Kaywin Feldman sarà il primo direttore donna della National Gallery of Art di Washington
Inversione di tendenza per l’istituzione statunitense che, dopo 5 direttori uomini, affida le redini del museo a una donna. Feldman è attualmente alla guida del Minneapolis Institute of Art, e arriverà a Washington nel marzo 2019
“Sono una femminista, e ho a lungo sostenuto l’uguaglianza di genere, quindi è davvero emozionante per me guidare il museo d’arte della nazione”. Con queste parole Kaywin Feldman esprime il suo entusiasmo per la nomina di direttore della National Gallery of Art di Washington, istituzione nata 77 anni fa e che nell’arco della sua esistenza ha avuto 5 direttori, tutti uomini. Feldman sarà quindi la prima donna a guidare il museo, a partire da marzo 2019, e sostituirà Earl Powell III, che ha diretto la National Gallery per ben 26 anni. Attualmente Feldman dirige il Minneapolis Institute of Art.
CHI È KAYWIN FELDMAN
Kaywin Feldman è stata per anni una figura di spicco nel mondo dei musei statunitensi: prima della sua direzione al Minneapolis Institute of Art, è stata infatti presidente della Association of Art Museum Directors (AAMD) e presidente dell’American Alliance of Museums (AAM), oltre ad aver diretto il Memphis Brooks Museum of Art nel Tennessee. Sotto la sua guida, il Minneapolis Institute of Art ha quasi raddoppiato il numero dei visitatori, passando dai 450 mila nel 2009 agli oltre 700 mila nel 2018. Ha inoltre implementato le tecnologie digitali all’interno del museo, e sostenuto l’equità e la giustizia sociale nel programma dell’istituzione. All’inizio di quest’anno, il museo ha annunciato il lancio del suo Centro per l’Empatia e le Arti Visive, un think tank dedicato a esplorare come i musei possano costruire una società più giusta. Un curriculum ineccepibile e brillante, dunque non sorprende che per ricoprire l’incarico di direttore sia stata scelta Feldman, sebbene non si tratti di una circostanza così scontata.
LE DONNE E I RUOLI DI POTERE NELL’ARTE
“Devo applaudire i fiduciari della National Gallery che fin dall’inizio del loro processo di ricerca hanno definito diversità, equità e inclusione tra i loro obiettivi primari”, ha dichiarato Feldman. Quella della National Gallery of Art di Washington si presenta dunque come una decisa inversione di tendenza: non è usuale infatti che la direzione di un’istituzione culturale venga affidata a una donna. Negli ultimi anni, tra l’altro, la National Gallery è stata nell’occhio del ciclone mediatico per le accuse di cattiva gestione, “dubbio” profilo morale del personale e molestie sessuali. E in tempi di #metoo, naturalmente, non sono accuse di semplicissima gestione. Basti pensare – e qui ci spostiamo anche in Europa – ai polveroni sollevati la scorsa primavera dalle notizie di licenziamento che hanno visto protagoniste tre curatrici: Helen Molesworth del Museum of Contemporary Art di Los Angeles, Laura Raicovich del Queens Museum e María Inés Rodríguez del CAPC Musée d’Art Contemporain di Bordeaux. Che quello della National Gallery of Art di Washington possa essere per altre istituzioni un esempio – o una strada per molti aspetti necessaria – da seguire?
– Desirée Maida
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