2×2: la multiformità dei punti di vista – Colette Baraldi / Silvia Scaringella
Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona e Cesira Palmeri di Villalba, sono lieti di comunicare che sarà inaugurata la mostra 2×2: la multiformità dei punti di vista, a cura di Gaia Pasi.
Comunicato stampa
2x2: la multiformità dei punti di vista
COLETTE BARALDI | SILVIA SCARINGELLA
a cura di Gaia Pasi
opening: sabato 6 ottobre, ore 18:00
7 ottobre – 4 novembre 2018
Palazzo Oneto di Sperlinga, via Bandiera n. 24, 90133, Palermo
Dal lunedì al venerdì 9:00-16:30 - sabato 9:00-19:00 – info: 346/9437211
Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona e Cesira Palmeri di Villalba, sono lieti di comunicare che sabato 6 ottobre alle ore 18:00 a Palazzo Oneto di Sperlinga, sarà inaugurata la mostra 2x2: la multiformità dei punti di vista, a cura di Gaia Pasi.
2x2 presenta due progetti site specific delle artiste Colette Baraldi e Silvia Scaringella che sposano le linee guida di Manifesta 12 prendendo spunto da “le jardin en mouvement” di Gilles Clément. I lavori infatti riflettono sugli squilibri di coesistenza tra natura e società umana, esplorandoli dal punto di vista della relazione, delle biodiversità e delle differenze che emergono tra di esse.
Colette Baraldi realizza Tapis (2018), un enorme dipinto composto di fogli sistemati sul pavimento del piano nobile di Palazzo Oneto, nel quale elementi naturali si intersecano come una mappa satellitare con elementi umani, ricercando il “difetto” che porta alla diversità del giardino planetario di Clément. Vento, acqua, terra, rocce, martelli, forbici, impalcature, zampe, squame, piume, una miriade di oggetti e soggetti che si sovrappongono e si confondono tra loro, realizzando una sorta di paesaggio pittorico stratificato ed immaginario. Come la mano dell’uomo cancella la natura per fare spazio alle sue necessità, nel lavoro di Baraldi la natura varca la soglia del Palazzo e si appropria del suo spazio più importante, instaurando un dialogo tra interno ed esterno, tra natura e cultura.
Ecosistema (2018) di Silvia Scaringella, suggerisce la fragilità del rapporto tra uomo e natura, attraverso l’installazione monumentale di 1976 api realizzate in resina di cristallo a grandezza naturale. Alle soglie del primo ventennio del 2000, stiamo vivendo una sproporzione sempre più drammatica tra biologia umana e artificio umano, una disarmonia tangibile, che sotto ai nostri occhi, mette a dura prova il pianeta, e con esso la nostra esistenza oltre a quella di migliaia di specie di animali e piante. Non percepiamo più la bellezza del cielo, gli odori, le stagioni e il tempo che la natura ci richiede per ascoltarla e capirla, quel tempo indispensabile all’uomo per meditare sulla propria coscienza, cercare consapevolezze legate al ritmo esistenziale degli esseri viventi, evolversi. La moria delle api, è un fatto allarmante per l’equilibrio dell’ecosistema, determinato ed esclusivamente imputabile all’azione dell’uomo: 1976 è il numero delle specie di insetti impollinatori attualmente in via di estinzione.