PhEST 2018. 7 mostre da non perdere al festival internazionale di fotografia e arte a Monopoli
Terza edizione del festival di arte e foto in programma a Monopoli da settembre a novembre. 21 le mostre in tutto: 14 di fotografia, 4 di arte contemporanea e 3 progetti tra speciali e site specific. Eccone una selezione
Torna per il terzo anno consecutivo PhEST – See Beyond the Sea, il festival internazionale di fotografia e arte diventato un appuntamento fisso per Monopoli, e inserito ufficialmente nel calendario dell’anno europeo del patrimonio culturale voluto dal Ministero dei Beni Culturali e dall’Unione Europea. Occhi puntati, così, sulla città di mare pugliese che dal 6 settembre al 4 novembre 2018 si trasformerà in un polo dell’arte a cielo aperto. La terza edizione della kermesse –con la direzione artistica di Giovanni Troilo, la curatela fotografica di Arianna Rinaldo e la curatela per l’arte contemporanea di Roberto Lacarbonara – conta 21 mostre in tutto, 14 di fotografia, 4 di arte contemporanea e 3 progetti di collaborazione PhEST 2018, tra cui quello speciale realizzato dal fotografo fiorentino Edoardo Delille che ha concentrato la sua attenzione sui porti, e i due progetti site specific Album – Archivio di Famiglia e Pino Pascali – Guardare il mare. Senza contare le numerose letture portfolio, i talk, un concerto, DJ set e proiezioni nei primi tre giorni di apertura del festival. Ecco intanto una selezione delle mostre principali…
– Claudia Giraud
EDOARDO DELILLE ALLE MURA DEL CASTELLO CARLO V
Anche quest’anno, dal suo avamposto sul mare a Monopoli, lo sguardo di PhEST sarà ancora una volta rivolto a est, sui porti pugliesi di Bari e Brindisi. Edoardo Delille (1974, Firenze), nelle scorse settimane in residenza artistica a Palazzo Fizzarotti, ha scattato le sue istantanee di questi luoghi – tra i più importanti per la comunicazione con l’Europa dell’est e la Grecia – per provare a raccontarli standoci dentro, rappresentando la gente in transito e le mille storie che si intrecciano in questi spazi di frontiera, di partenza e arrivo, di viaggio e di lavoro. Il porto è l’ultimo luogo di qualcosa e il primo di qualcos’altro, uno spazio sospeso che pone in relazione, che unisce luoghi, culture, immaginari lontani. E la Puglia, con i suoi 800 chilometri di costa, è luogo di partenza e approdo sin dalla notte dei tempi. Ma oggi porto non è più una parola neutrale. L’immaginario connesso alla parola tende a modificarsi, a deformarsi sotto il peso della continua manipolazione politica e mediatica e diventa un luogo in cui finiscono per risiedere i mostri e le paure del subconscio collettivo. Delille prova giocosamente a riportare luogo e parola sullo stesso piano, a restituire l’idea di quello che i porti sono stati, sono e saranno sempre, luoghi di transito, luoghi in cui tutto si mescola, luoghi in cui meravigliosamente tutto può accadere.
Edoardo Delille – On Board
Spazi esterni del Castello Carlo V, Largo Castello, 5
PINO PASCALI AL CASTELLO CARLO V
La mostra Guardare il mare è un progetto della Fondazione Pino Pascali – Museo di Arte Contemporanea di Polignano a Mare che, attraverso una selezione di scatti realizzati da Pino Pascali (Bari, 1935 – Roma, 1968) nel 1965, anticipa la grande e inedita retrospettiva fotografica dedicata all’artista che la Fondazione ospiterà nei propri spazi tra ottobre e novembre 2018. Realizzate nell’ambito di un reportage destinato alla produzione dello spot-Carosello per l’azienda agroalimentare Cirio, le fotografie in mostra fanno parte di uno studio che Pascali compie tra Napoli, Ischia e Capri Casamicciola, utilizzando per la prima volta il medium fotografico al fine di indagare il paesaggio portuale e urbano. Molti degli scatti mostrano una grande consapevolezza della cultura visuale, fotografica e cinematografica degli anni ‘50 e ‘60, specie nell’indagine realista e sociale. Ma, spesso, lo sguardo dell’artista raccoglie invece dati grezzi, rapidi appunti visivi utili all’elaborazione della scultura. Il viaggio diventa così una ricognizione sull’immaginario del mare in equilibrio con l’immaginazione dell’autore, dove ogni fotografia ha il gusto della prefigurazione, dell’annotazione fissata con immediatezza e già destinata a divenire plasticità di opera d’arte.
