L’uomo enotrio e la sua rappresentazione – realtà fisica ritualità e mito
La mostra, il cui tema è in stretta relazione con la vocazione scientifica del Museo archeoantropologico “Lodovico Nicola di Giura”, i cui contenuti costituiscono, nell’ambito di una visione culturale ampia e interdisciplinare della mostra, uno sfondo tematico di riferimento e di completamento, sarà fruibile al pubblico nei giorni e negli orari di apertura del museo.
Comunicato stampa
Inaugurazione mostra "L'uomo enotrio e la sua rappresentazione - realtà fisica, ritualità e mito"
A Chiaromonte (Potenza), giovedì 20 dicembre 2018, alle ore 11.00 sarà inaugurata presso il Museo archeoantropologico “Lodovico Nicola di Giura”, la mostra documentaria “L’UOMO ENOTRIO E LA SUA RAPPRESENTAZIONE - REALTA’ FISICA, RITUALITA’ E MITO. Promosso dal Comune di Chiaromonte, curato da Ada Preite con la collaborazione scientifica di Salvatore Bianco e il supporto tecnico di Antonio Affuso e Vito Antonio Baglivo (Archeoart-Basilicata), il Progetto, autorizzato dalla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio e dal Polo museale regionale della Basilicata, è stato realizzato con Fondo PSR Basilicata-FEARS 2014-2020, Az. 19.2.B.3.2.2 e attuato dal Gal Cittadella del Sapere. La cerimonia di inaugurazione della mostra vedrà il coinvolgimento degli Istituti scolastici del territorio.
L’archeologia in Basilicata ha restituito importanti testimonianze della rappresentazione dell’Uomo. Raffigurato in forma schematica o astratta su vasi e oggetti di metallo, l’Uomo enotrio, come testimoniato a Chiaromonte e in altre comunità coeve del Parco Nazionale del Pollino, del medio Agri-Sauro, del medio Basento e dell’entroterra ionico, si rappresenta come entità fisica, caricandosi di valenze simboliche e rituali legate al rapporto Uomo-Natura. Così, l’Uomo antico, anche quello di cultura enotria, s’inserisce, facendone strettamente parte, nel ciclo della Vita-Morte-Rinascita.
L’Uomo enotrio è espressione fisica della Natura, poiché corpo biologico (archeo-antropologia), che si alimenta sia attraverso lo sfruttamento razionale delle risorse, che l’ambiente naturale gli offre, sia attraverso la produzione di cibo (allevamento, agricoltura). Ma, l’Uomo antico è anche coscienza cognitiva del Sé e dell’essere parte della Natura e del suo ciclo di morte e rinascita. Tale coscienza determina una ritualizzazione della sua esistenza, scandita da momenti dedicati a rendere benevole le forze generative e salvifiche della Natura, in particolare nel momento ineludibile della morte.
La sua stessa raffigurazione, talora con le braccia rivolte verso l’alto (ritualità funebre o cultuale), è strumento di accesso, carico di simboli e credenze magiche, alla sfera delle Entità superiori/divinità, personificazione astratta o animistica delle forze vitali, che regolavano la vita di tutti gli esseri viventi e dell’Uomo.
Nella propria raffigurazione l’Uomo enotrio perde le sue caratteristiche fisico-somatiche per assumere una forma idealizzata, geometrica ed essenziale, quasi un ideogramma, che gli permette di rappresentare al meglio la sua essenza sovrannaturale, talora arricchita di simboli e gesti, che nella ritualità funebre e cultuale può interagire con le forze naturali e renderle benevole e protettive nella vita delle comunità o nell’inizio di una nuova vita nell’Aldilà.
La mostra, il cui tema è in stretta relazione con la vocazione scientifica del Museo archeoantropologico “Lodovico Nicola di Giura”, i cui contenuti costituiscono, nell’ambito di una visione culturale ampia e interdisciplinare della mostra, uno sfondo tematico di riferimento e di completamento, sarà fruibile al pubblico nei giorni e negli orari di apertura del museo.