Omaggio a Franco Beraldo
La Fondazione Musei Civici di Venezia, in linea con la propria proposta culturale che intende valorizzare gli artisti del territorio metropolitano – in collaborazione con la Città di Venezia – rende omaggio all’arte di Franco Beraldo (Meolo, 1944), con una mostra ospitata al Centro Culturale Candiani di Mestre.
Comunicato stampa
Del grande maestro veneto, già vincitore del Premio Burano nel 1981, il Centro Candiani - sempre più ‘fulcro’ di una nuova rete di percorsi artistico-culturali di carattere nazionale e internazionale che sta trovando in Mestre terreno fertile – presenta, nella città che ha visto i suoi natali artistici, 62 opere tra dipinti, Haiku, disegni su carta, vasi e piastre in vetro di Murano, tutte realizzate da Franco Beraldo tra il 2004 e il 2018.
Dall’acquerello alla sperimentazione con l’affresco, quello intrapreso dall’artista – fra gli esponenti di spicco di quel fermento intellettuale che da sempre ha caratterizzato la città di Mestre e il territorio metropolitano - è un continuo confronto con le infinite e varie potenzialità del colore.
‘Ed è proprio quest’ultimo, nella terza fase della sua produzione – come ricorda in catalogo Gabriella Belli, curatrice dell’esposizione insieme a Elisabetta Barisoni - a frantumare la linea e il contorno, per diventare protagonista, libero e assoluto, di un racconto compositivo che fa propri i più disparati supporti materici, dalla tela, ai lacerti di carta, fino al vetro.’
Nelle opere presentate al Centro Candiani di Mestre, lo stile dell’artista dimostra quanto sia infinita la via della Storia per i veri maestri. Dopo aver sperimentato una pittura più descrittiva, dove il soggetto è ancora circoscritto all’interno della composizione, dai primi anni Duemila, Beraldo dona dunque piena libertà al colore, che invade e travolge la tela, con le linee e i contorni.
Come negli acquerelli degli anni ottanta, negli Haiku permane una dimensione quasi 'zen' di procedimento a togliere, per arrivare all’essenziale di un’arte meditativa.
Il lavoro continuo di ricerca attraverso le tecniche, i materiali e le possibilità espressive dell’arte del ‘900, portano Beraldo a misurarsi anche con un oggetto di grande tradizione come il libro d’artista, che lui interpreta e svolge come un racconto tridimensionale.
Tra le più recenti sperimentazioni anche la ricca produzione vetraria.
Secondo l’autore, il vetro è il materiale ‘magico’ per eccellenza; vive solo con la luce, al buio diventa opaco e si spegne, un po’ come l’essere umano.
Beraldo si muove ormai con sicurezza tra giochi di trasparenze, arrivando a un risultato mai improvvisato, che ha radici ben consolidate nello studio e nell’osservazione dei maestri del nostro passato recente.
La mostra, accompagnata da un bel catalogo edito da Grafiche Battivelli (Conegliano, 2018), vuole rappresentare una grande testimonianza della vitalità della produzione di questo artista, celebrato da numerose e importanti esposizioni negli ultimi trent’anni.