Michel François
Michel François (1956, vive e lavora Bruxelles) fonda il suo lavoro sulla tensione dei materiali, sulle risultanti degli equilibri e delle contaminazioni delle forme plastiche, su una fittizia perdita di controllo sempre calcolata quanto imprevedibile.
Comunicato stampa
Michel François (1956, vive e lavora Bruxelles) fonda il suo lavoro sulla tensione dei materiali, sulle risultanti degli equilibri e delle contaminazioni delle forme plastiche, su una fittizia perdita di controllo sempre calcolata quanto imprevedibile.
Utilizzando talvolta anche oggetti di uso comune o di scarto industriale, estorti dal loro contesto, l’artista belga ripropone una realtà modificata in cui gli opposti sembrano fluttuare in uno stato di bilanciamento precario, sempre teso a un possibile cambiamento.
Per la sua prima personale presso la Galleria Artiaco l’artista presenta una serie di sculture, installazioni e fotografie, pensate per lo spazio di Piazzetta Nilo e, in buona parte, realizzate negli ultimi mesi in Campania, volte a rendere fortemente site-specific i lavori in mostra.
A Vietri sul Mare sono stati realizzati tre grandi bassorilievi di un polpo. Una forma organica iperrealisticamente cristallizzata nella ceramica, in cui l’eleganza degli smalti sembra contrastare con una soffusa violenza espressa solo in potenza, di un animale che, emergendo dal fondo scuro, sta per esplodere il suo inchiostro.
Nella stessa manifattura di Vietri sono state modellate e dipinte anche due sfere, dal significato ambiguo (un occhio? una testa? un ventre?) che sembrano comparire dal nulla, come espulse dal bianco del muro.
Come la ceramica nella sua prima fase è morbida e malleabile così anche l’alluminio, elemento molto presente in mostra, utilizzato dall’artista per comporre quattro sculture il cui materiale è stato procurato grazie alla preziosa collaborazione dell’azienda “Laminazione Sottile” di San Marco Evangelista. Il passaggio dallo stato fluido ed incandescente a quello solido e robusto sembra assecondare in modo naturale la ricerca dell’artista, in questa tensione di espansione e contrazione. Così una colata casuale di alluminio fuso si trasforma in una scultura astratta e un lungo nastro di alluminio viene convertito in una sorta di labirinto circolare.
E ancora materiali destinati al riciclaggio sono assemblati a formare un muro di mattoni, mentre un grande cubo di disordinati sfridi di alluminio compattati forma una scultura monumentale, inamovibile e precaria al tempo stesso.
Una sorta di elegante entropia sembra governare la mostra, in cui arachidi di bronzo sono sparsi sul pavimento come caduti poc’anzi da un camion, cubetti di legno carbonizzato sono appesi alle pareti e le fotografie ritraggono momenti di calma apparente.
Le opere in mostra propongono forme di apparizione e scomparsa, in cui il materiale sembra sorpreso in un movimento di tempo indefinito. Il tutto è fermo in una sorta di stato fragile, interrotto poco prima della sua dispersione.
Michel François (1956, Saint-Trond) vive e lavora a Brussels. Tra le recenti mostre personali vogliamo ricordare:
Solo show, Galerie Xavier Hufkens, Bruxelles, (2017), Solo Show, Kamel Mennour, Paris, France (2016), 5 edizione degli Ateliers de Rennes, Biennale of Contemporary Art, Rennes, France (2016), Nineteen thousand posters. 1994-2016, Frac île-de-France, le château, Rentilly, Francia (2016); Pieces of Evidence, Ikon Gallery, Birmingham, UK (2014); Pièces à conviction, CRAC Languedoc-Roussillon, Sète, Francia (2012); Michel François. Le Trait commun, Scuola superiore delle Belle Arti, Parigi, Francia (2012); 45.000 affiches. 1994-2011, MAC’s, Site du Grand Hornu, Belgio (2011); Plans d’évasion, IAC, Villeurbanne, Francia (2010); Plans d’évasion, SMAK, Ghent, Belgio (2009) e Hespérides I, Museo di Belle Arti, Losanna, Svizzera (2009).
Il suo lavoro è stato ampiamente rappresentato in diversi importanti group show, come Documenta IX (1992), La Biennale di San Paolo XXII (1994), 48esima Biennale di Venezia (1999) e Sonsbeek 2008.
Insieme ad Ann Veronica Janssens ha contribuito a The Song (2009) di Anne Teresa De Keersmaeker. Altre collaborazioni con De Keersmaeker includono En Atendant (2010) e Partita 2 (2013).