A Verona lo street artist Cibo combatte il fascismo e il razzismo con i murales
Quando l’arte può davvero fare la differenza nelle nostre città: Cibo è uno street artist veronese, classe 1982, che con il suo lavoro prova a cancellare le scritte e i simboli d’odio che affollano i muri coprendole con fragole, angurie, muffin e altre cose da mangiare. La sua storia
“Non lasciare spazio all’odio” o “No al fascismo. Sì alla cultura” e ancora “Se ci metto la faccia è perché ho la speranza che altri mi seguano nel rendere le città libere dall’odio e dai fascismi, qualsiasi bandiera portino oggi. Scendete in strada e non abbiate paura! La cultura e l’amore vincerà sempre su queste persone insipide!”. Queste sono alcune frasi che si possono leggere sul profilo Facebook di Pier Paolo Spinazzè, in arte Cibo, street artist di origine veronese, che, con la sua arte “culinaria”, cancella tutte quelle scritte d’odio che affollano, tristemente, le nostre città. Ecco la sua storia.
CIBO L’ARTISTA GASTRONOMICO
Mai come in questo periodo abbiamo bisogno di gesti significativi che puntino all’inclusione e non all’esclusione. Magliette rosse contro quelle di colore blu, un aumento di episodi a sfondo razziale e una propaganda politica basata sul concetto di “prima gli italiani” stanno causando un aumento di simboli fascisti e razzisti sui muri delle nostre città: croci celtiche, insulti e molto altro ancora. “Cosa può fare, quindi un artista? Combattere l’odio con la bellezza e con i colori”, racconta ad Artribune Cibo, che da 10 anni lavora tra Verona e provincia. “Il mio nome d’arte è stato scelto all’inizio del mio lavoro da artista”, continua Cibo, “e rappresenta un po’ anche il mio stile, la mia filosofia, Cibo siamo un po’ tutti. Nel corso del tempo ho trovato molte persone che apprezzano e che seguono il mio lavoro, non faccio politica ma un’azione semplice, di decoro anche perché amo il mio Paese e penso che le città siano dei grandi musei e per questo voglio che siano belle. Ho ricevuto, anche, molte minacce ma non mi fermano, anzi mi stanno motivando sempre di più perché l’odio e la paura vanno combattuti con la cultura”. Ma cosa c’entra la cucina? Lo street artist veronese da circa 6 anni ha avviato un progetto di “copertura” delle brutture che sporcano i muri, sovrapponendo a celtiche, svastiche e scritte razziste disegni che rappresentano fragole, angurie, muffin, dolcetti golosi e altre cose da mangiare.
GLI ESORDI
Una passione quella per l’arte e per la cucina che l’artista ha da sempre. “Ho iniziato frequentando il liceo artistico a Verona, per poi spostarmi allo IUAV di Venezia per studiare Disegno industriale del prodotto”, ci racconta Cibo, “però ho sempre lavorato anche nell’ambito della ristorazione e ho scritto anche per Sapori d’Italia. L’Italia ha un patrimonio gastronomico enorme che viene valorizzato solamente in parte, purtroppo. Per me è una continua fonte d’ispirazione. Proprio nella street art ho trovato una forma di espressione che mi permette di veicolare messaggi importanti ad un grandissimo pubblico. Sono consapevole della temporalità dei miei interventi e che potranno essere deturpati. Non è un problema a meno che non venga rovinato da scritte o simboli fascisti: in quel caso ritorno e modifico il mio soggetto. Penso sia un messaggio importante che viene trasmesso perché l’arte e la bellezza vinceranno sempre sull’odio”. Un impegno costante che sta producendo i suoi frutti. Molte persone, infatti, contattano tramite i social l’artista per segnalargli frasi e simboli da cancellare. “Grazie a questa attività ho potuto conoscere tantissime persone”, sottolinea Cibo, “alcune volte tramite messaggi privati mi inviano foto di svastiche che loro stessi cancellano, sintomo proprio del fatto che assieme possiamo fare la differenza. Ogni anno cerco anche di organizzare delle gite in bicicletta per visitare i murales che ho realizzato a San Giovanni Lupatoto così da raccontare alle persone il mio lavoro: la prossima sarà a settembre. Per concludere, realizzo una grande asta vicino Natale in un bar d’artista sempre nella mia cittadina per autofinanziare i miei interventi futuri”.
LA POLEMICA
I suoi interventi, sebbene siano apprezzati e amati dal pubblico, hanno suscitato non poche polemiche soprattutto tra i componenti della giunta comunale. Hanno richiesto infatti che venisse pagata una tassa sulla pubblicità poiché lo street artist aveva dipinto un’enorme pizza, per coprire una scritta, a pochi passi da una pizzeria. Questo gesto è stato considerato dall’amministrazione locale come una forma di pubblicità. Per protesta, l’artista ha cancellato alcuni dei suoi lavori. “Vista la volontà del comune lupatotino di applicare una tassa sulle mie opere”, conclude Cibo, “ho deciso di cancellare alcune opere per protesta. Usiamo questa infame opportunità per fare vedere come un cittadino si prende cura del suo paese, anche a dispetto dell’amministrazione che parla più al portafogli che al cuore. Se siete così attenti alle scritte sui muri, perché non fate il vostro lavoro e pulite un po’ la città e punite chi la rovina, oppure celtiche, svastiche, leoni e porcheria van bene?”, scrive sul suo account Facebook. E la polemica si accende.
-Valentina Poli
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