L’altra Toscana. In un libro i luoghi dell’abbandono mappati da Giacomo Zaganelli
Il primo volume della collana edita da Centro Di restituisce gli esiti della ricerca avviata dall’artista a partire dal 2010. Selezionate tra le oltre 250 architetture in disuso della Toscana, raccolte da Zaganelli in un database fotografico georeferenziato, queste moderne rovine modellano un itinerario alternativo alla scoperta della regione.
Sono trascorsi dieci anni da quando Giacomo Zaganelli ha – temporaneamente – posto rimedio alla cronica penuria di spazi verdi del centro storico fiorentino con la monumentale installazione Non A Tutti Piace L’Erba. L’aver ricoperto, nell’arco di una notte, un’ampia porzione di Largo Annigoni con sessanta tonnellate di prato, trasformando per un intero mese la copertura di un parcheggio sotterraneo in un vitale spazio di incontro cittadino, costituisce una tappa fondamentale per cogliere il senso della ricerca dell’artista fiorentino classe 1983, da sempre interessato a esaminare luoghi, contesti, territori in rapporto a chi li vive o li ha vissuti. Una vocazione potenziata e alimentata dai frequenti “cambi di latitudine”: dalla Toscana a Berlino, dove si è trasferito nel 2009, fino a Taiwan, che lo scorso anno ha ospitato la sua Superficially, prima personale di un autore italiano al MOCA Museum of Contemporary Art di Taipei. Tra i sei vincitori di ON BOARD 2017 ‒ il concorso promosso dalla Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane del MiBAC con GAI ‒Associazione Circuito Giovani Artisti Italiani ‒, oggi Zaganelli cura, insieme ad Alberto Salvadori, il nuovo progetto editoriale di Centro Di: XXI. Guide d’artista. A qualche mese di distanza dall’apertura di GalLibreria Centro Di, a Firenze, Ginevra Marchi ha scelto di aderire alla “sfida” per la sopravvivenza del libro cartaceo con un’iniziativa di lungo respiro, frutto di “una vera e propria condivisione di intenti fra la progettualità di un artista e quella di un editore”. Il piano dell’opera prevede “venti guide d’artista per venti regioni italiane”, che saranno pubblicate ogni sei mesi. Ciascun autore coinvolto “seguendo alcune linee guida, condurrà o riporterà a una conoscenza del territorio italiano alternativa ai percorsi solitamente turistici. Il ventunesimo numero (da cui il titolo della collana ‘XXI’) sarà un multiplo la cui realizzazione verrà affidata a uno dei venti artisti selezionati e che dovrà ‘contenere’ tutti i volumi come una specie di biblioteca ideale”, anticipa Marchi nella prefazione della prima uscita: Toscana. La Mappa dell’Abbandono.
LA MAPPA DELL’ABBANDONO DELLA TOSCANA
Ascoltando Zaganelli mentre ricostruisce la genesi del lavoro confluito nel volume d’esordio della collana XXI. Guide d’artista, si può evidenziare, ancora una volta, il valore della scelta di porre una distanza fisica rispetto ai luoghi di appartenenza per acquisire consapevolezza del loro potenziale. “Quando mi sono trasferito a Berlino, mi sono reso conto che gli immobili dismessi e riattivati avevano influito moltissimo nel percorso di rinascita culturale della città”, racconta ad Artribune. “Quello a cui assistevo era il risultato di un processo lungo, frutto di una consapevolezza che si era creata, anche a livello istituzionale, nel corso degli anni. Mi sono detto che non bisognava lamentarsi per la mancanza di spazi; piuttosto, era il caso di riconoscere il capitale inespresso e potenzialmente utilizzabile di un patrimonio presente anche in Italia, pur con tutte le difficoltà del caso”. Da questa riflessione Zaganelli passa all’azione, destinando il tempo dei suoi soggiorni toscani a esplorazioni del territorio regionale, successivamente restituite via Google Maps. “Mi piace perdermi, seguire un dispositivo non fa per me”, confessa. “La maggior parte delle volte ero da solo e mi addentravo in luoghi nei quali avrei potuto incontrare di tutto, soprattutto animali in libertà. Un’esperienza memorabile fu la scoperta della Diga di San Piero in Campo, nei dintorni di Radicofani, tra le Crete della Val d’Orcia. Ero a conoscenza delle dimensioni, ma vedere la mole di questa costruzione fu veramente uno choc! È una delle tante incompiute italiane, la realizzazione si è interrotta nel 1986”.
