Artan (Shalsi) – Alato tumulto
Exchiesetta, in collaborazione con la Galleria Niccoli (Parma) ospita la personale di Artan (Shalsi)
Comunicato stampa
C’è un poemetto che insegnano a scuola a Berat, nel centro dell’Albania. È la breve, intensa lirica del poeta Naim Frasheri, Le parole della candela, che accompagna l’infanzia di molti ragazzi albanesi, con le sue parole semplici, corali, imparate a memoria e ricordate per sempre. Nei versi il poeta sussurra la fragilità di quella luce di candela che arde tremolante nelle case, che resta viva nonostante la lenta caducità, che si consuma in sacrificio “…finché niente rimanga”. Artan (Shalsi) rievoca, all’interno di Exchiesetta, la suggestione arcaica di uno spazio sacro, laddove la volumetria severa del piccolo edificio romanico incontra la teoria verticale, austera e seriale di un colonnato di cera: cinque grandi candele sospese lungo la navata dell’edificio a formare una linea che attraversa lo spazio. Attraverso l’installazione site specific l’artista conferisce una forma plastica alla parola d’infanzia, a quella ragione etica e alla riflessione spirituale che meditava sul destino di una fiamma, la cui vibrante e vulnerabile consistenza è insieme metafora e ammonimento del destino umano. Nella lenta consunzione della materia scultorea, Artan accosta il mistero, coniugando la stabilità essenziale della scultura con il silenzioso, “alato tumulto”1 che anima, invisibile, la vita.