Sebastiano Mortellaro – Linee di tempo
“C’è qui tutta la deformazione della vita, plastico argine alle pressioni provenienti dall’interno che si contrappongono a quelle che premono dall’esterno.”
(Aldo Taranto).
Comunicato stampa
La Residenza temporanea Luoghi Comuni San Salvario è
un’officina di sperimentazione di modalità abitative
attive, solidali e di collaborazione. Al suo interno
si sviluppa L’OFFICINA con-Temporanea, uno spazio
espositivo, un cantiere di creatività il cui compito è di
elaborare le tematiche di modelli abitativi sperimentali
attraverso la sensibilità dei giovani artisti.
Venerdì 2 Novembre alle ore 18.30 L'OFFICINA ospiterà la
mostra personale di Sebastiano Mortellaro "Linee di Tempo"
curata da Aldo Taranto.
Vedo un passo più leggero in questi nuovi lavori di Sebastiano
Mortellaro. Accanto ad essi ne ripropone uno dei suoi primi
(L’uomo nero) quasi a chiudere il cerchio. Come voler ritornare
alla naturalezza dei suoi anni giovanili, quelli in cui, di sicuro,
viaggiava senza sovrastrutture mentali, appena contagiato
dal sacro furore dell’arte, di una certa arte, quella che qualche
decennio prima esondava caparbia ed irriverente. Il guado di
ritorno è solitamente più rapido poiché lo si percorre a memoria.
Quasi adesso non gli importasse un qualche limite, riesce ad
avere una visione dilatata ed in quella i livelli orografici della
mappa temporale. C’è qui tutta la deformazione della vita,
plastico argine alle pressioni provenienti dall’interno che si
contrappongono a quelle che premono dall’esterno.
aldo taranto
L’OFFICINA
arte con-temporanea
ospiti n° 3
018
L’OFFICINA
arte con-temporanea
site-specific
018
site-specific
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LINEE DI TEMPO
A CURA DI ALDO TARANTO
dal 02/11 al 23/11
SEBASTIANO
MORTELLARO
Inaugurazione Venerdì 2 Novembre 2018
ore 18.30
L’OFFICINA con-temporanea
via San Pio V 11
10125 Torino
[email protected]
+39 348 2803466
L’OFFICINA
arte con-temporanea
biografia
018
SEBASTIANO
MORTELLARO
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Sebastiano Mortellaro ha esposto in molti luoghi, la sua
poetica gira intorno agli indefiniti passaggi epocali,
indefiniti perché da lui vissuti nei momenti cardinali. In
questo il suo sguardo è strabico. L’ambiente è quello che ha
conosciuto con i suoi sensi, il suo ambiente, personale, familiare,
che un abbaglio ha stampato in lui indelebilmente. Eppure, nel suo
strabismo, questi fotogrammi personali, sempre, nel suo lavoro li ha
messi in pubblico non semplicemente mostrandoli, mostrandosi.
Li ha iridati dentro gli spazi in cui ha esposto, siano stati sale di
un museo, gallerie, garage o magazzini. Del vuoto delimitato dai
muri ne ha fatto un’opportunità di rimbalzo delle sue domande
incrociate affinché il pubblico ne avesse per sé anche di nuove. Ma
non in ragionamento semplicemente, ma nei sensi. In questo è un
artista-artigiano, quando fabbrica serre lungo il perimetro interno
di Bocs, quando s’inventa una Sicilia snodabile, quando costruisce
favelas dentro il Museo Montevergini.
Ecco, il suo ambiente prende forme nel vuoto tra i muri, ecco il suo
ambiente lo sovrappone in paragone ad altri di ambienti, diversi
eppur simili al suo, simili nell’appartenenza a quella parte di mondo
marginale ed orgogliosa.
aldo taranto