Bauhaus Club
In occasione del centenario della nascita del movimento del Bauhaus nel 1919 – anticipando la ricorrenza di qualche mese – Contemporary Cluster presenta “Bauhaus Club”: un progetto collettivo che ha l’intento di celebrare la caratteristica principale delle scuole di Weimar, Dessau, e Berlino: l’interdisciplinarità.
Comunicato stampa
In occasione del centenario della nascita del movimento del Bauhaus nel 1919 - anticipando la ricorrenza di qualche mese - Contemporary Cluster presenta “Bauhaus Club”: un progetto collettivo che ha l’intento di celebrare la caratteristica principale delle scuole di Weimar, Dessau, e Berlino: l’interdisciplinarità.
Protagonisti di questa “fase contemporanea” del Bauhaus sono lo scultore Brad Howe, il lighting sculpture Carlo Bernardini, il pittore Marco Casentini, lo stilista Mario Caruana, lo studio di design Artiva, il fotografo Sergio Picciaredda, il fotoreporter Stefano Barattini ed il ricercatore Paolo Monti.
Otto progettualità artistiche che ripercorrono e rivisitano il Bauhaus.
Brad Howe, scultore americano, attratto dall’astrazione geometrica, bilancia calma, movimento, colore e forma.
Le sue opere geometriche, tridimensionali e di piccola dimensione, innegabilmente ci ricordano le maquettes realizzate dagli architetti per la progettazione, come quelle di Gropius o di Farkas Molnàr.; cosi come, in un’opera quale “Confession of disappearance”, la vasta gamma di colori, le forme ed i loro raccordi possono visivamente rimandare al Kandinskij delle 12 tavole del 1922 “Piccoli Mondi”.
A rinnovare la possibilità di esperire il Bauhaus e le sue molteplici sfaccettature è anche Carlo Bernardini, architetto- scultore, il cui lavoro oscilla fra le due discipline. Per l’occasione l’artista ha realizzato un’installazione site specific, curata dal collettivo Manifesto delle Visioni Parallele, utilizzando la fibra ottica, materiale prediletto dall’artista per disegnare lo spazio, nello spazio, con la luce. Uno dei capisaldi del Bauhaus a cui poter coniugare il lavoro di Bernardini è rappresentato dalle sperimentazioni di Laszlo Moholy- Nagy, dalle sculture in plexiglass, ma sopratutto dalla cosiddetta light painting.
Incontriamo poi le tele di Marco Casentini: eccentrici lavori policromi, astrazioni di percezioni e paesaggi trasformati in un sistema astratto, caratterizzato dalla riduzione di forme dell’architettura urbana in rettangoli, che l’artista poi riempie di colori che definiscono l’insieme.
Ciò che Casentini vede e come lo percepisce, viene astratto e trasformato in soluzioni geometriche. È dunque evidente la significativa influenza del Bauhaus e nello specifico di Josef Albers, dei suoi semplici quadrati ripetuti e sovrapposti, colorati con diverse tonalità che creano un effetto ottico di profondità.
Negli spazi di Contemporary Cluster l’artista, oltre ad esporre le sue tele, ha realizzato, per l’occasione, un wall drawing, una serie limitata di grappe Maschio, personalizzando il packaging con i suoi stilemi ed, in collaborazione con Kickit, una T-shirt. C’è inoltre una moto anch’essa customizzata dall’artista, in collaborazione con Cafe Twin.
Segue Mario Caruana, un giovane stilista siciliano che per l’occasione presenta la sua nuova collezione Robot18, interamente prodotta da aziende italiane con filati di puro cashmere. A metà tra la grafica ed il lavoro tradizionale a maglia, le forme geometriche, con i loro colori, creano un effetto di ibridazione giocosa e di dinamismo. Caruana propone forme, colori e motivi diversi, prontamente identificabili oltre che con il Bauhaus anche con esperienze artistiche che vanno dal Suprematismo al Costruttivismo russo, fino allo Spazialismo di Fontana ed al minimalismo americano. In occasione della mostra, l’artista ha realizzato delle t-shirt che sarà possibile acquistare.
Nella mostra Bauhaus Club è presente anche Artiva, uno studio multidisciplinare, fondato a Genova nel 2003, che si occupa di graphic design, branding e comunicazione visiva. I progetti si focalizzano sulla presenza o assenza di segni grafici nella geometria e sull'uso di un rigoroso sistema a griglia che mostra una naturale inclinazione verso il minimalismo.
In occasione della mostra viene presentato un lavoro che contiene elementi di design, progettazione architettonica, tessile e grafica, esplicito rimando alla multidisciplinarietà della Bauhaus.
Troviamo poi il fotografo romano Sergio Picciaredda con la sua narrazione di paesaggi industriali. Sotto forma di lightbox, foto retroilluminate, l’artista cerca di catturare l’anima sopita che i suoi soggetti fotografici celano.
Al pianterreno, negli spazi espositivi di Contemporary Cluster, incontriamo Stefano Barattini, fotografo milanese, che immortala con grande passione, luoghi abbandonati, ricordi, aree industriali, tracce del passato, siti che emanano un fascino unico. Il suo innegabile interesse per l’architettura lo ha portato a fotografare l’edificio del Bauhaus realizzato da Walter Gropius a Dessau nel 1925. Ripercorrendo i passi di Lucia Moholy, nota fotografa del Bauhaus, Barattini, in occasione di questa mostra ci consente di entrare all’interno di questo storico palazzo ed esplorarlo.
Nel cave di Contemporary Cluster, infine, troviamo l’artista Paolo Monti che tratta con enfasi spettacolare e virtuosismo tecnico il linguaggio elettronico, in uno scambio fra immagini e performatività tecnologica. Il suo vivibile caleidoscopio di onde sonore e luminose, generatore di attrattori in retroazione infinita, è il risultato di una ricerca al limite tra arte e scienza che richiede il coinvolgimento attivo dell’osservatore.
La mostra verrà inaugurata il 20 Ottobre 2018 a Roma, negli spazi di Palazzo Cavallerini Lazzaroni in Via dei Barbieri 7.