Giorgio Griffa – Ordine e Disordine
Una nuova opera permanente per l’atrio di Viadellafucina16 Condominio-Museo. Un progetto a cura di a.titolo nell’ambito dell’azione Nuovi Committenti
e di Kaninchen-Haus.
Comunicato stampa
«Costruire un’opera d’arte con segni che appartengano alla mano di tutti»
Giorgio Griffa
Sabato 3 Novembre, in occasione della Notte delle Arti Contemporanee, inaugura al pubblico l’opera Ordine e disordine, ideata dall’artista Giorgio Griffa per Viadellafucina16 Condominio-Museo nell’ambito di Nuovi Committenti, programma finalizzato alla realizzazione di opere d’arte commissionate dai cittadini per i loro luoghi di vita e di lavoro, promosso dalla Fondation de France.
Grazie all’azione Nuovi Committenti, ha preso forma a cura di a.titolo una nuova opera permanente nel Condominio-Museo, chiamata a contraddistinguere l’imponente androne di ingresso dell’edificio ottocentesco nel cuore del quartiere di Porta Palazzo, e ad accompagnarne in modo unico e originale la rigenerazione. L’opera, ideata da Giorgio Griffa e commissionata dall’associazione Kaninchen-Haus che promuove il progetto Viadellafucina16, ha interpretato il processo di trasformazione in corso in questo luogo, dove la cura degli spazi e delle relazioni sta prendendo forma grazie al contributo e al potere trasformativo dell’arte, imprimendo un segno che accoglie e accompagna i passi di chi entra e chi esce dal Condominio Museo.
L’opera di Giorgio Griffa
Una sequenza di tracce blu sulla volta dell’androne, allineate in fuga prospettica verso l’interno del palazzo, si scompaginano all’improvviso rimanendo sospese nel proprio equilibrio. A seconda che si acceda o si esca dal n. 16 di Via La Salle, la lettura dell’opera si offre in chiave dialettica, suggerendo l’idea che l’ordine e il disordine siano due stati complementari e necessari l’uno all’altro, come l’interno e l’esterno che qui, come altrove, equivale anche al rapporto tra “noi” e “loro” in tutti i suoi diversi ordini di grandezza: una casa, un palazzo, una città, un paese.
Ordine e disordine è un omaggio a un altro artista, come lo erano quelli dedicati a Matisse, Klein, Beuys o Tintoretto nella serie Alter Ego iniziata da Griffa nel 1979. Il Condominio-Museo ha offerto l’occasione per un nuovo omaggio, espresso fin dal titolo dell’opera, questa volta al collega torinese Alighiero Boetti, geniale esponente dell’Arte povera prematuramente scomparso nel 1994, e alle sue indagini su temi quali il doppio e i principi generativi di caso e necessità, simile e diverso, ordine e disordine.
In quest’opera la pittura si traduce per Griffa in una nuova materia: la ceramica. Per ogni segno una piastrella, l’una impercettibilmente diversa dall’altra, la cui proporzione si basa sulla sezione aurea, numero irrazionale legato alla nozione di infinito che da anni ricorre nel suo lavoro, mentre le superfici irregolari e lucide delle piastrelle restituiscono, attraverso l’interazione con la luce, l’intensità e la ricchezza di sfumature del blu antico, memore dei fondi delle maioliche quattrocentesche dei Della Robbia.
L’esecuzione dell’opera, costituita da circa settantacinque elementi in terraglia invetriata, tutti pezzi unici, sotto la supervisione dell’artista, è stata affidata a Valentina Polizzi, ceramista originaria di Caltagirone, storico centro siciliano di lavorazione della maiolica, Formatasi al locale Istituto d’Arte e in seguito presso l’Accademia di Belle Arti di Catania, dopo la ventennale esperienza in un’azienda artigiana in Sicilia, Polizzi è attiva da alcuni anni a Torino con l’associazione Il Nicchio. L’allestimento dell’opera è curato dal collettivo Capolavoro e coadiuvato dalla ceramista Simona Leonessa.
Il progetto è realizzato con il sostegno dalla Fondation de France nel quadro del programma Nuovi Committenti, e con il contributo della Regione Piemonte nel quadro del sostegno al progetto Viadellafucina16.
Il Condominio-Museo
Viadellafucina16 Condominio-Museo nasce da un’idea dell’artista Brice Coniglio, avviato con un gruppo di condomini nel 2016 in uno storico stabile di via La Salle 16 (anticamente nota come “via della Fucina”), nel quartiere torinese di Porta Palazzo, ed è promosso dall’associazione Kaninchen-Haus che ha sede nell’edificio.
