Miriam Nicastro – Alchimia
TraVellArT giunge alla terza tappa con la mostra Alchimia dell’artista fotografa Miriam Nicastro che ha vinto il Premio PDG Arte Communications nell’ambito del Premio Arte Laguna.
Comunicato stampa
TraVellArT è un progetto espositivo a lungo termine a cura di Paolo De Grandis e Carlotta Scarpa organizzato da PDG Arte Communications concepito per gli spazi dell’Hotel Savoia & Jolanda. Il progetto prevede un ciclo di mostre dedicate ad artisti internazionali operanti a Venezia e non solo che traggono ispirazione dal tema del viaggio come lo spazio espositivo suggerisce. L’Hotel Savoia & Jolanda è un albergo storico veneziano, uno spazio di accoglienza per i viaggiatori all’interno del quale i visitatori possono interagire con le opere di artisti che si misurano di volta in volta con un’architettura tipicamente connotata: Venezia con le sue forme e la sua storia avvolge e sfida le opere in viaggio.
TraVellArT giunge alla terza tappa con la mostra Alchimia dell’artista fotografa Miriam Nicastro che ha vinto il Premio PDG Arte Communications nell’ambito del Premio Arte Laguna. Quello di Miriam Nicastro è un viaggio attraverso le città a lei care, una narrazione che non subisce manipolazioni stilistiche ma si nutre del bianco e del nero e di una prospettiva che non altera la riconoscibilità degli scorci catturati resi espliciti per contrasto da una vertiginosa profondità fino a dei tagli abissanti che si trasformano in caleidoscopiche pavimentazioni che fendono la veduta e separano uomini e cose, eco di una visione di cui l’artista replica la percezione sensoriale netta e coinvolgente.
Belem, Lisbona 2013
“… e poi andremo lontano”
Fotografia analogica in bianco e nero
“Il modo migliore per cercare di capire il mondo è vederlo dal maggior numero di angolazioni possibili" (Ari Kiev) .
Ed uno dei modi migliori di vederlo, per l’artista, è attraverso una Reflex.
Le opere selezionate sono foto di viaggio, scatti istantanei o attesi “con la pazienza di un ragno”, rigorosamente in bianco e nero, una scelta stilistica che le permette di tradurre in immagini le sue intenzioni espressive.
Architetture, geometrie complesse, spazi vuoti o abitati, in cui la prospettiva e il gioco di luci e ombre restituiscono una rappresentazione, a volte astratta, a volte intensamente vissuta, dello spazio urbano, in cui l’uomo, allo stesso tempo parte e artefice, si inserisce nel paesaggio come elemento strutturale dell’immagine.
E’ un tempo quieto quello di queste fotografie, sintesi equilibrata di tecnica e creatività, foto semplici che vogliono suscitare risposte emotive.
Un perfetto connubio di istinto e razionalità, un’Alchimia che si sviluppa e nasce nel momento esatto dello scatto.
Quel che accade si svela casualmente e noi dobbiamo saper coglierlo e semplicemente esserci quando si palesa.
Piazza San Marco, Venezia 2018
“El Paron de casa”
Fotografia analogica in bianco e nero
La fotografia di Miriam Nicastro autolegittima così l’inscindibile ricerca di uno spazio reale fisicamente aderente all’esperienza: non vi è più un semplice racconto-viaggio ma una comunicazione che tende, nel suo articolarsi a diventare assoluta, in una tensione in continuo divenire, nella ricerca di una spazialità concreta che è sempre un dialogo-confronto con l’esistenza e l’essere ed anelito verso la verità e l’autonomia della fotografia.
Corte di marmo, Reggia di Versailles, 2014
Très Magnifique
Fotografia analogica in bianco e nero
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Nota biografica
Miriam Nicastro, nata nel 1966, siciliana.
Laureata in Scienze della Formazione, Indirizzo filosofico, all’Università di Catania.
Durante gli anni universitari frequenta un primo corso per Operatore Fotografico bianco/nero, sviluppo e stampa, scoprendo la Reflex e la magia della camera oscura.
Completato il corso di laurea, dopo un’esperienza lavorativa a Torino, decide di dedicarsi a tempo pieno al suo interesse per l’arte, che si traduce nella passione per la fotografia.
Si trasferisce a Milano, dove frequenta il Master Globale di Fotografia Professionale presso l’Accademia Internazionale John Kaverdash School, completando così la sua formazione nei diversi generi fotografici.
Legata alla scuola dei Grandi Maestri del Novecento, sceglie comunque di rimanere fedele al rigore espressivo del linguaggio analogico, all’utilizzo delle fotocamere meccaniche e della pellicola.
Continua a prediligere la fotografia in bianco e nero, come forma “pura” dell’immagine, priva di distrazioni cromatiche, e per questo espressione più autentica della realtà.
Vive e lavora tra Mantova e Catania, viaggiando continuamente alla ricerca di immagini.