FLAT: la fiera dell’editoria porta in una nuova location a Torino i libri d’artista di Dieter Roth
Appuntamento da non perdere durante l’art week di Torino, la fiera espone il meglio della produzione internazionale di cataloghi di mostre, monografie, saggi, libri d'artista, edizioni rare, out of print e magazine
I grandi spazi della Nuvola Lavazza, ex centrale elettrica oggi nuovo quartier generale del noto marchio di caffè (con annesso super ristorante che vi consigliamo), ospitano la seconda edizione di FLAT, la fiera dell’editoria d’arte internazionale che dal 2 al 4 novembre coinvolgerà grandi editori e piccole realtà indipendenti. 42 espositori da 11 paesi sono stati selezionati dai fondatori di FLAT Chiara Caroppo, Beatrice Merz e Mario Petriccione, affiancati dal comitato scientifico formato da Liliana Dematteis, curatrice di libri d’artista e collezionista torinese, Richard Flood, Director of Special Projects e Curator At Large del New Museum di New York, David Senior, Head of Library and Archives al San Francisco Museum of Modern Art, Ken Soehner, Chief Librarian, Watson Library al di MET New York e Lawrence Weiner, artista newyorchese. Tra gli highlights del programma la mostra dedicata ai libri d’artista di Dieter Roth (Hannover 1930 – Basilea 1998),Le pagine, curata da Elena Volpato e realizzata con il sostegno della Dieter Roth Foudation di Amburgo. Il racconto di Liliana Dematteis.
Com’è nata la scelta di portare in mostra Dieter Roth?
Roth è internazionalmente considerato una figura primaria del libro d’artista (che non ho dubbi ad accostare a padri di questo “genere” come Bruno Munari, Ed Ruscha e Lawrence Weiner), mentre in Italia è conosciuto da un pubblico di élite: questa mostra è una rara opportunità per approfondire il suo lavoro.
Com’è cambiato il ruolo del libro d’artista negli ultimi anni?
Differenziando il libro d’artista da quello illustrato o dal libro oggetto ma considerandolo come uno dei tradizionali media per fare arte, negli ultimi trent’anni abbiamo assistito ad una sua sempre maggiore considerazione. In moltissimi casi è stata quasi una scoperta da parte del collezionista e degli operatori culturali, e un mezzo in più, per alcuni artisti, per esprimere il proprio pensiero e dare corpo al proprio lavoro.
Da un punto di vista grafico ci sono stati cambiamenti sostanziali?
Con l’avvento del computer e della possibilità di una autoprogettazione da parte dell’artista stesso, il prodotto diventa decisamente migliore, ma in alcuni casi meno autoriale laddove il mezzo tecnologico tende a prevalere.
Quando il libro d’artista diventa a tutti gli effetti oggetto da collezione?
Quando è un’opera pensata ed eseguita per essere contenuta nelle pagine del libro, e quando il suo autore è un artista riconosciuto dalla storia dell’arte, dalla critica, dunque anche dal mercato. Anche la sua rarità ne determina il valore. Il libro d’artista infatti, non è mai (o lo è rarissimamente) un esemplare unico (la tiratura media dei libri di Ed Ruscha che oggi costano migliaia di dollari, era di 2000 copie); ciò nonostante la sua reperibilità è spesso molto difficile dal momento che la sua distribuzione non segue i canali tradizionali. A questo va aggiunto il lavoro di catalogazione, di pubblicazioni ed esposizioni che su questa produzione artistica è stato fatto dagli anni ’90: ad esempio, la Galleria d’Arte Moderna di Torino, arricchisce ogni anno il Fondo Maffei con le acquisizioni operate dalla Fondazione per l’Arte Contemporanea CRT, proprio tra le proposte editoriali presenti a FLAT.
L’ultimo libro d’artista che ha scoperto?
L’ho avuto in regalo dall’artista Giancarlo Norese, un piccolo libro giallo dal titolo Invalid Poetry from stupid Thoughts che ci racconta con parole, disegni, segni, quanto successe durante una corrispondenza WatsApp con Shervin Kianersi Haghighi (Ed. Lac o Le Mon, 2018, 50 esemplari).
Dopo il debutto dell’anno scorso, quali aspetti identitari della fiera sono emersi?
La riuscita della prima edizione ci è stata di grande incoraggiamento e di stimolo a conquistare un posto ed un ruolo ben preciso: FLAT non è quindi semplicemente un salone del libro d’arte, ma intende porsi come interlocutore attento e consapevole del ruolo culturale e sociale che oggi l’arte, gli artisti e gli operatori sono chiamati a svolgere accanto ed insieme alle istituzioni pubbliche. A nuove adesioni di editori grandi e piccoli, si sommano quest’anno alcune presenze istituzionali che ci rendono orgogliosi e che lavoreremo per ampliare in futuro, come quella dell’americana Dia Art Foundation, del Museo di Monaco, o della prestigiosa MIT Press.
-Umberta Genta
Torino // 2-4 novembre
FLAT
Nuvola Lavazza
Via Ancona 11a, Torino
http://flatartbookfair.com
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