Buoni come il pane, la mostra e il progetto benefico alla Triennale di Milano. Le immagini
Artisti, designer, chef, scrittori, e un fotografo ognuno con la propria visione dell’alimento, hanno partecipato al progetto benefico che celebra i 120 anni di Pane Quotidiano Onlus. A raccontarci il progetto è la co-curatrice Alessandra Zucchi
Arte e buone cause alla Triennale di Milano con il progetto Buoni come il pane, “una mostra benefica, una multiforme interpretazione di questo alimento”. Come spiega ad Artribune Alessandra Zucchi, co-curatrice, la mostra “celebra i 120 anni di Pane Quotidiano Onlus, l’associazione milanese che assicura ogni giorno, gratuitamente, cibo alle fasce più povere della popolazione, distribuendo generi alimentari e beni di conforto”. Saranno esposti nell’istituzione presieduta da Stefano Boeri le differenti interpretazioni dell’alimento simbolo del pasto quotidiano. “Abbiamo coinvolto designer, artisti e chef che hanno creato Nuovi Pani d’autore in mostra”, racconta Zucchi, “sia in forma edibile sia come scultura in ceramica. Inoltre, dieci importanti scrittori hanno donato un loro breve testo autografo sullo stesso tema. Il pane è proposto come emblema della socialità, elemento di grande valore simbolico che esprime tradizione, arte, manualità, condivisione e spirito di comunione”. Oliviero Toscani ha proposto un’immagine emblematica dell’alimento, mentre i disegni degli artisti Enzo Cucchi, Ugo La Pietra e Matteo Cibic non mostrano solo la loro visione del pane ma, come fa Giulio Iacchetti, lo usano come modulo o comunque sostegno per una riflessione maggiore. Altrettanto colorati e creativi sono i pani proposti dagli chef, come quello rosso di Claudio Sadler e quelli sui toni del blu di Alice Delcourt e Alessandro Guerriero. Appartengono agli scrittori come Carlo Petrini, Gianni Mura e Marco Belpoliti i pensieri scritti per lo più a mano sul significato e il valore del cibo. “Tutti questi Nuovi Pani saranno parte di un’anonima folla di oggetti significanti”, afferma Alessandro Guerriero, co-curatore della mostra, “la motivazione del progetto non sta nella sua efficienza, la sua realtà consiste tutta nella cura con cui esso viene elaborato, nella poesia che esso contiene”. Ecco le immagini.
– Ilaria Bulgarelli
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