Stefano Spera – Tanto qualcosa ti resta addosso
Villa Contemporanea è lieta di presentare Tanto qualcosa ti resta addosso, personale di Stefano Spera, con la partecipazione di Giuseppe Buffoli.
Comunicato stampa
TANTO QUALCOSA TI RESTA ADDOSSO
STEFANO SPERA
Con la partecipazione di GIUSEPPE BUFFOLI
A cura di ROSSELLA MORATTO
Giovedì 4 ottobre 2018 dalle ore 18.30
La mostra proseguirà fino al 1 dicembre 2018
Da martedì a sabato dalle ore 15 alle 19 e su appuntamento
Villa Contemporanea è lieta di presentare Tanto qualcosa ti resta addosso, personale di Stefano Spera, con la partecipazione di Giuseppe Buffoli.
La realtà virtuale e quella fattuale vanno sempre più sovrapponendosi andando a fondere sempre più le esperienze dell’essere fattuale con quelle del proprio doppio virtuale.
Nella realtà virtuale tutto appare più distorto, ma anche più reale del reale, filtrato dalle macchine e dai software che veicolano le immagini da cui siamo costantemente bombardati.
Questo crea un’influenza e modifica la percezione visiva della realtà stessa, è il terzo occhio baudrillardiano, quello dei media, che ci fa apparire tutto ciò che ci circonda sotto un’aura diversa, iperreale.
Queste possibilità diventano l’alternativa all’esperienza fisica diretta, in un certo senso diventano l’espansione del nostro corpo.
Il confine tra reale e virtuale quindi risulta sempre più labile, e così anche nella memoria. Nel tempo diventa sempre più difficile discernere tra la tipologia di esperienza fatta.
Stefano Spera
Con questo progetto, che prende ispirazione dalla scultura di Giuseppe Buffoli, La sensibilità dell’archeologo, Stefano Spera si interroga su ciò che rimane dell’esperienza estetica contemporanea mediata dal virtuale in relazione alle possibilità e ai limiti della pittura.
La sua riflessione prende spunto dall’opera dell’amico scultore Giuseppe Buffoli e si sviluppa intorno a questa che, nascosta, viene continuamente evocata all’interno di un dispositivo che, in forma di un grande rebus – facendo l’occhiolino a Duchamp – trasforma radicalmente lo spazio espositivo in un luogo del possibile dove vero e falso, memoria e oblio, passato e futuro coesistono.
L’approccio alla conoscenza avviene sempre più attraverso l’uso della rete, e la fruizione dei contenuti virtuali è accettata al pari dell’esperienza fattuale come alternativa all’esperienza fisica diretta. I Virtual Tours di Google Art Project, ad esempio, permettono di visitare musei e mostre con una sorta di street view, nel quale emergono opere e spazi che sono definiti oltre quello che l’occhio umano permetterebbe, ma allo stesso tempo, hanno distorsioni prospettiche più o meno evidenti date dalla monometria degli strumenti utilizzati per la cattura delle immagini.
Scrive Rossella Moratto nel testo critico che accompagna la mostra: “Lungi dal considerare obsoleta la pittura, Spera oppone al flusso della sovraesposizione mediatica che depotenzia l’atto del vedere, la concentrazione selettiva della pittura che, invece, sintetizza l’esperienza estetica restituendo le stratificazioni che la costituiscono nel suo farsi in un complesso intreccio capace di innescare una tensione dinamica tra interpretazione e formalizzazione cui il fruitore è invitato a partecipare attivamente”.
Il progetto site-specific, presentato a Villa Contemporanea prende spunto dall’opera La sensibilità dell’archeologo, dell’artista Giuseppe Buffoli: una scultura formata da due elementi, uno stampo ed una copia, che riflette sul suo processo produttivo, rimettendo in gioco i termini della riproducibilità e della fragilità, rivisitando al tempo stesso la tradizione nel rimando all’acrolito di Costantino dei Musei Capitolini, di cui ricostruisce una parte anatomica mancante e non prevista in un dialogo impossibile con l’antico.
L’opera scultorea di Buffoli è però celata alla vista; l’esperienza di fruizione estetica è così mediata dalla pittura di Spera che determina un unico punto di vista, condizionando la percezione del visitatore.
Scrive Rossella Moratto: “Assente giustificata e costantemente sottintesa, la scultura è un’entità virtuale possibile e immaginabile, visibile solo da un foro nella tavola dipinta che rappresenta la statua dell’imperatore romano che l’ha ispirata. La citazione di Duchamp è palese così come la tensione voyeuristica dell’esperienza estetica che è sempre un’epifania rivelatrice e visionaria, anticipatrice di un pensiero che prende successivamente forma e concretezza”.
Lo spazio fisico della galleria diventa quindi una dimensione sospesa dove confluiscono tracce di opere distorte e astratte dalle immagini di documentazione, dove sfondamenti prospettici creano spazi virtuali che rimandano ad un vissuto pregresso non reale ma plausibile.
Mostra e testo critico a cura di Rossella Moratto.
Stefano Spera, nato a Monza nel 1983. Vive e lavora a Monza.
Ha frequentato il corso di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano dove si è diplomato nel 2009. Nel 2007 vince con il lavoro War kit un premio per la pittura al XVI Salon Primo. Nel 2010 partecipa all'evento collaterale della 12. Mostra Internazionale di Architettura - La Biennale di Venezia, Culture Nature presso lo spazio Tethis Arsenale. Nel 2011 espone presso la Galleria Artra di Milano con la mostra Virtual Snapshot e nello stesso anno viene selezionato per l'evento collaterale Neoludica art is a game 2011-1966 presso la Scuola dei Laneri nel corso della 54. Esposizione Internazionale d'Arte - La Biennale di Venezia.
Nel 2014 , espone presso il Museo di arte Contemporanea MAC di Lissone nella collettiva Out of frames, i lavori presenti alla mostra vengono poi esposti in modo permanente per tutto il 2015.
Nel 2016 viene selezionato con un progetto performativo bipersonale per la mostra I AM NOT TINO SEHGAL presso la galleria Nahamad Projects di Londra, a cura di F. Bonami.
Giuseppe Buffoli, nato a Chiari (BS) nel 1979. Vive e lavora a Milano.
Ha frequentato il corso di Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano dove si è diplomato nel 2003. Nell’estate 2007 partecipa al corso d’eccellenza T.A.M. (trattamento artistico dei metalli). Nel 2002 ottiene, con l’incisione Soprasotto, un premio all’XI Salon Primo. Nel 2009 realizza una scultura permanente per la nuova sezione didattica nel Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano.
Tra il mese di dicembre 2009 e gennaio 2010 prende parte alla residenza internazionale per artisti Harlem Studio Fellowship by Montrasio Arte a NewYork (U.S.A.) dove presenta la mostra Suspended.
Nel 2018, è stato selezionato per partecipare al 18° Premio Cairo, tenutosi al Palazzo Reale di Milano, dove ha esposto la scultura La Sensibilità dell'archeologo, 2017, gesso, creta cruda, resina, ferro cromato, cm. 80 x 183 x 55