Gianni Berengo Gardin fotografa Renzo Piano
Una mostra in cui il fotografo ligure racconta la propria visione della fotografia come documento narrativo e non come semplice immagine.
Comunicato stampa
Mercoledì 7 novembre, alle ore 19, nella Sala Liguria di Palazzo Ducale sarà inaugurata la mostra “Gianni Berengo Gardin fotografa Renzo Piano” a cura di Guido Risicato e Lorenzo Trompetto, visitabile dall’8 al 25 novembre. Alle 21, nella Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, si tiene invece la conferenza “Gianni Berengo Gardin a colloquio con Silvio Ferrari, in cui il fotografo ligure racconta la propria visione della fotografia come documento narrativo e non come semplice immagine.
Nel 1979 Gianni Berengo Gardin comincia la sua collaborazione con Renzo Piano documentando le diverse fasi che portano alla realizzazione dei suoi progetti, dai primi atti fondativi fino alla fine del cantiere. La mostra presenta trenta scatti selezionati dallo stesso Berengo Gardin tra quelli che hanno per oggetto i lavori dello studio Piano nel periodo che va dal 1979 al 2000. A questi si aggiunge il ritratto che il Fotografo fece all’Architetto alla fine della loro lunga collaborazione: un’immagine semplice, composta, ma allo stesso tempo permeata di umanità e affetto.
Un lavoro particolare quello del fotografo di Santa Margherita, diverso dalle rappresentazioni di architettura che oggi vediamo sulle riviste o sui siti specializzati, una lettura che coglie tutto ciò che l’opera architettonica conclusa normalmente nasconde: scatti assolutamente analogici, privi di retorica e di tutti quei cliché che la comunicazione mediatica talvolta impone. Lo sguardo del fotografo non va alla ricerca della fotografia perfetta che celebri l’immagine dell’edificio, ma ambisce a raccontare la vera essenza dei progetti di Piano: per il celebre architetto genovese infatti l’Architettura è “lo spazio che umanizza la vita degli uomini” in cui la Civitas si costruisce, prende forma; un processo che non può che partire dal cantiere, scena sempre mutevole di storie e vicende umane, espressione massima della nostra evoluzione sociale e tecnologica.
Questa mostra pone l’accento sulla figura di Piano costruttore attraverso lo sguardo di Gardin reporter; due figure estremamente pragmatiche ma allo stesso visionarie. Due figure profondamente liguri.
Gianni Berengo Gardin
Nato a Santa Margherita Ligure nel 1930, ha iniziato a occuparsi di fotografia nel 1954. Dopo aver vissuto a Roma, Venezia, Lugano e Parigi, nel 1965 si stabilisce a Milano, dove comincia la carriera professionista dedicandosi alla fotografia di reportage, d’indagine sociale, di architettura, di descrizione ambientale.
Ha collaborato con le principali testate italiane ed estere, ma si è dedicato soprattutto alla realizzazione di libri, con oltre 250 volumi fotografici all’attivo. Le sue prime foto sono pubblicate nel 1954 sul settimanale Il Mondo, diretto da Mario Pannunzio, con cui collabora fino al 1965. Dal 1966 al 1983 ha lavorato per il Touring Club Italiano, realizzando un’ampia serie di volumi sull’Italia e sui Paesi europei, e per l'Istituto Geografico De Agostini di Novara. Ha collaborato assiduamente con l’industria (Olivetti, Alfa Romeo, Fiat, IBM, Italsider, ecc.) realizzando reportage e monografie aziendali. Dal 1979 al 2012 ha documentato per Renzo Piano le fasi di realizzazione dei suoi progetti architettonici.
Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. Nel 1990 è invitato d’onore al Mois de la Photo di Parigi, dove vince il Prix Brassaï. Nel 1995 è la volta del Leica Oskar Barnack Award ai Rencontres Internationales de la Photographie di Arles con il volume La Disperata Allegria, vivere da Zingari a Firenze. Nel 1998 si aggiudica il premio Oscar Goldoni con Zingari a Palermo. Nel 2005 vince il premio Città di Trieste per il reportage. Nel 2007 riceve il premio Werner Bishof. Nel 2008 è la volta del prestigioso Lucie Award, New York, vinto in precedenza da Henri Cartier-Bresson, Gordon Parks, William Klein, Willy Ronis, Elliott Erwitt. Nel 2009 riceve la laurea honoris causa in Storia e critica dell’Arte presso l’Università degli Studi di Milano. Nel 2012 la città di Milano gli assegna l’Ambrogino d’Oro. Nel 2014 vince il Premio Kapuściński per il reportage. Nel 2015 è insignito del titolo di Architetto Onorario dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.