Mohamed Larbi Rahhali e M’barek Bouhchichi – Variation within Repetition

Informazioni Evento

Luogo
VALENTINA BONOMO ARTECONTEMPORANEA
Via Del Portico D'ottavia 13, Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

martedì - sabato / tuesday - saturday
h 15:00 – 19:00
and by appointment

Vernissage
30/11/2018

ore 18

Artisti
Mohamed Larbi Rahhali, M’barek Bouhchichi
Generi
arte contemporanea, personale

Mostra personale di Mohamed Larbi Rahhali e M’barek Bouhchichi, che espongono per la prima volta a Roma e in Italia.

Comunicato stampa

Mohamed Larbi Rahhali (1956, Tétouan, Marocco)

Malgrado le diverse attività lavorative svolte da Rahhali, la professione di pescatore e il mare stesso restano la sua più grande passione, che insieme alla vita quotidiana nella medina di Tétouan rappresentano la principale fonte di ispirazione del lavoro dell’artista. Le sue opere si muovono intorno a temi come la cosmologia e l’esoterismo affiancate a questioni umane e sociali come la sopravvivenza e l’aiuto reciproco. Lo scopo delle sue creazioni è di dar vita a un’arte che, come un gioco, mescoli diversi linguaggi artistici “creando una fluidità indeterminata e vitale”.

Attraverso la sua visione sensibile e poetica, Mohamed Larbi Rahhali crea nuovi universi, dando l’opportunità di vedere il mondo come lui stesso lo percepisce. Simboli e segni giocano su diversi sistemi di valori mettendo in luce una memoria e testimoniando la storia coloniale condivisa tra il Marocco e la Spagna.

Mohamed Larbi dipinge, disegna, incolla e assembla oggetti comuni - il più ricorrente è la scatola di fiammiferi - lavorati o semplicemente uniti tra loro, per creare I suoi microcosmi, semi-sogni e semi-realtà.

La semplicità del mezzo pone l’opera dell’artista in prospettiva: ridurre un intero universo in così piccola scala consente di coglierne l’essenza più profonda.

M’barek Bouhchichi (1975, Akka, Marocco)

Parole e poesia contraddistinguono le creazioni di Bouhchichi ispirate alle canzoni e ai movimenti ripetitivi dell’Imdyazen, una compagnia di poeti e attori itineranti originari delle zone rurali, che utilizzano lo Shilha, una delle tre lingue berbere parlate in Marocco.

Le due istallazioni Imdyazen#2/3, composte da un assemblaggio di bastoni ricoperti da metalli policromi, riempiono lo spazio espositivo. I diversi elementi appoggiati al muro su cui sono incisi frammenti e versi di poesia Tifinagh (scrittura dei Tuareg, popolazione berbera del Sahara) alternano linee dritte con altre più irregolari evocando le fantasie e gli intrecci dei tappeti berberi.

Con l’utilizzo di legno, latta o rame, i materiali tipici dell’artigianato prodotto in Marocco, l’artista affianca la tecnica alla struttura, le parole alla forma.

Bouhchichi basa il suo lavoro sull’esplorazione dei limiti interiori e sulla capacità dell’essere umano di avventurarsi verso l’altrove, oltre se stesso.

Le sue opere, muovendosi tra l’estetica e il sociale, evidenziano il forte legame dell’artista con la tradizione e la storia, così come la sensibilità verso la questione razziale.