La Toscana e il contemporaneo. Michelangelo Pistoletto a Pisa
Palazzo Gambacorti e Chiesa di Santa Maria della Spina, Pisa ‒ fino al 2 settembre 2018. Ludovico Pratesi descrive l’intervento di Michelangelo Pistoletto da lui curato presso le due sedi pisane. Sottolineando la sempre più massiccia presenza della creatività contemporanea in terra medicea.
È interessante riflettere sul fatto che in Italia, al di fuori delle grandi città come Milano, Torino, Roma e Napoli, sia spesso difficile far accettare dal pubblico mostre di arte contemporanea, che molte volte vengono viste come corpi estranei, entità aliene e avulse dal contesto storico e monumentale, dominato dalla presenza soverchiante dell’antico. Un caso macroscopico era rappresentato da Firenze fino a qualche anno fa, prima della visione lungimirante di Dario Nardella e Sergio Risaliti con il fondamentale contributo della Fondazione Palazzo Strozzi diretta da Arturo Galansino: sta di fatto che l’intera Toscana, culla del Rinascimento sei secoli fa, oppone una certa resistenza “ideologica” al contemporaneo. “Cosa vuoi che rappresenti un Damien Hirst o un Jeff Koons per chi ha dato i natali a Masaccio, Donatello e Botticelli?” è una frase che viene ripetuta regolarmente da Pistoia a Siena, ed è difficile trovare qualcuno che metta in discussione un assioma di tale portata.
LA MOSTRA A PISA
Eppure qualcosa si muove anche nella terra dei Medici, e lo dimostra Il Tempo del Giudizio, la mostra di Michelangelo Pistoletto (Biella, 1933) allestita a Pisa, nelle storiche cornici della Sala delle Baleari di Palazzo Gambacorti (sede del Comune) e della chiesa di Santa Maria della Spina, un gioiello gotico affacciato sull’Arno. Il progetto per la Spina ideato da Pistoletto, sostenuto dalla galleria Continua, ha previsto la realizzazione di un’installazione dalla forma simbolica del Terzo Paradiso con cinquanta sedie chieste in prestito ai cittadini attraverso una call sui social e sulla stampa, gestita da Matilde Meucci. La risposta è subito positiva. I pisani si fanno in quattro per portare alla Spina tante sedie diverse: una viene da Villa Isabella ed è stata dipinta dagli anziani che vi risiedono, un’altra arriva dal Gabinetto del Sindaco, tre sono seggioline per bambini, una è stata recuperata da un cassonetto e un’altra ancora ha accompagnato uno studente in tutti i suoi traslochi in città. Così la chiesa si è riempita di sedie e di storie, fino a trasformarsi in “una piazza di paese, come quelle dove all’imbrunire, in estate, ci si ritrova per far chiacchiere e concedersi una tregua dall’afa”, ha scritto Gaia Rau su Repubblica Firenze.
DIALOGO E INCLUSIONE
Nella Sala delle Baleari, dove di norma si tiene il Consiglio Comunale, Pistoletto ha allestito Il Tempo del Giudizio (2009), una sorta di spazio ideale dove le quattro grandi religioni (Islamismo, Cristianesimo, Buddismo ed Ebraismo) si interrogano su se stesse in dialogo con gli affreschi seicenteschi alle pareti, che ricordano le conquiste della Repubblica di Pisa contro i Saraceni. La mostra inclusiva di Pistoletto sta piacendo molto: inaugurata il 28 maggio, nei primi due mesi ha già totalizzato 10mila visitatori. Quando la città partecipa direttamente al progetto è più facile che accetti il contemporaneo, anche nella terra di Masaccio.
‒ Ludovico Pratesi
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