Gli architetti di Ghitta Carell
Celebrata nell’Italia degli anni Trenta come la più importante fotografa del suo tempo, l’ungherese Ghitta Carell (1899-1972) seppe realizzare ritratti capaci di evocare uno stringente connubio tra la personalità del soggetto e una precisa volontà di rappresentazione, facendo del personaggio fotografato un protagonista della vita sociale e mondana dell’epoca.
Comunicato stampa
Celebrata nell’Italia degli anni Trenta come la più importante fotografa del suo tempo, l’ungherese Ghitta Carell (1899-1972) seppe realizzare ritratti capaci di evocare uno stringente connubio tra la personalità del soggetto e una precisa volontà di rappresentazione, facendo del personaggio fotografato un protagonista della vita sociale e mondana dell’epoca. Davanti al suo obiettivo hanno sfilato tutti i protagonisti del mondo tra le due guerre, dagli apparati di Regime alla famiglia reale, dalla mondanità agli imprenditori all'alta borghesia. In linea con le esperienze artistiche del suo tempo e grazie a un sapiente uso di artifici tecnici, Carell mise a punto un linguaggio raffinato in grado di coniugare tradizione e modernità con un occhio anche al glamour cinematografico, creando un’inconfondibile cifra che avrà un ruolo decisivo nella definizione dell'immagine pubblica della società del Ventennio.
Questa mostra alla Galleria Prencipe è frutto di un lungo lavoro condotto da Roberto Dulio sul rapporto tra la fotografa e gli architetti del suo tempo. Come pochi altri il Regime conferì un ruolo di primo piano agli architetti, legittimando in ogni progettista l’ambizione di svolgere una funzione maieutica ed esclusiva nel tradurre in pietra le istanze rappresentative del nuovo ordine politico. Il rapporto di Carell con gli architetti – determinato da una naturale e ineludibile contingenza, legata alle comuni ambizioni e frequentazioni – data al 1930 e fu mediato da Margherita Sarfatti, alla quale si può ascrivere il contatto tra la fotografa e l’influentissimo Marcello Piacentini, futuro tramite con il mondo degli architetti. Un ritratto di Ghitta Carell equivaleva a una garanzia di successo e per i più giovani era indizio di incrollabile ambizione al suo raggiungimento.
In mostra sono 30 fotografie dei principali protagonisti dell’architettura di quegli anni: Marcello Piacentini, Giuseppe Pagano, Adalberto Libera, Mario Ridolfi, Giovanni Michelucci, Piero Portaluppi, Armando Brasini, Angiolo Mazzoni, Clemente Busiri Vici, Eugenio Montuori, Luigi Moretti e molti altri.
In catalogo saggi di Roberto Dulio, Teresa Sacchi Lodispoto e Sabrina Spinazzè
"l'innocente complicità di Ghitta Carell con la volontà dei suoi soggetti (...) rivela sul loro conto una verità cruda e precisa. La riverenza della fotografa li ha resi interessanti; il tempo li ha resi innocui e sin troppo umani" (Susan Sontag, On Photography, New York 1977).
La mostra si inserisce nell’attività della Galleria Prencipe, sede anche delle associazioni Archivio Umberto Prencipe e Archivio dell’Ottocento Romano. Situata nel quartiere di Monteverde vecchio, la Galleria ha all’attivo numerosi eventi, presentazioni, mostre, corsi e attività culturali dedicate in particolare all’arte dell’Ottocento e Novecento, all’incisione, alla grafica e alla fotografia.