Francesco Barbieri – Recipe for a Disaster

Informazioni Evento

Luogo
STUDIO FOTOGRAFICO ROLANDO PAOLO GUERZONI
via Castel Maraldo 45, Modena, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
15/12/2018

ore 18

Contatti
Telefono: +39 3271841147
Email: info@d406modena.it
Sito web: http://www.d406modena.it
Artisti
Francesco Barbieri
Generi
arte contemporanea, personale

Due anni dopo la collettiva “1984. Evoluzione e rigenerazione del writing” presso la Galleria Civica, Francesco Barbieri riporta a Modena le sue città, in grado di evocare un futuro distopico raccontando contemporaneamente una realtà già attuale, con una personale curata dalla galleria D406.

Comunicato stampa

Due anni dopo la collettiva “1984. Evoluzione e rigenerazione del writing” presso la Galleria Civica, Francesco Barbieri riporta a Modena le sue città, in grado di evocare un futuro distopico raccontando contemporaneamente una realtà già attuale, con una personale curata dalla galleria D406.

Nello studio del fotografo Rolando Paolo Guerzoni in piazza della Pomposa, viene presentata una selezione di opere che raccontano la poetica dell’artista pisano, che deve al suo passato di graffiti writer la capacità di raccontare la bellezza disperata e la magia "noire" delle metropoli.

I lavori esposti sono eterogenei per tecnica e dimensioni; dalle carte, un must assoluto per la linea curatoriale di D406, alle tele, passando per 4 dipinti della serie che rappresenta l’ultima evoluzione del percorso dell'artista realizzati su stampe fotografiche. Queste opere, presentate a Modena in anteprima assoluta, segnano un cambio di approccio radicale rispetto al passato, perché contestualizzano in modo puntuale le sue città immaginate, nel tempo e nello spazio.

“Ricetta per un disastro” non si limita a raccontare una storia generica ed applicabile in ogni parte del mondo, ma è anche un presagio sulla realtà della nostra città, cui le foto di Cinzia Ascari, fanno riferimento.

Ritroviamo così i campi di Vaciglio, Via Morane e Santa Caterina, già scomparsi sulla carta, ma ancora verdissimi nella realtà, “finalmente” stuprati da monolitici monumenti alla folle corsa verso la definitiva disumanizzazione dello spazio pubblico. Opere che non solo ci fanno immaginare, ma ci mostrano vividamente un futuro già segnato, un incubo locale che assume, attraverso la sintesi del suo segno, un valore universale.

Pietro Rivasi