Umberto Mariani – Frammenti da Bisanzio
Mostra personale
Comunicato stampa
«Ho capito solo alla mia età quella famosa frase di Picasso: “Io non cerco, trovo”. Non riuscivo a comprenderne il significato. Oggi, invece, usando il piombo nel mio panneggio, che si avvale di linee rette e non è quindi un panneggio vero, realistico, come nei pittori del Cinquecento, mi sono reso conto di creare delle forme simboliche. Ho scoperto così il significato di quella frase».
Così l’artista Umberto Mariani, nato a Milano il 16 novembre del 1936, ha parlato della sua mostra “Frammenti da Bisanzio” curata da Giovanni Granzotto e organizzata da Il Cigno GG Edizioni che verrà inaugurata il prossimo 18 luglio nelle sale dei Musei di San Salvatore in Lauro di Roma. L’evento sarà anche l’occasione per festeggiare i 50 anni dalla fondazione della Casa Editrice romana.
La mostra ha avuto una sua prima tappa a Ravenna, all’interno del Museo Nazionale, luogo di eccellenza per il parallelismo tra panneggi contemporanei dell’artista meneghino e i mosaici bizantini conservati nella città, capitale dell’esarcato.
I panneggi del maestro Mariani sono realizzati in piombo, e il piombo, nell’alchimia, ha un significato ben preciso: è il metallo di Saturno, della notte, l’opposto dell’oro. Il piombo contiene un pensiero non espresso che l’artista, diventato una sorta di sacerdote, cerca di evocare: la verità delle cose, sembra dirci, non si fa conoscere attraverso il linguaggio ma solo attraverso l’esperienza. E Umberto Mariani predilige l’esperienza artistica.
«Ho trovato il mio panneggio assimilabile a quello bizantino. Per questo ho intitolato la mostra così. È un panneggio stilizzato, geometrizzato ma allo stesso tempo plastico. Le mie pieghe non hanno nulla di veristico e di reale, si avvalgono di forme e significati simbolici. Il panneggio è parte integrante della storia dell’arte, è sempre stato presente. Dai Greci fino alla fine del Settecento e poi con me. Chi non ricorda il panneggio mosso dal vento della Nike di Samotracia?».
Anche nella serie dei Piombi l’artista fornisce un'idea stilizzata ed essenziale del soggetto. Forme più meditate suggeriscono una lettura più pacata ed intima dell’opera. «Proprio così, il panneggio ha perduto ogni forma veristica, si è come cristallizzato in linee rette che sicuramente volgono ad affermare una visione più idealistica, più simbolica».
La vita dell’artista, che per un lungo periodo si è avvicinato alla Pop Art, diventando un esponente di assoluto rilievo, è stata condizionata da un senso di ribellione nei confronti della tradizione americana. Per questo, con le sue opere aspira a ripresentare nel panorama artistico quei valori spirituali che sono stati cancellati.
«Con orgoglio mi reputo partecipe e co-protagonista del “Made in Italy”. Adesso nei lavori che faccio voglio accomunare bellezza e bontà. Siamo purtroppo arrivati ad una celebrazione semplicistica del consumismo, a scimmiottare altre culture. Non avendo un passato, gli americani, adorano il presente e noi europei ci siamo adeguati a questa regressione di civiltà. Un fatto che fa ridere e anche piangere. Ci siamo adeguati alla cultura americana. Senza storia, senza passato».
Mariani ha anche fortemente condizionato la sua città natale con la sua arte: «La mia città, fino agli anni Cinquanta, è stata sempre legata all’industria pesante, emblema della modernità più progressista. Negli anni Sessanta e Settanta cambia, divenendo la città della moda e del design. Io, nelle mie creazioni, esprimo proprio questo cambiamento».
«In questa ossessione per il panneggio è collocata la chiave di volta delle ragioni per le quali ha abbandonato completamente la figura a favore di un unico elemento, che aveva un suo significato all’interno dello spirito dell’opera, ma che sembrava non costituire il segreto principale della sua arte. Dopo d’allora, la piega diviene il suo “marchio di fabbrica” (se mi è consentita l’espressione) e, più ancora, il senso profondo della sua riflessione e della sua creazione. Questo è ciò che lo distingue da tutti gli artisti americani ed italiani, che hanno scelto la stretta strada del monocromo. D’altra parte non ha potuto che mantenersi fedele e ricorrere a questa pratica, che rappresenta anche l’essenza della sua pittura, che si colloca ai confini dell’espressione artistica, vivendo unicamente nell’ottica del quadro, ma che mantiene un’ultima e sottile allusione ai suoi illustri e antichi predecessori» le parole di Gérard-Georges Lemaire.
«Certamente egli possiede una perizia tecnica e un mestiere straordinario, appresi attraverso l’insegnamento di Funi, seguito e coltivato con rigore e disciplina; certamente la sua padronanza dei percorsi dell’arte, da quella antica fino a quella contemporanea, è assoluta; eppure fin dalle prime prove importanti, fin da questi Oggetti allarmanti, si appalesa un’altra faccia dell’artista, un’altra nota caratteristica e direi costitutiva, peraltro mai dismessa o trasgredita durante tutta la sua vorace fatica creativa: Mariani non soffre mai di nostalgia, non è un laudator temporis acti; meno che meno è un restauratore di consunti brani del passato, come uno abituato ad avvolgersi solo di memorie. È piuttosto una farfalla per nulla impazzita che volando ovunque riesce a riconoscere ciò che più gli serve per proporre la sua, alternativa, visione del mondo. Certo in quel primo e già importante, se non decisivo, periodo si evidenzia il suo amore per una plastica di impianto antico, per una tridimensionalità di natura scultorea; ma anche affiora tutto l’amore e la fascinazione che prova per la visionarietà di Sutherland e per quel suo trasfigurante metamorfismo» chiosa Giovanni Granzotto.
Saranno cinquanta le opere esposte nei Musei di San Salvatore in Lauro di Roma dove si potrà apprezzare un connubio, una sinergia tra Arte Antica e Arte Contemporanea. Le architetture cinquecentesche del chiostro dei Musei faranno da contraltare alle opere “panneggiate” del Maestro Mariani. Inoltre, a ulteriore dialogo con le opere del Maestro, saranno esposte alcune importanti icone. Le opere di Mariani, le icone e la diretta visione delle splendide arcate rinascimentali permetteranno un immediato parallelismo tra i vari modi di “fare arte”.
In contemporanea all’apertura della mostra di Umberto Mariani, nei Musei di San Salvatore in Lauro, sarà inaugurata un’esposizione di cinquanta opere d'arte – cinquanta come gli anni della Casa Editrice – a sostegno di ragazze madri in Italia. Le opere saranno visibili fino al 25 settembre quando saranno battute all'asta da Christie's.