Urban Zellweger
Prima personale di Urban Zellweger in Italia.
Comunicato stampa
L’Istituto Svizzero presenta “Boards”, la prima personale di Urban Zellweger in Italia.
Il giovane artista svizzero presenta per l’occasione una serie di nuovi lavori. Negli spazi di Milano riesamina la sua ricerca attuale, includendo, tra le altre opere, i più recenti piccoli dipinti su legno.
Il titolo della mostra evoca un certo senso dell’umorismo, ponendosi la domanda: può un’immagine essere definita dal suo supporto?
Le iconografie della nuova serie emergono da luoghi diversi. Sono tratte da libri per bambini come i “Pixi-Books”, copiate realisticamente da documentari sui rettili o sono figure immaginate, unite l’una con l’altra.
Un drago di Komodo avvolge un tappeto rosso, si ferma, si gira e vede qualcosa che non è raffigurato. Due gatti fumano sigarette nascoste dietro un grande muro; il fumo prodotto è talmente abbondante che si trasforma in nebbia e si fonde con lo sfondo bianco. Una figura umana suona il pianoforte come se fosse da sola con il proprio strumento; sono legati insieme da colori simili: sani e salvi.
A differenza dei surrealisti che hanno mantenuto un legame stretto con la pittura, Urban Zellweger ha un approccio più libero nei confronti del suo medium. Le figure sono ricorrenti, i suoi set si dispiegano, le prospettive si costruiscono, ma la sua pittura mantiene uno spazio proprio.
Se i suoi formati sono più consueti a quelli prodotti in un atelier, la sua tecnica è asciutta, rivelando così i segni. La pittura a olio gli permette di realizzare sfondi bianchi “appiccicosi” dai quali le figure emergono, nella stessa maniera in cui i sogni nascono da una nebbia indistinta. Le rigide superfici di legno gli permettono di ritagliare più rapidamente e chiaramente un’iconografia. I colori riacquistano la loro bidimensionalità medievale.
Due sculture prodotte da Bernhard Hegglin giocano con l’idea che il supporto costituisca un problema per l’immagine. I disegni, appesi ai rami di quello che appare come un albero metallico, sono sia degli originali che pagine strappate dal suo libro recentemente pubblicato Grass Glue (2018) e del precedente Snow (2016).
Urban Zellweger (1991) vive e lavora a Zurigo.
Recenti personali includono: “Grass Glue”, Kunstverein Nürnberg, Norinberga (2018); “Guests”, HardHat, Ginevra (2018); “Moves”, Weiss Falk, Basilea (2017); “Throb”, Pilar Corrias Gallery, Londra (2017); “Where am I Reptile”, Karma International, Los Angeles (2016); “Tables and Landscapes”, Shoot the Lobster, New York (2016); “Plymidae”, Plymouth Rock, Zurigo (2015); Karma International, Zurigo (2015).
Recenti collettive includono: Belgrade Biennale, Belgrado (2018); “Geist Genf”, Kunsthalle Palazzo Liestal, Basilea (2018); “Zum Jülichstübli”, Jan Kaps, Colonia (2017); “Americans 17”, Luma Westbau, Zurigo (2017); “La Velocità delle Immagini”, Istituto Svizzero, Roma (2016); “3 am eternal”, Take That, Dallas (2016); 89plus: “Filter Bubble”, LUMA Westbau, Zurigo (2016); “SURREAL”, Galerie König, Berlino (2016); “Of Fauna and Flora”, Tomorrow Gallery, New York (2016); “Apres Ski”, Karma International, Los Angeles (2016); “Europe Europe”, Astrup Fearnley Museum, Oslo (2015); “A Form is a Social Gatherer”, Plymouth Rock, Zurigo (2015); “+”, 1857, Oslo (2015); “Barricades of Life, a Pool Outside”, Kunsthalle Freiburg, Friburgo (2014); “How do you solve a problem like Maria?”, Nordstrasse 276, Zurigo (2014); “50/50, Ok?”, Kunsthof, Zurigo (2014).
Bernhard Hegglin (1989) vive e lavora a Zurigo.