[Ri]Tornare

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO DUCALE DI GENOVA
Piazza Giacomo Matteotti 9, Genova, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

15|20 dal martedì alla domenica

Vernissage
25/10/2018

ore 18

Generi
arte contemporanea, collettiva

La mostra [Ri]Tornare è una riflessione sul tema del ritorno. Tornare significa avviarsi, essere diretti al luogo da cui si era partiti o da cui ci si era allontanati, rientrare o rimettersi nel luogo da dove si era venuti.

Comunicato stampa

La mostra [Ri]Tornare è una riflessione sul tema del ritorno. Tornare significa avviarsi, essere diretti al luogo da cui si era partiti o da cui ci si era allontanati, rientrare o rimettersi nel luogo da dove si era venuti. Si torna a casa da un viaggio, dopo un'assenza più o meno lunga, si riprende la propria attività. [Ri]tornare è sinonimo di tornare ma meno comune nell'uso familiare, enfatizza l'intervallo di assenza e può implicare una ripetizione. Si ritorna su una questione, o si ritorna in sé. Si ritorna dove si è già stati, spesso con l'idea di periodicità. Ritornare significa anche restituire, intercalare e riprendere.
Se Giulia Crispiani presenta un trittico-tributo a delle figure fondanti del femminismo italiano, Luca Carboni delinea un campo di ricerca storico/geografica allo scopo di sviluppare una lettura critica della relazione fra la Sardegna, le sue coste e il contesto mediterraneo contemporaneo; i lavori di Niccolò Masini invece investigano la natura stessa del concetto di temporalità, presentati attraverso una dimensione specifica, essi tentano di incorporare esperienze passate e future.
Il tentativo è quello di analizzare il concetto di luogo fisico inteso come estensione dello spazio
nell’asse temporale, secondo un’immaginaria cadenza cronologica entro la cui cornice ognuno dei lavori presentati appresta una griglia interpretativa per lo sguardo specifico di ogni singolo artista.
Lo spazio, condizionato sempre più da una dimensione temporale accelerata, è ad oggi
dimensione emblematica della capacità stessa di auto-comprensione: «viviamo in un momento in cui il mondo si sperimenta, credo, più che come un grande percorso che si sviluppa nel tempo, come un reticolo che incrocia dei punti e che intreccia la sua matassa» (Foucault, 1994).
Consapevoli che la mobilità sia un privilegio confinato a determinati soggetti e geografie, è
necessario porsi delle domande per far sì che l’idea di ritorno risulti scevra di romanticismi: che
cosa spinge ad andarsene e cosa stimola il desiderio di ritorno? In che modi si possono attivare
esperienze e competenze, sviluppate in anni di studio e vita in contesti e condizioni differenti
rispetto alle realtà da cui si è partiti e in cui si torna? Benché l’asse del ritorno si sviluppi,
idealmente, lungo una direttrice passato-futuro, cosa significa rifiutare questa dualità, e la
conseguente idea di progresso, in favore di una lettura che superi la tentazione di trovare facili
soluzioni in un passato perduto da recuperare, o in un futuro inedito da conquistare?
I lavori degli artisti in mostra, sviluppati lungo tematiche indipendenti e parallele, secondo le
diverse pratiche artistiche, si pongono come passo intermedio verso la costruzione di un percorso che possa trovare momenti comuni di inserimento e impegno nelle varie realtà di appartenenza,con uno sguardo al tempo stesso locale e forestiero.

Niccolò Masini, Giulia Crispiani e Luca Carboni sono nati e cresciuti in Italia. Dopo un primo percorso di formazione universitaria, decidono di continuare gli studi all’estero. Si incontrano alla Gerrit Rietveld Academie di Amsterdam, dove parallelamente completano percorsi separati, ottenendo un diploma di laurea nel 2015. Dopo varie altre esperienze e percorsi di formazione internazionali, più o meno contemporaneamente maturano la decisione di tornare a vivere e lavorare in Italia.

The exhibition [Ri]tornare is a reflection on the topic of return. To return means to go or come back,as to a former place, position, or state; to revert or recur, as in thought, discourse and so on. We return from a trip, after a more or less long absence, we start again with an activity. We return where we have already been, often with the idea of recurrence. To return means also to give back, to intercalate and start again.
Giulia Crispiani presents a tryptic-tribute to fundamental figures of Italian feminism; Luca Carboni binds together some historic-geographical research topics on Sardinia, in order to materialize some problematic aspects of the Mediterranean contemporaneity—removed yet highly influential; Niccolò Masini's works investigate the nature of temporality, as an attempt to materiality itself, they try to physically re-create a dimension where past and future experience are embodied.
The main focus is to analyze the concept of the physical space intended as a continuation of the temporal axe, according to imaginary intervals. Each of the presented works is an interpretation of this interval.
More and more affected by an accelerated temporal dimension, space is today the emblematic
dimension for self-understanding.
Keeping in mind that mobility is a privilege confined to specific subjects and geographies, it is
necessary to pose some questions, to liberate the act of return from any kind of romanticism: why do we go away in the first place? Where does the desire to return stem from? In which ways can we reactivate experiences and competences, developed during several years of studies and living in different contests and conditions from the reality we have left behind or we go back to?
Despite the axe of return is ideally placed on the vector past–future, what does it mean to reject this duality and the consequential idea of progress, in favor of a reading that would go beyond finding easy solutions in a past to restore or a future to conquer?
The exhibited artworks are developed along independent and parallel thematics, according to the diverse approaches. They want to be an intermediate step towards the construction of a path, where to find communal moments of engagement in the respective places of belonging, through a local-yet-foreign gaze.

