A Milano l’arte detta legge. Con la leggerezza di Lisa Ponti
Studio Legale Withers, Milano ‒ fino al 21 dicembre 2018. Lo Studio Legale Withers inaugura la nuova sede di via Durini ospitando una mostra di Lisa Ponti in dialogo con il padre Gio Ponti e Francesco Vezzoli. E lanciando “Withers meets Art”, un progetto tutto milanese di corporate branding, che coniuga l’arte e il diritto.
Che il mecenatismo possa provenire dagli ambiti più disparati, e che il mondo legale si presti volentieri a contaminazioni legate al panorama dell’arte, non è una novità. Tuttavia il connubio tra arte e legge ultimamente sembra conoscere un vero e proprio boom, sia nell’ambito dell’evoluzione della giurisprudenza stricto sensu, sia per quanto riguarda le modalità con cui studi legali, centri di ricerca e altre realtà di settore decidono di raccontarsi e di rappresentare la propria immagine attraverso la valorizzazione di opere artistiche. Talvolta unendo legal e art advisory, e dando vita a importanti collezioni. L’ultima tappa di questo processo virtuoso si svolge a Milano, diventata ormai la città italiana più capace non soltanto di cavalcare i trend internazionali, ma sempre più spesso di anticiparli. Fino al prossimo 21 dicembre, lo Studio Legale Withers fa coincidere l’inaugurazione della nuova sede meneghina, un elegante palazzo in via Durini rimesso a nuovo, con il lancio del progetto Withers meets Art: Lisa Ponti in dialogo con Gio Ponti e Francesco Vezzoli.
GIO PONTI E FRANCESCO VEZZOLI
Sede sontuosa, arte seriosa? Niente affatto. Gli uffici Withers, distribuiti su tre piani, accolgono lavori “leggeri” in tutti i sensi, raggruppati e abbinati a ciascuna stanza in funzione del colore delle pareti. In mostra trentatré disegni di Lisa Ponti (Milano, 1922-), stretta collaboratrice del padre Gio Ponti sin dagli Anni Quaranta nella redazione delle riviste Stile e Domus, né firmati né datati, risalenti al periodo dal 1992 a oggi e realizzati in meno di un minuto ciascuno. Brevissimi sprazzi di sogno che richiamano esplicitamente il mondo dell’infanzia, piccole narrazioni capaci di stimolare le fantasie di chi guarda, con levità e libertà. Una pallina di gelato grigio con piccoli occhi e bocca sorridente, seduta sul suo cono; una nuvola contenta, contenuta in una tazza da caffè; un omino che torna a casa, tra le nuvole, salendo una scala stilizzata; una scarpa che si trasforma in un vaso di fiori. Su semplici fogli A4, matita, pennarello, penna biro, acquerello e talvolta piccoli adesivi colorati suggeriscono essenzialità e delicatezza.
I disegni sono leggeri, ma la strategia di brand management è solida. Tutt’altro che casuale, la scelta di esporre l’opera di Lisa Ponti mira a enfatizzare i valori cardine di Withers: la centralità delle dimensioni familiare e locale (in questo caso, milanese), e il dialogo tra figura femminile e figura maschile. Ecco perché la mostra affianca a Lisa due artisti uomini, che rappresentano donne. In una stanza tutta sua fa capolino la presenza del padre Gio, con una magnifica e inedita opera pittorica su perspex trasparente, intitolata Le gemelle, realizzata negli ultimi anni di carriera. E, sulla terrazza al quinto piano, domina la scena il ritratto di Sophia Loren di Francesco Vezzoli (Portrait of Sophia Loren as the Muse of Antiquity) (2011), scultura che fonde con ironia la metafisica di de Chirico con un volto iconico del cinema e dell’italianità.
UNA VOCAZIONE GLOCALE
Difficile immaginare che la mostra di Lisa Ponti rimanga un’una tantum. Il progetto Withers meets Art, lanciato in esclusiva dallo studio milanese, unisce la visionarietà della gestione aziendale del team di Milano con la mediazione organizzativa di London Trade Art e l’intervento curatoriale di That’s Experience. E ha vocazione “glocale”, perché la valorizzazione della dimensione locale si manifesta tramite la scelta di figure di rilievo non solo per la città di Milano, ma anche a livello internazionale. Per sapere cosa succederà nel 2019, a Milano come nelle altre sedi Withers nel mondo, non resta che seguire gli sviluppi del progetto.
‒ Margherita Zanoletti
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