Open Studios 2018
Open Studios 2018 è un’impresa collaborativa: la mostra collettiva degli artisti premiati include spazi locali dimenticati; nell’oliveto trova posto una video-giungla; concerti e performance vengono trasmessi in tempo reale, spazi immaginari mettono in discussione architetture e gerarchie prestabilite.
Comunicato stampa
I Vincitori del Premio Villa Romana 2018:
Jeewi Lee, Christophe Ndabananiye, Lerato Shadi, Viron Erol Vert
+ gli artisti invitati:
Federico Cavallini, Giovanni Cioni, Sophie-Therese Trenka-Dalton, Korhan Erel, Piero Gambassi, Anne Duk Hee Jordan, Jacob Kirkegaard, Fabian Knecht, Franziska Lantz, Bjørn Melhus, Ana Lessing Menjibar, Radio Papesse, Maria Pecchioli, Bassel Al Saadi, Hard Ton, Wermke / Leinkauf, Giacomo Zaganelli, Virginia Zanetti
Negli studi, in casa e in giardino:
mostre, suoni, performances, radio ed altro ...
ingresso libero
WOULD HAVE BEEN
Con il titolo Would Have Been, OPEN STUDIOS 2018 presenta una serata di performance, sound art, film, fotografia, pittura e installazioni dedicate all’invisibile, al pensiero speculativo e alternativo intesi come contromisure dell’immaginazione.
Per Jeewi Lee, Christophe Ndabananiye, Lerato Shadi e Viron Erol Vert – gli artisti vincitori del Premio Villa Romana 2018 - Would Have Been – avrebbe potuto essere – allude a visioni e possibilità future nel passato. Perché non riusciamo più a pensare al futuro senza mettere paletti o chiedere garanzie di immutabilità?
Le riflessioni di Would Have Been rendono possibile il superamento dei confini spazio-temporali, la presenza del passato nel presente e sulle sue tracce, la costruzione di un nuovo futuro. Adottare prospettive ibride e transculturali fa emergere altre realtà parallele. Ognuno costruisce via via la propria realtà, esistono miliardi di micro-universi paralleli. Il mondo è fatto di tutte le idee che si hanno del mondo. L'immaginazione ha molte fonti e tecniche a sua disposizione.
Open Studios 2018 è un'impresa collaborativa: la mostra collettiva degli artisti premiati include spazi locali dimenticati; nell'oliveto trova posto una video-giungla; concerti e performance vengono trasmessi in tempo reale, spazi immaginari mettono in discussione architetture e gerarchie prestabilite.
Questa edizione degli Open Studios è dedicata ai nostri vicini di casa Sinti e Rom a Firenze, in Italia e nel mondo.