Karpüseeler – Vivavoce
La mostra di KARPUSEELER-VIVAVOCE, a cura di Aldo Iori, è allestita presso gli spazi del Museo Archeologico all’interno del complesso Caos, Centro Arti Opificio Siri di Terni e propone una minima antologia di importanti opere esposte in occasione del quarantennale della sua attività artistica.
Comunicato stampa
La mostra di KARPUSEELER-VIVAVOCE, a cura di Aldo Iori, è allestita presso gli spazi del Museo Archeologico all'interno del complesso Caos, Centro Arti Opificio Siri di Terni e propone una minima antologia di importanti opere esposte in occasione del quarantennale della sua attività artistica.
Il Museo Archeologico accoglie, tra i suoi preziosi reperti antichi, una quindicina di opere che vengono collocate nel rispetto del luogo e del percorso espositivo. Una lunga tradizione, italiana e non solo, oramai accompagna questo tipo di eventi in cui l'arte contemporanea crea un ideale ponte con il passato, non tanto per dimostrare affinità linguistiche o a volte discutibili assonanze, ma per segnare l'attualità dei luoghi culturali in cui ritrovare le proprie radici e per ribadire l'eterna contemporaneità di tutta l'arte.
Karpüseeler ha da sempre rivolto la sua attenzione alla definizione dell’opera come concreto confine tra differenti ambiti della speculazione del pensiero contemporaneo. Interessato fin dal suo esordio del 1978 alle logiche cibernetiche, le sue opere varcano il confine disciplinare della scultura per dare concretezza a elaborazioni nelle quali sia la forma tende all’assoluto sia l’opera intera instaura con l’osservatore un inedito rapporto spazio-temporale. La rassegna si apre con l'inedita opera "VIVAVOCE" (2018), che fornisce il titolo alla mostra, e che da subito pone l’osservatore nello spazio pluridimensionale dell’opera, quasi a chiedergli ascolto o proponendogli un luogo ideale della riflessione. La parola con la sua vocalità fornisce, come in "Nazywam" (2012), la base scientifica e ideativa per la definizione della forma lignea; altre volte si coniuga con linguaggi tecnici, come il barcode presente in opere come "L.E.G.N.O." (1990) o "U.O.V.O." (2004) o l'artista utilizza la suggestione di calembour linguistici come "In/equi/vocare" (1987-2003), opera emblematica in cui il cavallo degli scacchi diviene mostro terribile di un inconscio che forza il pensiero razionale, o ancora in "Varano di Komòdo" (1987). Altre opere come "Verso infinito"(1995), "Piccola Voce" (2016), "Silenzio bianco" (2006) e "Coro" (2007) posseggono invece una forte e assoluta presenza che, come in Canova, Brancusi o Spalletti, travalica l’aspetto formale e l'opera ritrova una propria forte dimensione intellettuale.
Al finissage del 14 ottobre verrà presentato un catalogo, con testi di Aldo Iori e Francesco Santaniello e con immagini delle opere in mostra e apparati biobibliografici.
Karpüseeler (1955). Dopo essersi diplomato con Nuvolo all’Accademia di Belle Arti di Perugia, si dedica all’attività artistica realizzando opere, come i “Quadri logici”, che danno forma a problematiche di derivazione concettuale. Dagli anni ottanta la sua ricerca si rivolge alla grande tradizione astratta contemporanea elaborando un personale linguaggio. Vincitore di premi internazionali di scultura, le sue opere sono presenti in numerose collezioni. Tra le mostre personali si ricordano quelle presso Galleria Centro L’Isola (Capri, 1988), Galleria Belvedere (Milano, 1991, 1993 e 2001), Galleria Alfonso Artiaco Napoli, 1992), Luigi Franco Arte Contemporanea (Torino, 1997), Galleria Artiscope II (Bruxelles, 1998), Vierteetage (Berlino, 2000), Spaziodinamico (Pisa, 2006) e Tangram (Perugia, 2016). Tra le rassegne internazionali si ricordano "Isole del disordine"(Cortona, 1994), "Percorsi" (Cerrina, To, 1997), "Oro" (Bruxelles, 1996), "Amici miei" (Bruxelles,1999), "Futurama, arte in Italia" (Prato, 2000), "XII Biennale Internazionale di Scultura" (Carrara, 2006), "Terra di Maestri", (Spello, 2007), "XV Quadriennale d’Arte" (Roma, 2008), "Fighters and Survivors" (Roma 2012), "Ricognizione" (Foligno, 2014), "Opere della Collezione Camusac" (Cassino, 2015), "Opera Prima" (Amelia, Tr, 2016). Vive e lavora in Umbria.