Alberto Giacometti – Paris sans fin

Informazioni Evento

Luogo
FONDAZIONE HERMANN GEIGER
piazza Guerrazzi 32, Cecina, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

tutti i giorni dalle 16 alle 20

Vernissage
01/12/2018

ore 17

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Alberto Giacometti
Generi
personale, disegno e grafica

La mostra, curata da Klaus Littmann per la Fondazione Culturale Hermann Geiger, si compone di 150 opere dell’artista svizzero.

Comunicato stampa

La magia e il fascino di una città eterna con i suoi boulevard, i caffè, i grandi monumenti e i dettagli della vita di tutti i giorni in centocinquanta litografie di Alberto Giacometti. Sono le immagini di Parigi immortalate dal vivo con l’immediatezza di una matita litografica e raccolte nel libro d’artista «Paris sans fin», la meravigliosa opera considerata il testamento artistico del celebre scultore e pittore svizzero, e allo stesso tempo il culmine del suo lavoro grafico. Oggi questi lavori potranno essere ammirati in Italia grazie alla Fondazione Culturale Hermann Geiger, che presenta la mostra «Paris sans fin. Litografie originali di Alberto Giacometti» all’interno dei propri spazi espositivi a Cecina (piazza Guerrazzi 32). Curata da Klaus Littmann, l’esposizione potrà essere visitata da sabato 1° dicembre (inaugurazione ore 17) a domenica 24 febbraio, tutti i giorni dalle 16 alle 20 con ingresso libero. A corredo delle opere esposte, anche una selezione di fotografie di Ernst Scheidegger, che ha documentato il lavoro dell’amico artista per oltre due decenni. Il materiale esposto proviene dalla collezione di Carlos Gross, che possiede una delle maggiori raccolte di litografie di Giacometti a livello internazionale. Dopo la tappa italiana, la mostra si sposterà in seguito in Austria e negli Stati Uniti.

Il visitatore potrà non solo osservare da vicino le singole litografie che compongono questo meraviglioso poema grafico, ma anche godere di una visione d’insieme di un’opera unica nel suo genere, che rende palpabili tanto la maestria di Giacometti quanto il suo amore per Parigi. «Paris san fin» è infatti un “viaggio” nella capitale francese, colta attraverso uno sguardo personale e soggettivo che cerca di distaccarsi dalla routine quasi ossessiva dell’atelier, dai modelli familiari, dalle lunghissime sedute di posa e dall’opera incessantemente modificata, disfatta, ricominciata.
«Paris san fin» nacque dall’iniziativa dell’amico Tériade, editore di altri libri d’artista come «Jazz» di Matisse e «Cirque» di Léger. Giacometti, inizialmente entusiasta all’idea di questa sorta di reportage, incontrò molte difficoltà nella sua realizzazione: la complessità del progetto, la fatica delle uscite per disegnare dal vero e la salute malferma lo portarono a lunghe interruzioni di un lavoro che sarà realizzato tra il 1958 e il 1965. Un testo avrebbe dovuto accompagnare le immagini, ma Giacometti non riuscì a portarlo a termine ed è infatti stato incluso incompiuto. L’opera fu pubblicata postuma, nel 1969, in soli 250 esemplari.

ALBERTO GIACOMETTI ‒ Giacometti è da annoverare tra gli artisti di spicco del Novecento. Nacque in Svizzera, a Borgonovo di Stampa, nel 1901 e iniziò la sua formazione artistica accanto al padre pittore, dedicandosi fin da giovanissimo alla pittura e alla scultura. Frequentò poi un paio di scuole d’arte a Ginevra e ammirò in Italia le opere di Giotto e Tintoretto. A Parigi, dove arrivò nel 1922 e trascorse gli anni più importanti della sua vita artistica, conobbe le avanguardie, tra cui il cubismo che influenzò particolarmente le sue opere, e studiò l’arte primitiva. Nel 1928 aderì al surrealismo, che abbandonò nel 1935 per intraprendere una nuova ricerca artistica concentrata sull’attenzione per la figura. Durante la Seconda guerra mondiale si trasferì di nuovo in Svizzera, dove incontrò la futura moglie Annette. Tornato a Parigi nel 1945, si dedicò alla realizzazione delle sue famose figure allungate e filiformi. La maturità artistica è coronata dal successo internazionale e caratterizzata da una prolifica produzione di ritratti, mai abbandonata nel corso di tutta la sua carriera. Morì a Coira nel 1966.