Materia e Creatività. La Classe di Scultura dell’Accademia
L’Accademia delle Arti del Disegno, con il proposito di favorire il dialogo e la riflessione sulla Scultura e la varietà delle sue espressioni artistiche, dedica una mostra a diciannove scultori dell’Accademia.
Comunicato stampa
Dal 5 al 29 dicembre 2018, l’Accademia delle Arti del Disegno, con il proposito di favorire il dialogo e la riflessione sulla Scultura e la varietà delle sue espressioni artistiche, dedica una mostra a diciannove scultori dell’Accademia: Simone Azzurrini, Pier Giorgio Balocchi, Beatrice Barni, Franco Berretti, Luca Calò, Giuseppe Calonaci, Roberto Ceccherini, Mario Daniele, Antonio Di Tommaso, Piero Gensini, Marcello Guasti, Giancarlo Marini, Valentino Moradei Gabrielli, Niccolò Niccolai, Gabriele Perugini, Guido Pinzani, Silvano Porcinai, Vincenzo Vigoroso, Antonio Violano.
Personalità affermate la cui attività attraversa un arco temporale di quasi cinquant’anni nel corso dei quali si sono avvicendati movimenti, tendenze stilistiche, materiali e tecniche di esecuzione. Diciannove sculture realizzate in marmo, bronzo, ferro, legno, terracotta, smalto, grès, plexglass, policarbonato, pietra sintetica, gesso patinato e sfere di quarzo delineano il percorso della collettiva “Materia e Creatività”, a cura del Prof. Antonio Di Tommaso, Presidente della Classe di Scultura dell’Accademia delle Arti del Disegno, allestita nella Sala delle Esposizioni, in Via Ricasoli n.68 (angolo Piazza San Marco), a Firenze, e visitabile con ingresso gratuito.
Gli scultori hanno indagato le tradizioni del mondo occidentale e orientale e dalle loro opere emerge una panoramica varia e articolata delle espressioni, degli stili, dell’uso dei materiali e delle tecniche operative rispondenti al percorso formativo di ciascuno, al personale mondo interiore e alle finalità che ognuno attribuisce all’arte. Sono così delineate anche le correnti artistiche alle quali, pur con l’originale contributo di ogni artista, tali opere possono essere ricondotte. I più maturi si sono forgiati nella Firenze fervida d’arte del Ventennio e del dopoguerra e partiti in tanti, se non tutti, da una formazione che dava ampio spazio al figurativo, ognuno di loro ha compiuto un personale percorso, puntualmente discostandosi dalla formazione acquisita e inoltrandosi spesso nei terreni della sperimentazione.
Molti si sono lasciati alle spalle la lunga tradizione del figurativo e hanno intrapreso percorsi inediti, guardando alle tendenze nazionali e internazionali, ampliando la gamma dei materiali utilizzati e volgendo l’attenzione verso l’informale e l’astratto, superando i pregressi modelli espressivi oppure consolidandoli, ricorrendo o meno al simbolismo, alla metafora linguistica, rappresentando la natura, la figura umana, oppure l’ambiente.
Fin dal Medioevo a Firenze e in Toscana, l’importanza attribuita alla Scultura l’ha resa elemento dominante nelle grandi cattedrali, esaltata da artisti straordinari come Donatello nel Quattrocento e Michelangelo nel Cinquecento, oltre che da una schiera di maestri eccellenti come Bandinelli, Ammannati, Cellini e Giambologna; questo ha determinato che Firenze divenisse, fino al XVII secolo, la capitale europea della Scultura. Nei secoli successivi aumentò l’interesse per la Pittura, al punto tale da mettere un po’ in ombra la Scultura, meno facilmente accessibile, trasportabile e comprensibile, oltre che, quasi sempre, più costosa. Anche per questa ragione la mostra organizzata dall’Accademia delle Arti del Disegno permette al pubblico e agli esperti di cogliere il valore di un’espressione creativa certamente complessa, continuamente chiamata a confrontarsi con i materiali antichi e moderni, a misurarsi con gli spazi aperti, in contesti urbani o in ambienti naturali modellati dall’arte dei giardini e del paesaggio.
Cristina Acidini, Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno, sottolinea che “gli scultori toscani hanno voluto proseguire le loro diverse rotte accogliendo e interpretando le novità, senza perdere di vista le eccellenze offerte dal territorio, come la tradizione apuana del marmo e la diffusa presenza di fonderie d’arte tra Firenze e la costa. Firenze stessa, con le città e i centri della Toscana, non può non aver contribuito alla loro formazione anche inconscia, grazie alla presenza nei diversi siti di una statuaria d’eccellenza, che allinea capolavori nelle chiese e nei musei, così come sulle pubbliche piazze e vie e negli spazi ameni dei giardini”.
L’iniziativa espositiva trae ispirazione anche dalla consapevolezza della responsabilità della Scultura nella società attuale e nella storia, anche alla luce della lunga tradizione che vede la Scultura come portatrice di densi significati simbolici, civili, etici ed estetici, ed è a questo proposito che Antonio Di Tommaso, Presidente della Classe di Scultura e curatore della mostra, afferma: “la scultura non è solo “idea”, è anche concretezza, richiama ad un’analisi del “fare”, propone l’uso di molte tecniche possibili e di svariati materiali. Il confronto fra artisti di varie tendenze e opinioni è il “nutrimento” essenziale della Scultura e dell’Arte tutta, affinché dall’analisi e dalla riflessione scaturisca un pensiero sia estetico che etico”. Un linguaggio e un dialogo, quindi, “utile per stimolare e alimentare un impegno civile, capace di raggiungere in particolare i giovani; un impegno che susciti in loro nuovi percorsi e nuove idee le quali, oltre a comunicare un messaggio estetico, siano anche lette come impegno civile e morale”.
A corredo della mostra è stato realizzato un catalogo edito da Polistampa con i testi di Cristina Acidini, Antonio Di Tommaso e Antonio Frintino.