Viadellafucina16 ha l’obiettivo di agire come veicolo di riqualificazione e trasformazione degli spazi comuni del palazzo (con esplicito riferimento al museo come luogo delle Muse e luogo della salvaguardia di ciò che è prezioso, dal punto di vista storico, artistico e culturale), una pregevole architettura ottocentesca che oggi versa in stato di degrado e incuria, attraverso l’intervento di artisti invitati a farsi partecipi di un processo di trasformazione condivisa. In questo progetto, il condominio – luogo in cui si esercita la prima forma di democrazia e punto di intersezione tra dominio pubblico e privato – si apre alla pratica artistica come fattore di rigenerazione estetica, sociale e culturale, divenendo così un luogo simbolico attraverso cui la comunità rappresenta se stessa, così come un tempo i palazzi signorili decorati dagli artisti rappresentavano il prestigio delle singole casate. Viadellafucina16 costituisce un inedito innesto della pratica artistica nel tessuto vitale di una comunità circoscritta (oltre duecento abitanti di ogni nazionalità in cinquantatré appartamenti) che intende dimostrare, aprendosi alla cittadinanza tutta, come l’arte e la cultura possano diventare strumenti efficaci nella risoluzione dei conflitti e per una trasformazione collettiva.
Il Condominio-Museo ospita una residenza per giovani artisti, invitati tramite open call a proporre progetti da realizzare nei suoi spazi, che sono stati selezionati dagli stessi residenti con la mediazione di un prestigioso comitato scientifico (a.titolo, llaria Bonacossa, Mario Cristiani, Ilda Curti, Alessandra Pioselli, Anna Pironti, Pier Luigi Sacco, Catterina Seia).
Per la realizzazione dell’intervento artistico permanente destinato a qualificare l’ingresso dell’edificio, l’associazione Kaninchen-Haus ha coinvolto a.titolo, referente in Italia del programma Nuovi Committenti, che ha risposto all’appello con l’invito a Giorgio Griffa, uno dei più significativi pittori italiani contemporanei, imprimendo nel Condominio la sua inconfondibile cifra poetica.
L’azione Nuovi Committenti in Viadellafucina16 è curata per a.titolo da Luisa Perlo e Francesca Comisso.
Nuovi Committenti
L’azione Nuovi Committenti (Nouveaux Commanditaires) della Fondation de France consente ai cittadini di avvalersi dell’arte per affrontare questioni sociali o di sviluppo di un territorio, affidando ad artisti contemporanei di tutte le discipline la committenza di un’opera. La sua originalità si basa sull’unione fra tre attori: l’artista, il cittadino committente, il mediatore culturale, affiancati dai partner pubblici e privati coinvolti nel progetto. I Nuovi Committenti sono i cittadini che, senza distinzione di età, censo, genere, formazione culturale o provenienza sociale, divengono promotori della realizzazione di un’opera d’arte capace di interpretare le loro necessità o desideri, e quelli della comunità di riferimento (sia essa un quartiere, un luogo di lavoro o, come in questa occasione, un luogo dell’abitare collettivo), e di trasformarne, dal punto di vista poetico, simbolico o funzionale gli spazi della vita quotidiana. Ideata alla metà degli anni novanta da un artista, François Hers, con l’obiettivo di reimmaginare il ruolo della società civile quale motore e agente della creazione artistica, e al tempo stesso di attribuire un nuovo ruolo sociale all’arte e agli artisti, la metodologia dei Nuovi Committenti aspira altresì a stimolare la partecipazione attiva dei cittadini ai processi culturali che li riguardano.
Il programma è attualmente diffuso su scala europea – in Francia, Italia, Belgio, Germania, Spagna, Svizzera – e nuovi progetti sono in corso in Camerun, Nigeria e in Louisiana. a.titolo è referente della Fondation de France per l’applicazione e lo sviluppo del programma in Italia.
http://www.nouveauxcommanditaires.eu.
Giorgio Griffa
Nato nel 1936 a Torino, dove vive e lavora, Giorgio Griffa è uno dei pittori italiani contemporanei più rigorosi e radicali. Negli anni sessanta e settanta, che lo vedono tra i protagonisti della neoavanguardia, la sua pittura condivide l’approccio analitico e autoriflessivo delle contemporanee esperienze concettuali, ma ne differisce per una inclinazione antropologica e lirica, concentrandosi sui fattori primari della pittura: la tela come superficie e supporto, il segno, il colore. Pur senza prendere parte a movimenti e gruppi artistici, in quegli e anni è in dialogo con molti artisti dell’Arte Povera e viene annoverato tra gli esponenti della Pittura analitica, partecipando alle mostre che fanno il punto su questa tendenza, quali La riflessione sulla pittura curata nel 1973 ad Acireale da Filiberto Menna, Italo Mussa e Tommaso Trini e, nel 1974, l’esposizione Geplante Malerei al Westfalischer Kunstverein di Münster. Dopo la mostra d’esordio, presentata da Paolo Fossati nel 1968 alla galleria Martano/Due di Torino, con la quale rimarrà legato e continuerà a lavorare negli anni, espone da Gian Enzo Sperone e poi da Ileana Sonnabend a New York e Parigi nel 1970. Dello stesso anno è la partecipazione alla mostra Processi di pensiero visualizzati al Kunstmuseum di Luzern, tra i protagonisti della giovane avanguardia italiana, mentre pochi anni dopo, nel 1973, espone a Contemporanea, un’altra celebre mostra, curata da Achille Bonito Oliva e allestita nel parcheggio di Villa Borghese a Roma.