Niccolò Masini, Giulia Crispiani and Luca Carboni were born and raised in Italy. After a first academic experience, they decide to continue their studies abroad. They met at the Gerrit Rietveld Academie in Amsterdam, where they followed separate courses but graduated together in 2015.
After various international experiences, they all decided more or less simultaneously to return to live and work in Italy.
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>>>> BIOGRAFIE PERSONALI

Niccolò Masini nasce a Genova nel 1989. Il suo percorso artistico prende forma nelle aule dello
IED di Milano, laureandosi nel 2011 nei corsi di Illustrazione e Animazione. Incomincia così la
propria carriera nel mondo dell’arte visuale. La svolta definitiva la compie però trasferendosi in
Olanda, dove frequenta la prestigiosa Gerrit Rietveld Academie di Amsterdam, dalla quale si
laureerà nel 2015 con una specializzazione in Audio Visual Arts. Durante il periodo alla Rietveld,
ha la possibilità di seguire un programma di scambio internazionale alla RMIT University di
Melbourne. Vincitore di numerosi premi, concorsi e residenze internazionali, dal 2015 ha iniziato a
dedicarsi alla propria ricerca personale, alla quale affianca lavori su commissione. Praticando in tre
continenti, il suo lavoro è stato esposto a livello internazionale in paesi come Australia, Canada,
Argentina, Olanda, Giappone ed Italia. Ad oggi, vive e lavora tra Genova e Montreal.

IL PENSIERO: Le opere di Niccolò Masini si collocano nel reame della narrazione per immagini e
dell'artigianato, ma anche in quello dell’antropologia e poesia. Seguendo una poetica lontana da
un classico susseguirsi del tempo, esse guidano il suo creatore e pubblico attraverso una narrativa
estemporanea di metodi, voci, opinioni e prospettive. Mettendo in discussione i ruoli fondamentali
e le regole nascoste dentro una definizione odierna del concetto di «cultura», essa trae ispirazione
da letteratura, storia, teatro, psicanalisi, e religione. È essenziale conoscere per poter appartenere.
La ricerca visuale di Masini attinge a un flusso creativo che ha radici profonde, un tipo di
conoscenza che non può essere trovata unicamente dentro ad un libro. Certe tipologie di

apprendimento necessitano di essere vissute, come per afferrare una conoscenza del mondo che
si può guadagnare unicamente attraverso l’esperienza, identificandone la forma ed avvicinandosi
ad una diversa percezione di noi stessi. Come per diventare parte di un processo che sta
all’essenza stessa di quello che siamo in quanto esseri umani, estraniandoci dai preconcetti di
tempo e cultura.

Giulia Crispiani è artista e scrittrice, e vive e lavora a Roma dove collabora con la redazione di
NERO Editions. Si è diplomata in Disegno Industriale alla Facoltà di Architettura Ludovico Quaroni
(Sapienza, Roma) nel 2009, per poi trasferirsi in Olanda, dove ha completato un BA alla Gerrit
Rietveld Academie di Amsterdam con specializzazione in Ceramica (2015) e un programma extra
curricolare in Art & Research con l’Università di Amsterdam (2014). Nel 2017 ha ottenuto la laurea
MA al Dutch Art Institute (Artez, Arnhem). Ha partecipato a progetti indipendenti tra Amsterdam,
Beirut, Tehran e partecipato alla mostra Coming Soon alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
di Torino (2018).

Luca Carboni è un graphic designer, vive e lavora tra Cagliari e Berlino. Nel suo lavoro sviluppa
metodi di ricerca storico-geografica e artistica applicati a temi inerenti commistioni fra estetica e
politica, intesi come contributo ad una militanza politica. Si è diplomato in Disegno Industriale alla
Facoltà di Architettura Ludovico Quaroni (Sapienza, Roma) nel 2010 per poi trasferirsi nei Paesi
Bassi, dove ha completato un BA alla Gerrit Rietveld Academie di Amsterdam con specializzazione
in Graphic Design (2015) e un MA in Art Praxis presso il Dutch Art Institute (ArtEz, Arnhem) nel
2018. Ha lavorato come stampatore serigrafo in contesti educativi, collaborato e sviluppato progetti
di ricerca con diversi artisti sia in Europa (Paesi Bassi, Grecia, Italia) che in Iran e Messico, su temi
quali l’autorganizzazione nella modernità capitalista, rendita fondiaria e speculazione, e pratiche di
(auto)pubblicazione.