Pino Pascali – Guardare il mare
A cura di Antonio Frugis e Roberto Lacarbonara
In collaborazione con Fondazione Pino Pascali, Polignano a Mare
Castello Carlo V, Largo Castello, 5
LEO & PIPO AL CENTRO STORICO + PORTO VECCHIO
È un’operazione di street art il progetto a cura dal duo artistico francese Leo & Pipo (Parigi) – esperti nella tecnica del collage fotografico di grande formato, in residenza artistica presso la Masseria Torre Coccaro –, in cui le foto d’archivio sono oggetto di una installazione in esterni. Le figure del passato invadono il centro storico di Monopoli attraverso gli scatti raccolti in questi mesi dall’associazione PhEST, impegnata nel recupero delle fotografie amatoriali e familiari nella città di Monopoli e della Puglia nell’intento di condividerle come patrimonio collettivo per Album – Archivio di Famiglia, di cui la mostra #WeWereInPuglia rappresenta il primo esito della raccolta. Passeggiano per i vicoli, escono dalle case, sostano lungo le pareti: in questa osmosi tra passato e presente, le figure ritratte arrivano a ricordarci chi eravamo per capire meglio chi siamo e chi dobbiamo essere.
Album – Archivio di Famiglia – Leo & Pipo – #WeWereInPuglia
Porto Vecchio, Via Porto
PATRICK WILLOCQ A PALAZZO PALMIERI
La storia umana di due comunità – una francese e l’altra di richiedenti asilo – costrette, loro malgrado, a convivere: 950 abitanti locali e 50 rifugiati che vivono insieme a Saint-Martory in Francia. Questa convivenza imposta dal governo nell’estate del 2016 ha ispirato Patrick Willocq (Strasburgo, 1969) a creare questo ambizioso progetto artistico che, con un profondo significato politico, ci mostra come gli abitanti accolgano o respingano i rifugiati.
Patrick Willocq – My Story is a Story of Hope
Palazzo Palmieri, Largo Palmieri
GREGOR SAILER A SS PIETRO E PAOLO
Il progetto di Gregor Sailer (Schwaz, Tyrol, Austria, 1980), realizzato tra il 2015 e il 2017, presenta reali costruzioni architettoniche create per motivi politici, militari ed economici. Rifacendosi alla leggenda del generale Potemkin, che fece “travestire” intere zone della Crimea per nasconderne lo stato malandato al passaggio di Caterina II di Russia, le immagini di The Potemkin Village danno allo spettatore accesso a un mondo di falsi, copie e scenografie, e chiamano in causa le assurde aberrazioni della nostra società contemporanea.
Gregor Sailer – The Potemkin Village
Parrocchia Ss. Apostoli Pietro e Paolo, Largo Palmieri
MANDY BARKER A PALAZZO PALMIERI
La serie Soup include immagini esteticamente attraenti, ma profondamente inquietanti una volta messe a fuoco. Sono composizioni create con detriti di materiale plastico di uso comune disperso negli oceani e raccolto in varie spiagge del mondo. Fotografa inglese, pluripremiata, Mandy Barker (UK, 1964) si interessa all’ambiente e alle dinamiche globali che ne causano il deterioramento. Le sue serie fotografiche si concentrano sui rifiuti plastici che soffocano gli oceani e mettono in grave pericolo l’ecosistema marino.
Mandy Barker – Soup
Palazzo Palmieri, Largo Palmieri
DAVIDE MONTELEONE A PALAZZO PALMIERI
A Modern Odyssey è un progetto realizzato durante un viaggio reale, non inventato, sulla nave da trasporto Nordic Odyssey, che trasportava 70mila tonnellate di ferro grezzo dalla città portuale russa Murmansk. Un percorso dentro se stessi che ci porta a riflettere, invitati da Davide Monteleone (Potenza, 1974), sul senso del viaggio e del desiderio di viaggiare. Quell’inquietudine così ben descritta da Fernando Pessoa che, dalla sua nativa Lisbona, ha raggiunto tutte le mete possibili senza mai aver fatto un viaggio.
Davide Monteleone – A Modern Odyssey
Palazzo Palmieri, Largo Palmieri
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