Il gallerista Enrico Astuni torna a Fano dopo 25 anni. Mostra diffusa nella città

Dopo decenni il gallerista oggi a Bologna torna nella città di Fano, sede della sua prima galleria, per allestire una grande mostra diffusa con le opere frutto di 35 anni di lavoro. Ne abbiamo parlato con Astuni…

A Fano è cominciata la sua storia di gallerista e ora, quella la città nelle Marche, diventa il teatro di una mostra diffusa, con una selezione di opere di artisti che hanno attraversato gli spazi della galleria dalla fine degli anni ’80 ad oggi. Una sorta di ritorno alle origini, ma anche di grande festa celebrativa di una storia lunga più di trent’anni.

IL RAPPORTO CON FANO

La mostra si intitola Oltre il Colore come Tabù ed è organizzata dalla Galleria Enrico Astuni Bologna con il patrocinio di Fondazione Cassa di Risparmio di Fano, Sistema Museale di Palazzo Bracci Pagani, Comune di Fano Assessorato Cultura e Turismo e dall’Accademia Vitruvio Fanum. “Come gallerista sono nato a Fano, dove ho fatto tante mostre di ottima qualità di artisti come Luigi Ontani, Aldo Mondino, Carla Accardi, curate da Achille Bonito Oliva, Marco Senaldi, Luca Beatrice e tanti altri”, racconta ad Artribune Enrico Astuni. “Poi mi sono trasferito per un po’ di anni in Versilia, a Pietrasanta, e ora sono a Bologna. Quindi, sono stato lontano dalla mia città per circa 25 anni, anche se ho la famiglia qui e vengo ogni settimana. Però il lavoro non l’ho più fatto qui e molti amici collezionisti mi chiedevano di fare un bel progetto, così ho deciso di impegnarmi e sono riuscito a farlo. L’ho presentato alla Fondazione Cassa di Risparmio di Fano e ho trovato nel suo Presidente un uomo molto appassionato che mi ha affidato un palazzo ristrutturato, dove fanno già mostre. Ho trovato grande disponibilità anche da parte del sindaco e dell’assessore”.

UNA MOSTRA DIFFUSA

La mostra, a cura di Lorenzo Bruni, ha infatti la sua sede principale presso Palazzo Bracci-Pagani – con le opere di maestri storici come Carla Accardi, Sandro Chia, Luciano Fabro, Piero Gilardi, Maurizio Mochetti, Luigi Ontani, Mimmo Paladino tutti letti in vari momenti del loro lavoro, un autentico omaggio alla grande arte italiana di questi decenni, eun progetto speciale di David Medalla e un omaggio a Fano con gli artisti locali Emilio Antonioni, Antonio Rasile, Donatello Stefanucci– ma si sviluppa anche in altri luoghi della città. “Nella piazza XX settembre, per esempio, ho messo una grande scultura di Sandro Chia”, continua Astuni, “mentre un’importante scultura di Mimmo Paladino l’ho portata al mare, in una piazzetta che si chiama Anfiteatro Rastatt, ed è caratterizzata da una specie di soldato che guarda verso nord in modo molto suggestivo”. Si tratta di una collettiva con un taglio ben preciso. “Quasi tutte le opere esposte le ho chieste ai collezionisti che nell’arco di 35 anni hanno dato fiducia a questi lavori che io ho consigliato”, aggiunge Astuni. “Penso che questa mostra possa far riflettere più interlocutori: la città, per spronarla ad avere più coraggio e a continuare a fare le cose per bene; il collezionismo, per incoraggiarlo perché, se fatto con attenzione, può dare risultati di un certo livello come dimostrano certi acquisti azzeccati; la gente, per risvegliarne l’attenzione per tutto quello che è arte contemporanea, anche in una piccola città come Fano”. Una mostra che, grazie al suo format diffuso, è anche un modo per far scoprire spazi e luoghi inediti della città. “Un importante collezionista romano ci ha affidato un’opera che io gli avevo venduto molti anni fa, forse una delle opere più importanti di Luigi Ontani che si chiama la Crociverbovia”, conclude Astuni. “È una Via Crucis in 8 stazioni ed è stata montata nella Chiesa di San Pietro in Valle. È un monumento, forse uno dei monumenti più belli della città ed è una suggestione incredibile entrare e trovare queste piccole ceramiche di Ontani in questa chiesa barocca, piena di stucchi”. La chiesa è talmente barocca, pare abbia dichiarato Ontani, che qui io divento ‘minimal’…

     Claudia Giraud

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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