Pollock e gli Irascibili. Espressionismo astratto a Roma

Complesso del Vittoriano ‒ Ala Brasini, Roma ‒ fino al 24 febbraio 2019. La sperimentazione, l’energia e l’anticonformismo irrompono nella sede romana. “Pollock e la Scuola di New York” racconta la grande rivoluzione dell’Espressionismo astratto, il movimento americano che, dal dopoguerra in poi, proclamò New York capitale dell’arte mondiale.

Un’evoluzione pittorica, partita dal distacco nei confronti della figurazione, e proiettata verso una sintesi espressiva informale, uno stile che seppe reinterpretare la tela come uno spazio di pensiero e azione, trasformando la forma in gesto e il colore in metafora della condizione umana.
Con circa cinquanta opere ‒ fra le quali alcuni tra i capolavori più importanti del Whitney Museum of American Art di New York, come Mahoning di Franz Kline, Untitled (Blue,Yellow, Green on Red) di Mark Rothko, Door to the River di Willem de Kooning, e l’iconica tela Number 27 di Jackson Pollock ‒ l’esposizione capitolina restituisce allo spettatore il vigore materico e il carattere di rottura che contraddistinse gli “Irascibili” della Scuola di New York.
Negli anni che andavano dal 1947 al 1949, Pollock, il ribelle poco incline alle regole e totalmente avvezzo agli eccessi, perfezionò la tecnica del dripping, ovvero lo sgocciolamento del colore dal pannello o dal barattolo direttamente sulla superficie. Questa corrispondenza tra il segno e il gesto ha dato vita, così, a un nuovo tessuto visivo, nato nella danza rituale, che agli automatismi alternava i materiali extra pittorici, come gli impasti di sabbia o il vetro polverizzato.

LA SCUOLA DI NEW YORK

La cosiddetta Scuola di New York non apparve come un vero e proprio movimento coeso, ma rappresentò una sensibilità di natura astratto-informale, che sviluppò il suo significato storico e culturale attraverso tre importanti fasi, qui evocate cronologicamente. La mostra, curata da David Breslin e Carrie Springer con Luca Beatrice, e organizzata dal Gruppo Arthemisia, presenta dunque il frutto della rivolta esplosa nel maggio 1950, in seguito a un celebre episodio di protesta nei confronti del Metropolitan Museum of Art, che aveva escluso gli action painter da una importante rassegna, scatenando il malcontento e la protesta. Fu allora che questi artisti furono definiti “Irascibili”.
Assoluta protagonista della prima sezione che anima il percorso espositivo è l’opera Number 27 di Jackson Pollock, un eccezionale prestito del Whitney Museum esposto per la prima volta nella Capitale. L’opera si impone per grandezza (è lunga oltre tre metri) e per la bellezza tonale della materia che sembra ancora vibrare sulla tela, liberandola dai tradizionali vincoli pittorici di esecuzione e coniando una nuova lingua figurativa, che dall’America conquistò tutto il mondo dell’arte, e non solo.

Pollock e la Scuola di New York. Exhibition view at Complesso del Vittoriano, Roma 2018. Photo Gianfranco Fortuna

Pollock e la Scuola di New York. Exhibition view at Complesso del Vittoriano, Roma 2018. Photo Gianfranco Fortuna

ARTISTI E OPERE

Le sezioni a seguire indagano l’evoluzione della Scuola di New York, fin dai presupposti pionieristici degli Anni Quaranta, in cui una generazione di artisti nati in Europa, o comunque originari del Vecchio Continente, tracciò le basi della nuova “rivoluzione” estetica. Dai colossali grattacieli della mente di Franz Kline si passa alla smaterializzazione del colore immersivo del Color Field, facendo emergere delle protagoniste femminili come Lee Krasner, straordinaria artista e anche moglie di Pollock, e Helen Frankenthaler. Quest’esplorazione immersiva si conclude nel concitato gesto pittorico di Willem de Kooning e nel mistico lirismo di Mark Rothko, definendo una nuova sensibilità, che si consacrò nella pittura monocroma e nelle riduzioni minimaliste del tratto.

Nadia Gardini

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Nadja Gardini

Nadja Gardini

Laureata all'Accademia delle Belle Arti di Roma, nel 2010 ha seguito un Master in Gestione di Galleria e Organizzazione di Eventi Culturali, che le ha permesso di maturare un’approfondita esperienza nel campo gestionale degli eventi. Ha organizzato e curato svariate…

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