Firenze verso le celebrazioni leonardiane: pronta la nuova sala di Leonardo da Vinci agli Uffizi
Dopo le polemiche suscitate dal riallestimento della sala di Michelangelo e Raffaello, è stato presentato anche lo spazio dedicato al maestro toscano, orientato verso un linguaggio analogo. E, dopo oltre 30 anni dalla precedente mostra, a fine ottobre tornerà in città il Codice Leicester di Leonardo.
Dal rosso “deciso ma un po’ filtrato” che unifica il percorso dedicato a Caravaggio e la pittura del Seicento, presentato lo scorso febbraio, al “grigio pallido”, dipinto a spatola, della nuova Sala di Leonardo agli Uffizi. Evoca gli interni delle chiese toscane del Quattrocento, per le quali i tre dipinti riuniti in questo spazio vennero eseguiti, il colore scelto per l’intervento con cui prosegue il processo di rinnovamento del principale museo fiorentino. Proprio accanto alla chiacchieratissima sala di Michelangelo e Raffaello, i visitatori possono ora vedere il Battesimo di Cristo – opera che, secondo il racconto vasariano, avrebbe spinto Verrocchio ad allontanarsi dalla pittura, nell’impossibilità di “sostenere il confronto” con l’allievo Leonardo, al quale si devono le porzioni a olio – e le leonardesche Annunciazione e Adorazione dei Magi, in origine collocate, rispettivamente, nella chiesa di Monteoliveto e nella chiesta di San Donato, a Scopeto.
PROSSIMAMENTE A LAVORO SUL CINQUECENTO VENEZIANO
In analogia con gli spazi inaugurati nei mesi scorsi, l’impostazione sul fronte dell’allestimento si mantiene inalterata. Anche in questo caso, infatti, le opere sono state inserite all’interno di strutture espositive ad hoc, progettate per assolvere a una triplice funzione: assicurare ottimali condizioni di microclima; garantire la sicurezza di questi capolavori; annullare gli effetti di rifrazione della luce, a vantaggio della visibilità. L’ambiente generato risulta visivamente più omogeneo rispetto all’adiacente sala di Michelangelo e Raffaello, nonché incline verso una maggiore rarefazione. Rispetto al suo potenziale, tuttavia, la portata di quest’ultimo aspetto sembra ridursi dinanzi alle notevoli dimensioni delle “cornici” identificative delle tre teche. E c’è chi, di conseguenza, dopo l’evocazione dell’oblò per il Tondo Doni, di fronte all’Adorazione dei Magi – di recente restaurata dall’Opificio delle Pietre Dure, su finanziamento degli Amici degli Uffizi – ha avanzato il paragone con una sorta di “grande schermo televisivo”. A “un tipo di visita lenta, meditata, in cui il visitatore può confrontare le opere e capire l’evoluzione stilistica di Leonardo giovane” punta con tenacia Eike Schmidt, che con questo allestimento intende “rendere anche giustizia alla storia dell’arte, collocando le opere dell’artista immediatamente dopo le sale dedicate al ‘400 fiorentino”. In occasione della presentazione della nuova sala, il direttore delle Gallerie degli Uffizi ha inoltre anticipato che la prossima operazione riguarderà le opere della collezione del Cinquecento veneziano.
IL CODICE LEICESTR AGLI UFFIZI; VERROCCHIO A PALAZZO STROZZI
A partire dal 30 ottobre, l’Aula Magliabechiana degli Uffizi ospiterà Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci. L’Acqua Microscopio della Natura. La mostra,curata da Paolo Galluzzi, precederà l’inizio delle celebrazioni internazionali a cinquecento anni dalla morte del maestro toscano, uno dei grandi appuntamenti culturali del prossimo anno. Realizzato dalle Gallerie degli Uffizi e dal Museo Galileo, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, l’appuntamento colmerà l’assenza da Firenze – durata oltre trenta anni – del manoscritto sul quale Leonardo, a partire dal 1504, trasferì il suo genio nella forma di disegni, schizzi e diagrammi; le pagine del Codice saranno rese integralmente visibili attraverso una nuova tecnologia. La mostra degli Uffizi, in chiusura il 20 gennaio 2019, passerà quindi idealmente il testimone a Verrocchio. Il maestro di Leonardo, al via l’8 marzo 2019 a Palazzo Strozzi.
– Valentina Silvestrini
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