Le opere di Griffa si caratterizzano fin dal principio della sua indagine per l’uso della tela senza telaio, dapprima preparata poi nuda e spesso di dimensioni ambientali, sulla quale l’artista orchestra le sue partiture di linee e segni, che variano a seconda dell’ampiezza del pennello o della durata del gesto della mano. Dal 1979 comincia a misurarsi con l’opera di importanti artisti del passato, più o meno vicini nel tempo e nello stile: con la serie Alter Ego Griffa rende omaggio a 18 maestri attraverso altrettante grandi tele. Nella visione dello stesso artista, nell’insieme tutta la sua opera può essere suddivisa in otto grandi cicli pittorici che convivono l’uno accanto all’altro e corrispondono a suggestioni e indagini portate avanti parallelamente. Ognuna di queste serie ha una data di inizio ma non una di fine, lasciando sempre aperta la possibilità di riprendere in seguito il filo del discorso.
Le sue ultime ricerche sono influenzate da un’altra fascinazione, il canone aureo, o sezione aurea, che spiega misteriosamente diversi fenomeni naturali e che viene assunto come ideale di bellezza e armonia sin dai tempi antichi: un numero irrazionale che prosegue all’infinito dopo la virgola, continuando a crescere senza avanzare e le cui cifre (1,61803398874989484820458683436563…..) divengono un leitmotiv nelle tele dell’artista.
Gli ultimi anni hanno visto un interesse crescente verso la ricerca di Griffa a livello internazionale, testimoniato da importanti mostre in musei e gallerie quali Canone Aureo a cura di Luca Massimo Barbero al MACRO di Roma (2011), Fragments 1968 – 2012 allestita alla Casey Kaplan Gallery di New York nel 2012 e accolta da un grande successo di critica, la retrospettiva curata nel 2015 da Andrea Bellini al Centre d’Art Contemporain di Ginevra, alla Kusthall Bergen e alla Fundação de Serralves di Porto, il ritorno alla Biennale di Venezia, dove espone per la terza volta nell’edizione curata nel 2017 da Christine Macel. Attualmente Griffa collabora con la Casey Kaplan Gallery di New York e la Galleria Lorcan O’Neill di Roma.
a.titolo
a.titolo è un’organizzazione non profit fondata a Torino primo collettivo curatoriale nato in Italia nel 1998 per iniziativa di gruppo critiche e storiche dell’arte. a.titolo è stata tra le prime realtà in Italia a operare nello spazio pubblico attraverso la produzione di progetti artistici di interesse collettivo secondo un approccio collaborativo e multidisciplinare. a.titolo realizza progetti d’arte pubblica, context e audience-specific, e ha curato, a metà degli anni 2000, la prima applicazione italiana di Nuovi Committenti, di cui è tuttora referente in Italia per la Fondation de France. Ha ideato e curato programmi sperimentali di formazione e produzione culturale, mostre, residenze per artisti, prodotto documentari, campagne fotografiche, public program. Negli ultimi anni ha realizzato progetti in collaborazione con musei e altre istituzioni artistiche, quali RESÒ – International Network for Artist Residencies and Educational Programs, il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e la Fondazione Merz. www.atitolo.it
Kaninchen-Haus
Kaninchen-Haus è una organizzazione attiva dal 2009 con sede a Torino nel quartiere di Porta Palazzo. Il nucleo principale del gruppo è costituito da artisti che hanno scelto di non limitare la propria attività e la propria identità alla “creazione di opere” ma di lavorare attivamente – e in maniera indipendente – per l’attivazione di processi condivisi e per ridefinire il ruolo dell’artista nella società. Negli ultimi anni, Kaninchen-Haus ha affinato le proprie capacità di progettazione, come testimoniano i successi nei bandi delle principali fondazioni italiane o istituzioni pubbliche, la produzione di mostre in contesti museali (PAC di Milano nel 2009, Museo Francesco Messina nel 2017), il fare rete con istituzioni culturali e con le imprese. www.kaninchenhaus.org
Capolavoro
Capolavoro raggruppa artisti e operatori culturali (progettisti, curatori, designer, artigiani, fotografi, scenografi, allestitori, videomaker, etc) che mettono competenze e visione al servizio di privati, istituzioni e imprese con l’idea di innovare, rigenerare e vivificare nuovi settori della società e del mercato. Il primo ambito a cui Capolavoro si rivolge è quello dell’arte contemporanea, offrendo un pacchetto completo di servizi per la produzione di mostre, opere e allestimenti. Capolavoro è un progetto di Kaninchen-Haus, vincitore del Bando fUNDER35.
www.capolavoro.cloud