In Francia arriva il Pass Culture sul modello del Bonus Cultura italiano. Ecco i dettagli
Italia vs Francia. Il Bonus Cultura lanciato dal nostro precedente Governo vs il Pass Culture voluto da Macron. Che cosa sono? Quali sono le differenze? Ecco un breve confronto, aspettando il lancio della app che avverrà nel 2019.
Mentre in Italia il neo Ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli, discute sulla gratuità delle prime domeniche del mese nei musei e sul ridimensionamento del controverso Bonus Cultura per i neo-diciottenni in una serie di controversi tira e molla, la Francia di Macron lancia il Pass Culture, un’app dedicata ai più giovani e non solo. Vediamo di cosa si tratta.
IL BONUS CULTURA IN ITALIA
Si chiama Pass Culture e ricorda per molti aspetti il Bonus Cultura per i giovani promosso dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri; ma com’è andata l’esperienza italiana? Quali sono stati i punti di forza?
Nel 2016 è stato stabilito che a tutti i neo diciottenni venisse conferito un bonus pari a 500 euro da spendere per l’accesso a musei, concerti, cinema e per l’acquisto di libri. Durante il primo esperimento per i nati nel 1998, quasi 360 mila sono stati i ragazzi che hanno aderito all’iniziativa su 574.593 aventi diritto. Una cifra interessante, certo, ma quali sono stati i risultati in campo acquisti? Disastrosi, secondo un articolo uscito su La Stampa il 10 febbraio del 2017 che ha definito il Bonus cultura come “una nave che naviga in brutte acque. Anzi, rischia il naufragio”. I primi dati non mentono: infatti all’inizio del 2017 solamente il 6,3% dei fondi stanziati erano stati spesi. Ma quali sono stati i problemi? Le difficoltà burocratiche in primis. Per accedere al bonus è necessario guadagnarsi una identità digitale (SPID) per poi iscriversi all’app 18 che permette di utilizzare il credito. Inoltre molti esercenti si sono dichiarati scettici sulla velocità dei rimborsi da parte dello Stato e quindi hanno deciso di non aderire. Infine in molte città non era presente nessun Museo o negozio: i giovani si sono chiesti: “ma dove possiamo spendere il nostro bonus?”.
L’UTILIZZO DEL BONUS
Nonostante le difficoltà iniziali, l’utilizzo è andato crescendo anche se in alcuni casi è stato riscontrato un impiego improprio. Ma in generale com’è stato speso il Bonus?
L’allora Mibact di Dario Franceschini (oggi Mibac, dopo lo spostamento del Turismo all’Agricoltura), a dicembre, ha diffuso i dati sull’esperienza per i nati nel 1998. L’80,6 % è stato speso in libri per un totale di quasi 133 milioni di euro tra acquisti online e in negozio. Poi quasi 15 milioni, l’8.9%, in concerti e 11 milioni, il 7.2%, per il cinema. I musei e gli eventi culturali? Solamente lo 0,3% della spesa totale…
L’ESPERIENZA IN FRANCIA
Ed eccoci in Francia. Già la campagna elettorale del Presidente della Repubblica, Emmanuel Macron ha puntato tantissimo sulla cultura. Le possibilità nella Capitale sono numerose e in crescita ma i giovani frequentano sempre meno musei, centri per l’arte, biblioteche e spazi culturali in generale. Quindi che soluzione adottare? Incentivarli. Come? Seguendo l’esperienza italiana del Bonus Cultura ma migliorata e ampliata. È stata lanciata una versione beta di un’App con un catalogo che permette a tutti i neo diciottenni di “comprare” cultura spendendo il Bonus di 500 euro messo a disposizione. “Ma la grande novità consiste nel fatto che tutti i cittadini possono accedere e scaricare l’app indipendentemente dalla nazionalità, ma soltanto i diciottenni francesi potranno usufruire del credito”, come dichiara la ministra della Cultura francese, Françoise Nyssen. Sarà quindi pensata come una grande community dove vengono segnalate attività culturali nei paraggi e darà la possibilità ai più giovani di acquistare biglietti per teatro, concerti, musei, DVD, strumenti musicali e quant’altro, così da lasciare ampia libertà di scelta all’utente. I finanziamenti per permettere la manovra di 425 milioni di euro totali saranno stanziati: per l’80% dal settore privato e per il restante 20% dallo Stato.
CRITICHE IN FRANCIA
L’app è ancora in fase di sperimentazione in quattro dipartimenti: Senna-Saint-Denis, Hérault, Basso Reno e Guyana e da giugno anche a Finistère. A conclusione della fase beta test sarà lanciata a inizio del 2019. Non sono mancati gli avversatori e le critiche mosse sono state aspre. L’ex mitico ministro della Cultura francese, Jack Lang, si dichiara scettico su questa iniziativa ai microfoni dell’Inter France e racconta: “la Francia ha preso l’idea dall’Italia. Già a suo tempo ho discusso a lungo con Matteo Renzi confessandogli i miei timori e il mio scetticismo e in effetti non ho avuto torto. In Italia non c’è stato un reale aumento della partecipazione alla vita culturale del Paese, infatti solo una minima parte ha speso il suo credito per l’entrata a musei o a teatri e la maggior parte, invece, l’ha investito in spettacoli di puro divertimento. Quindi non lo chiamerei un successo”, e continua, “si è creato un vero e proprio mercato nero c’è chi l’ha utilizzato, con la complicità dei commercianti per acquistare dispositivi elettronici oppure l’ha venduto su internet a metà prezzo. Con questo progetto si incoraggia più una mentalità consumistica non raggiungendo gli scopi che sia la Francia che l’Italia si sono prefissate”.
Inoltre è stata mossa anche la critica da molti intellettuali del Paese: “con quale criterio viene definita qualcosa come culturale?”. I dibattiti sono ancora aperti.
– Valentina Poli
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