GUIDA D’ARTISTA E DIARIO DI VIAGGIO
Nella “sua” guida, Zaganelli ha riunito una quarantina dei luoghi mappati nel corso degli anni; la versione integrale continua a essere disponibile sul suo sito. Distribuiti in sei itinerari, i siti selezionati vengono singolarmente introdotti da fotografie e da brevi note relative a ubicazione, vicende progettuali e fasi costruttive, nelle quali si fa luce sulle cause della caduta in disuso. Il volume è stato concepito anche nella forma di diario di viaggio: questa seconda “anima” è restituita dagli appunti personali dell’artista, scritti a mano. Le qualità tattili del libro rafforzano la duplice natura e pongono enfasi sui due livelli di lettura proposti: la carta trasparente e leggera identifica “il taccuino dell’artista”; i fogli dalla grammatura più pesante sono riservati alle schede tecniche. “Quando iniziai a parlare con Ginevra Marchi del progetto ne fu entusiasta” – ricorda Zaganelli – “quasi subito si pensò alla possibilità di estenderlo a tutta l’Italia, invitando altri artisti che, come nel mio caso, raccontassero le proprie ricerche in relazione alla regione di provenienza. Il lavoro, che proseguirà con Alberto Salvadori, riunirà autori attivi sui territori che si confrontano con aspetti ‘meno nobili’ delle rispettive zone di appartenenza. In questo modo, racconteremo l’Italia del XX secolo dal punto di vista degli artisti, proponendo una sorta di reinterpretazione del Gran Tour. Abbiamo già in programma alcuni nomi… ma li farò più avanti! Penso sia un segno molto incoraggiante che un editore, in una città come Firenze, stia lavorando su questo fronte. È anche la dimostrazione che le possibilità ci sono: ci vuole un po’ di fortuna, ma soprattutto voglia di guardarsi intorno”, afferma l’artista e curatore.
LA CONSAPEVOLEZZA DELLA MEMORIA STORICA DEL PAESE
Lui stesso chiarisce la finalità del processo di mappatura, che negli anni gli ha permesso di promuovere iniziative anche con altre realtà attive nel medesimo campo ‒ come Spazi Indecisi. “Non credo che dobbiamo convertire tutto; io mi limito a una riflessione su questo tema”, precisa, sollecitato in merito alla possibilità di intraprendere in prima persona percorsi per la riattivazione di questi complessi architettonici. Va sottolineato come alcuni dei siti selezionati sembrino indirizzarsi verso una nuova stagione: è il caso della Manifattura Tabacchi Firenze, realizzata su progetto degli ingegneri Giovanni Bartoli e Pier Luigi Nervi, i cui 90mila metri quadrati sono al centro di un vasto progetto di riqualificazione, annunciato di recente. Ha conquistato visibilità su scala nazionale la complessa vicenda del Castello di Sammezzano, prossimo al poco lusinghiero “traguardo” del ventennio di dismissione. Lo storico impianto di produzione fiorentino delle Gualchiere di Remole, inattivo dal 1980, è divenuto scenografia per spettacoli di “archeologia narrante”, promossi nell’ambito dell’Estate Fiorentina, che ne ricostruiscono la vicenda. Due, in particolare, i casi impressi con maggiore forza nella memoria di Zaganelli. “A una ventina di chilometri da Siena, una svettante struttura di settanta metri domina un paesaggio stupendo: è la torre in cemento armato, vetro e acciaio dell’IDIT – Impianto Disidratazione Isola Tressa, utilizzata solo per tre anni”. E ancora, “la Stazione Radiotelegrafica Guglielmo Marconi a Coltano, in provincia di Pisa, mediante la quale il governo italiano fu in grado di accendere, attraverso un apposito pulsante in una sala a Roma, l’illuminazione della statua del Cristo Redentore a Rio de Janeiro, nel 1931. L’SOS del Titanic che stava affondando fu captato da questa stazione e da qui venne trasmesso negli Stati Uniti. È un luogo davvero unico. Pensare che non ci sia nemmeno un archivio dedicato alla memoria della sua storia è quantomeno singolare”.
DA TAIPEI ALLA GALLERIA DEGLI UFFIZI
La relazione tra contesto e società continua a guidare Zaganelli anche nella produzione artistica propriamente detta. Lo dimostra il recente caso di Grand Tourismo, risultato di un’analisi sui flussi turistici di Firenze stimolata dalla permanenza all’estero e dai soggiorni in Oriente. A Taipei, attraverso alcuni laboratori, l’artista ha potuto verificare come il tema degli spazi abbandonati o inattivi sia praticamente estraneo alle giovani generazioni. Anzi, ricorda: “La cosa che mi sorprese di più fu che per loro uno dei primi problemi di questi luoghi era la presenza di fantasmi”. Soprattutto, fin dalle prime visite a Taiwan, a colpirlo è stato l’uso intensivo dello smartphone a discapito della comunicazione diretta: “La prima volta che arrivai questa cosa mi sconvolse! Mi sembrava la testimonianza di una alienazione totale”, ammette. Non è dunque un caso che, nel lavoro realizzato su invito del Direttore Eike Schmidt, abbia scelto di esaminare come la fruizione dell’arte, la sua percezione e comprensione siano sempre più spesso filtrate dall’obiettivo di smartphone, telecamere e macchine fotografiche. Nei mesi scorsi Zaganelli ha potuto operare all’interno della Galleria degli Uffizi, raccontando “il tempo che cambia dentro al museo. È stata un’operazione abbastanza complicata; anche solo per avere l’autorizzazione all’uso delle immagini dei visitatori di passaggio nella sala dedicata a Botticelli sono state firmate migliaia di liberatorie. Le riprese sono state poche, ma, pur nel limitato tempo a disposizione, sono riuscito a ottenere il risultato al quale puntavo”.
E il cambiare della relazione tra spettatore e opera d’arte, come ha dichiarato Schmidt, affiancato nella curatela di Grand Tourismo da Chiara Toti, “implica un ripensamento delle funzioni del museo stesso”.
‒ Valentina Silvestrini
Giacomo Zaganelli ‒ 1 / Toscana. La Mappa dell’Abbandono
Centro Di, Firenze 2018
Pagg. 180, € 30
ISBN 9788870385496
www.centrodi.it
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