal sottobosco, per lo più sconosciuti, anche qualche presenza nota, habituè delle fiere più popolari: Astuni, Cà di Frà, Forni, Bonelli, Poggiali & Forconi, Tega, Carta Bianca, Antonia Jannone. A promuovere il tutto c’è, tra gli altri, il giovane notaio innamorato dell’arte, Andrea Bartoli, Presidente della fondazione Farm Cultural Park di Favara.
Siamo ancora all’alba, con tanto, tantissimo lavoro da fare, me le premesse, stavolta, sembrano buone. E da quel che dicono, i risultati delle vendite nel 2011 sono andati oltre ogni aspettativa. Che è la cosa più importante. Resistere, dunque, e puntare a un progressivo miglioramento dell’offerta e della selezione. Questo l’augurio. Nel tentativo di perseguire una mission importante: attirare i collezionisti del territorio, affinché si abituino ad acquistare anche al Sud, ma soprattutto formarne di nuovi, intercettandoli, interessandoli, coinvolgendoli. Difficile, ma necessario. Uno di quei casi in cui il classico sistema-fiera potrebbe rivelare un ruolo specifico e una funzione cruciale.
– Helga Marsala
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