Umbria World Fest 2018
Umbria World Fest torna a Foligno per la sua diciassettesima edizione dal 12 al 14 ottobre 2018.
Comunicato stampa
Umbria World Fest torna a Foligno per la sua diciassettesima edizione dal 12 al 14 ottobre 2018.
Come ogni anno sarà un tema di attualità a essere al centro del festival e a fare da fil
rouge alle mostre in esposizione a Palazzo Trinci.
‘1%- I’m rich you’re not’ è il titolo volutamente provocatorio della manifestazione che
ribadisce l’ineludibile realtà di un divario economico sempre più ampio tra ricchi e poveri.
L’uno per cento della popolazione possiede più del restante 99 per cento, tendenza
registrata anche dal rapporto Oxfam sulla diseguaglianza nel mondo che sottolinea come
questo fenomeno, in costante crescita, presto porterà all’estrema concentrazione in poche
mani dell’intera ricchezza planetaria.
Umbria World Fest sceglie di raccontare questa tematica attraverso immagini e storie che
giungono da ogni angolo del pianeta, al fine di indagare le molteplici forme in cui si
manifesta la ricchezza e documentando, attraverso differenti tecniche e mezzi fotografici,
come questa venga rappresentata al giorno d’oggi.
Partendo dalla fotografia giornalistica, passando per quella artistica, soffermandosi sulle
immagini caricate sui social e quelle riprese da videocamere e droni, tutto concorre a
creare un panorama generale in cui la molteplicità delle letture e dei punti di vista racconta
un fenomeno universale ed estremamente complesso.
A partire da venerdì fino a domenica, Palazzo Trinci ed il suo chiostro saranno lo scenario
delle mostre fotografiche e dei concerti a cura di Umbria World Fest.
L’inaugurazione si svolgerà a partire da venerdì alle ore 21, la premiazione dei lavori
vincitori dei premi Umbria Photo Fest sarà domenica alle ore 18 a Palazzo Trinci.
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LE MOSTRE
Dougie Wallace, nel il suo ultimo lavoro ‘Harrodsburg’ continua un progetto già iniziato
con ‘Bangla Town’ tramite il quale documenta la gentrificazione di una comunità. Questa
volta concentra la sua attenzione sul benessere estremo ed il lusso sfrenato di cui
usufruiscono i super ricchi di Knightsbridge e Chelsea, a Londra. L’autore ci mostra a
distanza ravvicinata, come in un safari, gli evidenti privilegi conseguenza del crescente
potere economico e politico di una piccolissima parte della popolazione.
‘Hanafuda’, il lavoro fotografico di Shinya Masuda, prende il nome da un tradizionale
gioco di carte giapponese. L’autore parte da un fatto avvenuto nella quotidianità, un dono
d’amore ricevuto dalla madre, per dare inizio a una riflessione più ampia sulla caducità
fisica degli oggetti che nonostante mutino di forma, conservano il loro valore intrinseco. Le
immagini still life rappresentano una delicata meditazione sul credo buddista per cui tutto
si trasforma e rapidamente svanisce, ricchezza compresa.
‘Money’ è un libro che racchiude la ricerca di Tania Prill, Alberto Vieceli e Sebastian
Cremers sulle decorazioni stampate sulle banconote. Gli autori mostrano tutto ciò che
viene rappresentato su di esse per imprimere valore a fogli di carta che altrimenti
sarebbero inutili: immagini di soggetti politici, pietre miliari storiche, personaggi distinti,
status symbol, paesaggi. Le banconote sono mini-poster che proclamano un mondo
idealizzato, la prova che anche il valore monetario cerca un corrispettivo visivo.
Mario Spada ci porta in campania dove ha documentato le ‘Ville di Casal di Principe‘
appartenute ai camorristi Walter Schiavone ed Egidio Coppola. Progettate come ville
faraoniche e costruite ad immagine e somiglianza di film holliwoodiani, oggi questi luoghi, una
volta sfarzosi e ostentanti ricchezza, rinascono a nuova vita. Arrestati i boss, infatti, quello che
rimane della villa di Schiavone diventerà la sede del ‘Centro Sportivo riabilitativo e per disabili’
grazie all’Agenzia per l’innovazione, lo sviluppo e la sicurezza sul territorio; così come la villa
del camorrista Egidio Coppola diventerà un ‘Centro di pronta e temporanea accoglienza per i
minori in affido’, dedicato al prete anticamorra Don Peppino Diana.
Le immagini della mostra ‘Russian Kids’, sono tratte dall’omonimo profilo instagram. Ogni
giorno le immagini ed i filmati pubblicati ci mostrano un mondo sconosciuto in cui giovanissimi
vivono vite surreali a bordo di aerei privati, indossano abiti di stilisti famosi, orologi e gioielli
costosissimi. Vite da adulti miliardari a cui tutto è permesso, persino avere tigri ed orsi come
!
animali domestici. Ne emerge un quadro inquietante di una generazione che sbatte la propria
ricchezza in faccia al mondo il cui unico obiettivo sembra quello di apparire.
Insieme a Laura Morton entriamo nel gruppo di una privilegiata upper class americana.
Attraverso ‘The Social Stage’, infatti, la fotografa ritrae l’alta società di San Francisco nei
suoi comportamenti nelle arene pubbliche e in tutte le manifestazioni di beneficienza in cui
la ricchezza viene ostentata quasi in maniera ridicola ma sulla quale istituzioni culturali e
organizzazioni benefiche cittadine fanno affidamento per i loro finanziamenti. Questo è
solo il primo step della fotografa che vuole continuare a fotografare i comportamenti di
questa comunità in tutta l’America.
Le disuguaglianze nel nostro tessuto sociale sono spesso nascoste e difficili da individuare dal
basso, per questo l’autore Johnny Miller, attraverso il suo lavoro ‘Unequal Scene’, utilizza
un drone per portare avanti la sua ricerca fotografica. Grazie a questo cambio di prospettiva ci
rende palese come le barriere visive, comprese le strutture stesse, ci impediscano di vedere
gli incredibili contrasti che coesistono fianco a fianco nelle nostre città. Unequal Scenes è un
atto di sfida su più fronti dall’accesso alle tecnologie, alle autorizzazioni e alle modalità con cui
le tradizionali strutture del potere mantengono nascoste le diseguaglianze.
La mostra ‘Tu Non Hai Visto I Loro Volti’ riflette sulla modalità della produzione delle immagini
e sul conseguente approccio con il quale gli spettatori le interpretano in base a supporti e
contesti. Daniel Mayrit si appropria delle caratteristiche della tecnologia di sorveglianza
(telecamere di videosorveglianza) per creare una serie di immagini che ritraggono le persone più
potenti della City di Londra, che lavorano in un settore percepito come altamente responsabile
dell'attuale situazione economica, ma che vivono ancora in un quasi totale anonimato. Questa
azione provocatoria viene elaborata in sovrapposizione di un fatto accaduto mesi dopo le rivolte
di Londra. In quel periodo, infatti, la polizia metropolitana distribuì volantini raffiguranti giovani
che, presumibilmente, presero parte agli scontri; le immagini, anche in quel caso riprese dalle
telecamere, di qualità molto bassa, erano state diffuse con un'autorità indiscussa, dovuta sia al
dispositivo utilizzato sia all'istituzione che distribuiva quelle immagini.