Cabaret du néant
mostra Cabaret du néant dedicata alla figura di Arturo Bonfanti, importante protagonista della scena artistica del secondo dopoguerra che ha saputo creare un linguaggio molto personale nell’ambito della grande tradizione italiana. Con lui, in un ideale dialogo, due rilevanti esponenti della scena astratta internazionale del secondo Novecento, Julius Bissier (Friburgo in Brisgovia 1893 – Ascona 1965) e Victor Pasmore (Chelsham 1908 – Malta 1998).
Comunicato stampa
Aprirà il prossimo 27 settembre la mostra Cabaret du néant dedicata alla figura di Arturo Bonfanti, importante protagonista della scena artistica del secondo dopoguerra che ha saputo creare un linguaggio molto personale nell'ambito della grande tradizione italiana. Con lui, in un ideale dialogo, due rilevanti esponenti della scena astratta internazionale del secondo Novecento, Julius Bissier (Friburgo in Brisgovia 1893 - Ascona 1965) e Victor Pasmore (Chelsham 1908 - Malta 1998)
Il titolo della rassegna è ispirato ad un’opera del 1955 di Arturo Bonfanti dalla quale traspaiono gli elementi peculiari della poetica di questo artista, nato a Bergamo nel 1905 e scomparso esattamente quarant’anni fa. Anzitutto il singolare “senso dello spettacolo” che contraddistingue la sua pittura astratta. Nei suoi dipinti infatti – soprattutto in quelli degli anni Quaranta e Cinquanta – è come se si aprisse il sipario e andasse in scena una pièce ironica ed enigmatica, con un sottofondo musicale sottile ma percettibile. Bonfanti d’altra parte, anche in quanto genero del grande attore milanese Edoardo Ferravilla, ha conosciuto e frequentato il mondo dello spettacolo internazionale. La chiave di Calandrino, il film di marionette con cui ha vinto un premio al Festival di Cannes del 1954, testimonia quanto la sua creatività superasse di gran lunga i confini del più ortodosso astrattismo, e permette di comprendere la teatralità di certe sue composizioni dal sapore giocoso e allo stesso tempo metafisico.
Una grazia inafferrabile e un'essenzialità che riesce a essere intensamente espressiva accomunano il lavoro di Bonfanti a quello Bissier e di Pasmore (Chelsham 1908 - Malta 1998). Fra loro intercorre una fitta rete di rimandi estetici all'insegna dell'allusività, della sottigliezza, della capacità di dipingere la vaghezza con un'estrema e paradossale precisione. Un non-so-che ineffabile congiunge trasversalmente questi tre artisti che si sono personalmente conosciuti, e poeticamente riconosciuti, grazie alla galleria Lorenzelli, facendo nascere un sodalizio che è durato nel tempo.
In mostra sarà presentato un consistente nucleo di opere di Bonfanti che spazia dagli oli su tela della Biennale del 1968 ai Rilievi e ai Pavatex, questi ultimi trascurati dalla critica sino a oggi anche se di eclatante contemporaneità. Per evidenziare il reciproco scambio creativo fra gli artisti, saranno presenti in mostra tra l'altro due fra le più grandi tele di Pasmore (alte circa 4 metri), realizzate ed esposte nel 1974 per il Museo della Valletta, e un gruppo di acquarelli e oli della prima metà degli anni Sessanta di Julius Bissier.
Il catalogo include i testi di Matteo Lorenzelli e Roberto Borghi, un'antologia di interventi di vari autori e un bellissimo scritto critico-poetico del 1962 che Michel Seuphor dedicò a Bonfanti.
Durante l’inaugurazione verrà proiettato La chiave di Calandrino, il film di marionette girato nel 1954 da Arturo Bonfanti con il quale l’artista vinse il Prix du Film de Marionettes al Festival di Cannes del 1954.